Spazio, Fvg chiama il governo per una strategia condivisa

Potrebbe arrivare a giugno la legge italiana sullo Spazio. Il provvedimento collegato alla manovra economica verrà portato presto in Consiglio dei ministri ha annunciato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Fra contributi all’Agenzia spaziale europea e italiana, Pnrr e fondi italiani ed europei il Paese ha messo sul piatto 7,3 miliardi di euro per lo Spazio entro il 2026. Per il presidente della Camera di commercio Venezia Giulia Antonio Paoletti, il tempismo è fondamentale: «La nostra intuizione di lavorare attorno alla costituzione di un cluster aerospaziale nella nostra regione si è rivelata giusta considerato lo straordinario sviluppo del settore. Sviluppo non solo legato al mondo della ricerca e dell’alta tecnologia, ma supportato dalla miriade di connessioni nei campi applicativi: dalla salute, all’agricoltura, all’ambiente marino». In vista dell’imminente uscita della legge nazionale sullo spazio, Paoletti insiste così sulla necessità di «una strategia condivisa fra Governo e regioni».
Come ha precisato di recente Cristina Leone, presidente del Cluster tecnologico aerospaziale nazionale, in ambito nazionale il cluster coinvolge oltre 150mila persone e punta a mettere in connessione le realtà industriali in una filiera lunga in modo da mettere insieme le università, i centri di ricerca e le industrie di riferimento come Leonardo e Fincantieri. La prossima iniziativa dedicata all’aerospazio dell’ente camerale è una visita con la partecipazione al programma di incontri bilaterali alla Fiera Internazionale del settore in programma a Berlino dal 5 al 7 giugno. Il sistema aerospazio del Fvg ha anche partecipato in forze nei giorni scorsi allo Space Meetings Veneto che a Venezia ha coinvolto oltre 250 aziende del settore provenienti da 25 Paesi. Il Comitato promotore del Cluster CT3A, Aerospace Technology Cluster Alpe Adria, è coordinato da Umberto Malusà e da Anna Gregorio, fondatrice e numero uno di Picosats, la startup triestina ormai realtà consolidata nel campo dei micro-satelliti: «Il sistema aerospazio della regione può contare sulle risorse scientifiche delle università di Trieste e di Udine, nonché la Sissa, Area Science Park, Sincrotrone Elettra, le sedi triestine degli Istituti di Fisica nucleare e di Astrofisica: una rete di conoscenza che comprende 40 istituti di ricerca e quasi 40 ricercatori per 1.000 abitanti, 6 volte la media europea», sottolinea Gregorio. Il Friuli Venezia Giulia ha già mappato più di 20 imprese aerospaziali. Nel distretto, oltre a Picosats, sono presenti aziende come la goriziana Asse in zona industriale, sorta al posto di una vecchia manifattura, che ha collaborato alla costruzione della stazione spaziale internazionale. Skyproxima, startup con sede a Trieste nata nel 2019, si occupa dello sviluppo di droni e punta alla creazione di un sistema logistico integrato per il trasporto aereo di materiale sanitario e non solo. E poi c’è la Scen di Muggia, attiva nell’assemblaggio di schede di microelettronica hi-tech. A Porcia la Dave Embedded Systems, che produce sistemi e schede elettroniche embedded per l’avionica e lo spazio e la Primaluce di Pordenone che realizza telescopi ed antenne paraboliche. —
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