Prosecco, via libera a 6 mila nuovi ettari: perché Veneto e Friuli aumentano il potenziale produttivo
Le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia approvano l’ampliamento del potenziale del Prosecco DOC con 6.050 ettari aggiuntivi. Crescita della domanda, attingimenti annuali, ripartizioni tra territori e numeri aggiornati del “Sistema Prosecco”: ecco cosa cambia

Il Consorzio di Tutela Prosecco Doc aveva chiesto alle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, ancora a settembre, in piena vendemmia, un attingimento supplementare da 6. 050 ettari per poter far fronte alla domanda di mercato.
Le Regioni hanno acconsentito: il Veneto con una delibera recente firmata dall’assessore Federico Caner. Le Regioni prendono atto, in sostanza, della “necessità” del Consorzio di “provvedere ad un adeguamento del potenziale della Doc Prosecco al fine di addivenire ad una superficie complessiva di 30. 500 ettari”.
Qaulche dato
Il programma di adeguamento è articolato in 5. 940 ettari di Glera già a terra e in 100 mediante bando per le superfici realizzate con autorizzazioni di nuovo impianto. L’aumento sarà graduale, cioè si attuerà “in almeno due fasi”. L’entità della prima fase consisterà in 3. 050 ettari. Il resto nella seconda. In ogni caso, per i 5. 950 ettari da assegnare, l’81% spetterà al Veneto, in sostanza 4. 894 ettari; il 18, 5% per il Friuli Venezia Giulia. I 100 ettari, invece, verranno suddivisi al 50%.
Dettagliando, sull’incremento di potenziale relativo alla prima fase, cioè i 3054 ettari, al Veneto ne spetteranno 2845.
L’obiezione che si è sentita in queste settimane ruota intorno all’interrogativo: perché concedere nuovi riconoscimenti di Prosecco (non nuovi vigneti), quando il mercato non cresce esponenzialmente come nel passato? In effetti nell’ultimo quinquennio il consumo di Prosecco Doc, per quanto sempre in aumento rispetto all’offerta potenziale, si è presentato con andamenti discontinui: nel 2020 in 3. 753. 000 ettolitri (pari a 500, 4 mln di bottiglie), nel 2021 in 4. 706. 000 ettolitri (pari a 627, 5 mln di bottiglie), nel 2022 in 4. 789. 000 ettolitri (pari a 638, 5 mln di bottiglie), nel 2023 in 4. 621. 000 ettolitri (pari a 616, 1 mln di bottiglie) e nel 2024 in 4. 948. 000 ettolitri (pari a 659, 7 mln di bottiglie).
La produzione
È probabile che il 2025 si chiuda intorno ai 660 milioni di bottiglie. “Nelle ultime cinque annate, in considerazione del trend positivo degli imbottigliamenti, si è resa necessaria una ulteriore modifica della disciplina attraverso l’integrazione temporanea, annuale – spiega la giunta regionale – del potenziale viticolo (24. 450 ettari), di 6. 250 ettari nel 2021, di 7. 500 ettari nel 2022, di 5. 800 ettari nel 2023, di 3. 900 ettari nel 2024 e ed infine di 6. 900 ettari nel 2025”. Questa modifica annuale della disciplina, definita anche come “attingimento”, “ha permesso, con prudenza e flessibilità – constata la giunta regionale – di accompagnare l’evoluzione positiva della domanda, evitando, vista la transitorietà della misura, la creazione di pericolosi eccessi di offerta strutturali, che l’andamento non costante dell’aumento dei consumi avrebbe potuto ingenerare”.
Concludendo: ad oggi l’incremento della domanda registrato nel quinquennio 2020/2025, risulta essere stato soddisfatto con l’integrazione, del potenziale della denominazione, in media di 6. 000 ettari.
Il “Sistema Prosecco”
Il tema è stato dibattuto anche in un convegno della Coldiretti a Cimadolmo, alla presenza del presidente nazionale della Confederazione Ettore Prandini. «Riteniamo che il Prosecco abbia lunga vita e abbia ancora margini di crescita – ha detto Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti –. Sono mercati da aggredire, mercati che ancora sono agli albori e che sicuramente sapranno apprezzare un prodotto che piace a tutti, piace anche nelle varie cucine etniche che conosciamo».
Durante il convegno sono stati illustrati i dati aggiornati del “Sistema Prosecco”: 3 miliardi di euro di valore franco cantina, oltre 2 miliardi destinati all’export, crescita da 200 a 660 milioni di bottiglie in 15 anni, stabilità prevista per il 2025, rafforzamento delle Docg e crescita dell’enoturismo nelle Colline del Prosecco, patrimonio Unesco.
«Prosecco è un nome che è diventato comune a tre denominazioni – evidenzia Franco Adami, presidente del Consorzio Docg –. E lavoreremo insieme per tutelare nel mondo il marchio Prosecco. Tant’è che investiamo anche parecchio denaro come tre consorzi per la tutela e la difesa di questo marchio». Le tre denominazioni – Doc, Docg e Asolo – si avvicinano insieme a circa 800 milioni di bottiglie. —
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