Vini Breganze punta sui mercati internazionali
Pinot, Cabernet e Merlot sono i protagonisti dell’export dei vini DOC di Breganze. Ma per alcuni produttori arrivano risultati anche con il Vespaiolo e con il vino dolce simbolo della zona, il Torcolat

VICENZA. Pinot, Cabernet e Merlot sono i protagonisti dell’export dei vini DOC di Breganze. Ma per alcuni produttori arrivano risultati anche con il Vespaiolo e con il vino dolce simbolo della zona, il Torcolato.
Quella di Breganze, che si estende sulle pendici collinari dell’Altopiano di Asiago, è l’area vitivinicola di uno dei più piccoli consorzi di tutela di vini DOC d’Italia. Meno di 20 produttori associati. Una stretta fascia di territorio tra Thiene e Bassano del Grappa, dove soprattutto nella parte più orientale i vigneti si accompagnano ai frutteti di un’altra specialità nell’area, la ciliegia IGP di Marostica.
La tradizione vitivinicola della pedemontana vicentina è di lungo corso, la Denominazione di Origine Controllata di Breganze risale al 1969, il Consorzio di Tutela DOC è nato nel 1982. Dal punto di vista enologico, la DOC Breganze raggruppa quindici tipologie di vino: Rosso, Merlot, Cabernet, Cabernet Sauvignon, Pinot Nero, Marzemino, Bianco, Tai, Vespaiolo, Vespaiolo Spumante, Pinot Grigio, Pinot Bianco, Chardonnay, Sauvignon, Torcolato.
E il Torcolato in particolare è il vino a cui in genere si associa il nome di Breganze. Ma, soprattutto sui mercati esteri, a fare i numeri più grandi, almeno in termini relativi visto che si tratta comunque di una zona piccola, sono altri vini. Rossi e bianchi.
Lo confermano i due principali produttori locali: la Cantina Beato Bartolomeo Breganze e Maculan. «I nostri vini più popolari all’estero sono soprattutto i fermi rossi, meno i bianchi, pochissimo le bollicine. Vanno bene il Cabernet, il Merlot, il Pinot Grigio. E anche il Vesapiolo ha un potenziale», dichiara Roberto Dellai, export manager di Beato Bartolomeo.
Con 8,5 milioni di fatturato tra vini imbottigliati e sfusi, è la cantina più grande nella zona di Breganze: le esportazioni rappresentano il 25% del totale ricavi, quota che sale al 35% se si considera l’imbottigliato.
«Europa e Nord America sono le destinazioni principali. Fino a poco tempo fa c’era anche l’Ucraina, mentre la Russia per noi non è mai stata rilevante. Interessanti sono i mercati dell’Australia e quelli asiatici, tipo il Vietnam dove c’è una fascia di consumatori che conoscono i vini francesi e che quindi sono pronti anche per quelli italiani. La Cina rimane molto difficile, abbiamo avviato le vendite con tre clienti, ma con il Covid c’è stata una battuta d’arresto. E l’Asia purtroppo è ancora ferma anche come eventi fieristici».
La pandemia tra il 2020 e il 2021 ha sicuramente portato a un rallentamento, ma i canali di vendita diversificati hanno permesso alla Cantina Beato Bartolomeo Breganze di tenere i volumi e i numeri durante la crisi, con le vendite dirette che hanno funzionato, l’e-commerce che ha dato il suo contributo rispetto al mercato locale dei consumatori privati, la grande distribuzione che ha abbastanza compensato il calo dell’horeca.
Per Maculan, fatturato 3 milioni di euro di cui circa un terzo esportato, il primo mercato estero è il Canada, seguito da Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Svizzera. «I nostri vini più conosciuti sono il Torcolato, che ci ha sempre aiutato come pass-partout, e il Cabernet di fascia alta Fratta. Ma quelli più venduti sono il Brentino, il Pinot Nero che va molto all’estero, il Vespaiolo e vari tipi di bianchi», osserva Angela Maculan, seconda generazione alla guida dell’azienda.
«In alcuni mercati esteri, tipo quelli scandinavi e quello inglese, anche i vini dolci si sono ricavati la loro nicchia». Buona la ripresa dell’export nel 2021 (+55% rispetto al 2020 quando era crollato del 50%), e a metà 2022 si registra un’ulteriore crescita sullo stesso periodo dell’anno precedente (+47%).
«Siamo sopra i livelli del 2019 – nota Maculan – ma ora per la prossima stagione speriamo nelle piogge a breve, perché purtroppo anche i vigneti di Breganze stanno soffrendo la terribile siccità di questi mesi».
Riproduzione riservata © il Nord Est