Pittini punta sull’acciaio green: «Siamo usciti più forti dalla crisi»

Redditività solida nonostante i rincari delle materie prime: «La domanda

in calo compensata dalla forte presenza su mercati». Ricavi a 1.325,9 milioni

Maura Delle Case
Federico Pittini
Federico Pittini

OSOPPO. Anno difficile il 2020 per il mondo della siderurgia che ha dovuto fare i conti con ripetuti stop&go produttivi e con l’aumento esponenziale del costo delle materie prime e dell’energia che hanno lasciato il segno sui conti.

Conti che nel caso del gruppo Pittini - il più importante player di acciai lungi per l’edilizia e l’industria meccanica in Italia che a Osoppo, dove ha il suo quartier generale, e in altre 18 sedi produttive, tra Italia, Austria e Slovenia, sforna circa 3 milioni di tonnellate di acciaio l’anno dando lavoro a 1.800 dipendenti – chiudono evidenziando una redditività positiva, risultato – visto il contesto generale – tutt’altro che scontato, com’è lo stesso Federico Pittini, presidente dell’omonimo Gruppo, a evidenziare.

Presidente, partiamo dai conti. Come avete chiuso l’ultimo esercizio?

«Le scelte strategiche attuate dal Gruppo hanno consentito di mantenere, sostanzialmente inalterati, i volumi produttivi e di vendita dell’esercizio precedente, nonostante le fermate imposte dal Governo: un risultato di straordinaria rilevanza, ottenuto grazie alla solida struttura patrimoniale, agli elevati livelli di efficienza degli impianti, alla consolidata presenza nei mercati internazionali e alla forte integrazione tra le aziende del Gruppo. La redditività, pur risentendo dell’andamento dei prezzi particolarmente sfavorevole, è stata positiva e la struttura finanziaria ne è risultata rafforzata».

Detto in numeri?

«Nel 2020 il gruppo (che a Nordest, oltre al sito di Osoppo, conta anche sulle acciaierie di Verona) ha messo a segno ricavi pari a 1.325,9 milioni di euro rispetto ai 1.488,3 milioni di euro dell’esercizio precedente. L’Ebitda si è attestato a 93,3 milioni con un’incidenza sui ricavi del 7%, il risultato netto (Ebit) è stato pari a 35,2 milioni, l’utile pari a 28,9 milioni, in contrazione rispetto ai 47,5 milioni realizzati nel 2019».

Come vi siete mossi per mettere in sicurezza l’azienda?

«Con i primi segnali della grave crisi, siamo intervenuti immediatamente nella gestione dei costi e della cassa e ci siamo assicurati ulteriore liquidità dal sistema bancario senza dover ricorrere ad alcuna moratoria. Quando non vi era alcuna visibilità, gli sforzi di tutta l’azienda e di tutti i collaboratori sono stati rivolti innanzitutto alla continuità dell’attività aziendale e alla tutela dei dipendenti. Tutte queste azioni hanno consentito di ridurre l’impatto del calo del fatturato sui margini e, nonostante le difficoltà, siamo comunque riusciti a incrementare, in modo sensibile, le nostre quote di mercato. Le scelte industriali e commerciali operate negli ultimi anni, in particolare la verticalizzazione e la internazionalizzazione, hanno attenuato il generalizzato calo della domanda».

L'headquarter del gruppo Pittini a Osoppo
L'headquarter del gruppo Pittini a Osoppo

La pandemia ha messo a dura prova le supply chain in ordine ai tempi di pagamento, un fronte sul quale vi siete mossi da subito…

«Per supportare l’intera filiera, soprattutto in un periodo in cui le piccole e medie imprese sono messe in forte difficoltà a causa delle ripercussioni della pandemia, è stato avviato il progetto Discounting, in collaborazione con FinDynamic. Il servizio permette il pagamento delle fatture a fronte di uno sconto che varia in relazione al numero di giorni di anticipo rispetto alla data di pagamento concordata. L’iniziativa coinvolge tutti gli stabilimenti del Gruppo e si sviluppa attraverso una piattaforma digitale che consente all’azienda di supportare la propria filiera di fornitori, alleviandone così eventuali tensioni finanziarie».

Ma c’è anche altro…

«Una soluzione di supply chain finance. Il Gruppo Pittini ha infatti siglato un accordo con Unicredit per finanziare il capitale circolante dei fornitori, anticipando i crediti commerciali. L’accordo prevede un plafond complessivo da 97 milioni di euro, messi a disposizione da Unicredit Factoring, a beneficio di fornitori selezionati con l’obiettivo ultimo di generare un circolo virtuoso di liquidità, sostenendo le imprese all’interno della filiera produttiva».

Nell’ultimo biennio avete continuato ad investire?

«Oltre 51 milioni di euro l’anno scorso, 77 milioni nel precedente esercizio. A Verona, per fare qualche esempio, è stato avviato un impianto di ribobinatura di ultima generazione dedicato alla produzione di tondo in rotoli ribobinati per costruzioni. Sempre nello stabilimento veronese, è stata realizzata una via a rulli sotterranea per il trasporto delle billette dall’acciaieria al laminatoio, in ottica di un miglioramento dell’efficienza energetica e per eliminare il trasporto interno su gomma».

Tra le sfide che s’impongono oggi, anche per le imprese siderurgiche, c’è quella della sostenibilità, a che punto in questo senso il Gruppo Pittini?

«La sostenibilità ambientale è da sempre una leva strategica per il Gruppo Pittini che ha ottenuto da Bnl Gruppo BNP Paribas un sustainable linked loan da 30 milioni di euro della durata di 6 anni, destinato a supportare gli investimenti “green”. Il finanziamento permetterà la realizzazione di un nuovo impianto di trattamento acque nello stabilimento lucano di Siderpotenza e di un nuovo impianto di filtraggio polveri in Acciaierie di Verona».

Altro tema caro al vostro gruppo è quello della formazione, che vanta una “divisione” dedicata in Officina Pittini per la formazione. Qui avete nuovi progetti?

«La pandemia ha sicuramente accelerato la decisione di digitalizzare maggiormente i processi di formazione e nel corso del 2020 la scuola si è dotata di una piattaforma dedicata alla formazione online e alla fruizione di contenuti in e-learning. Il nuovo strumento, MyOPF, potrà essere utilizzato sia per il personale del Gruppo che per le attività svolte a favore degli utenti del territorio». 

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