Nuovo stabilimento Danieli a Trieste, investimento di oltre 20 milioni di euro

Firmato nella sede di Buttrio il protocollo d’intesa per la realizzazione di un polo produttivo e distributivo che vedrà la luce in una parte di capannone ex Wärtsilä, dove saranno prodotte 10 mila tonnellate all’anno di aggregati, ovvero le polveri di colata

Maurizio Cescon
La firma del protocollo d'intesa nel quartier generale di Danieli a Buttrio
La firma del protocollo d'intesa nel quartier generale di Danieli a Buttrio

Danieli fa un altro passo, importante, verso il controllo totale della produzione di acciaio, realizzando in casa le polveri di colata di nuova generazione. E lo farà a Trieste, nella zona franca di Bagnoli della Rosandra (FreeEste).

Mercoledì 17 dicembre, nel quartier generale di Buttrio, è stato firmato il protocollo d’intesa tra la neo costituita joint venture italo-giapponese Shinagawa Danieli Advanced Materials Spa e l’Interporto di Trieste per la realizzazione di un polo produttivo e distributivo che vedrà la luce in una parte di capannone ex Wärtsilä adiacente al sito Bat, dove saranno prodotte 10 mila tonnellate all’anno di aggregati, ovvero le polveri di colata. Un investimento, da parte della nuova società, di circa 20,25 milioni di euro.

Lo stabilimento, operativo nella seconda metà del 2026, darà lavoro a una quarantina di addetti, tra operai e tecnici specializzati, vista la presenza di laboratori di innovazione, dove saranno integrate e adattate al contesto europeo le più avanzate competenze tecnologiche giapponesi e italiane. Il fatturato della fabbrica, che vede l’ingresso per la prima volta in Italia di Shinagawa, ammonterà a 30 milioni di euro.

L’insediamento sarà destinato alla produzione di polveri di colata, una sorta di lubrificante utilizzato nei processi di lavorazione dell’acciaio, indispensabili ai moderni impianti siderurgici green (Mida e Due) come quelli in Svezia o a Piombino, in fase di sviluppo nel sistema siderurgico internazionale. Il processo sarà supportato da soluzioni tecnologiche avanzate che coprono tutte le fasi, dalla realizzazione alla confezione del prodotto.

Le polveri – miscele complesse di aggregati nobili – sono utilizzate nella colata continua per creare una “pelle” fluida tra le piastre di colata e il flusso di acciaio liquido proveniente dalla paniera (a circa 1.550 gradi centigradi), con l’obiettivo di uniformare lo scambio termico e lubrificare le superfici, evitando difetti e consentendo elevate velocità di produzione. Le macchine di ultima generazione operano a ritmi molto elevati e richiedono fino a 0,5 chilogrammi di polveri per ogni tonnellata di acciaio. In Europa, con queste tecnologie, si prevede di arrivare a una produzione superiore a 20 milioni di tonnellate di acciaio all’anno. La disponibilità di know-how e soluzioni hi-tech dal Giappone rappresenta un’opportunità unica per il Friuli Venezia Giulia, che potrà così rafforzare il proprio ruolo nei circuiti internazionali dell’industria e della ricerca. Ma darà al gruppo Danieli anche un vantaggio nei confronti dei suoi competitor, proprio perché potrà avere il controllo di ogni fase del processo produttivo dell’acciaio senza dipendere dall’esterno.

Il presidente della multinazionale, Alessandro Brussi, parla di «un traguardo importante, che ci consentirà di evitare emissioni di CO2 in atmosfera. L’interporto di Trieste offre un’occasione ideale per concretizzare queste iniziative, grazie al regime di zona franca e anche per le infrastrutture di cui dispone. Cominceremo a lavorare subito, non appena l’impianto sarà pronto e ci sarà possibilità di raddoppio. Laboratori e ricerca ci consentiranno di mettere a punto la “ricetta magica” per ottenere le migliori polveri di colata esistenti». Di idea pensata dal compianto presidente di Danieli Gianpietro Benedetti, ha accennato il manager Guido Carnelutti, che ha messo a terra il piano. «La tecnologia giapponese - ha aggiunto - è leader in questo settore, le polveri lubrificanti sono indispensabili per velocizzare la produzione di acciaio».

Molto soddisfatto il presidente dell’Interporto di Trieste, Paolo Privileggio. «Il nuovo insediamento - ha affermato - il secondo dopo quello degli americani di Bat, rappresenta un esempio di come la logistica integrata possa diventare un fattore di crescita sostenibile e una sinergia virtuosa tra pubblico e privato. L’Interporto garantisce servizi, come il magazzino, supporto logistico e vicinanza al porto». Soddisfazione pure da parte del presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale, Marco Consalvo. «Questa joint venture tra Danieli e Shinagawa - ha detto - evidenzia il ruolo del punto franco come leva fondamentale per attrarre investimenti di profilo internazionale. FreeEeste, dopo l’iniziativa di Bat, si conferma come polo per attività produttive innovative».

Le firme vere e proprie sui documenti sono state apposte dall’ad della società Danieli-Shinagawa, l’avvocato Gianluca Buoro, e dal presidente dell’Interporto Paolo Privileggio, sotto gli occhi dei massimi dirigenti Danieli e di Yamaguchi Tadaaki, referente di Shinagawa per il progetto in Friuli Venezia Giulia

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