Mezzalira: «Fitt non pensa a quotarsi nel caso sceglieremo un partner con una forte impronta sostenibile»
L’amministratore delegato dell’azienda vicentina spiega le ragioni dell’ingresso in Elite. «Una scelta che si inquadra nel percorso di crescita nei mercati statunitense e cinese»

IL CASO
«Un percorso formativo di alto livello che ha fatto crescere in azienda le competenze necessarie a realizzare il percorso di crescita, dall’espansione internazionale all’ingresso in nuovi settori di business, fino alla riorganizzazione per accrescere la produttività e rafforzare la connessione con il mercato». Alessandro Mezzalira, ceo di Fitt, racconta così l’esperienza nella piattaforma Elite fatta dal gruppo di Sandrigo che realizza sistemi completi in materiale termoplastico per il passaggio di fluidi sia per uso industriale, sia edile, compreso l’ambito domestico, dal giardinaggio all’hobbistica. Fondata nel 1969 dal padre Rinaldo Mezzalira, ha chiuso il 2021 con un fatturato di 280 milioni di euro, conseguito per la gran parte in Europa, frutto del lavoro di 910 persone.
Possiamo dire che per la manifattura la situazione sta tornando ai livelli pre-Covid?
«Da quello che vediamo sì, anche se poi ogni situazione fa storia a sé. I nostri ricavi sono cresciuti del 17% sul 2020. La profittabilità è in linea con l’anno precedente nonostante l’aumento del prezzo delle materie prime e dei costi logistici. I mercati che sono cresciuti di più sono quelli dell’edilizia, delle piscine e delle soluzioni industriali. Per il 2022 prevediamo una sostanziale conferma di questo scenario con un’ulteriore crescita del fatturato verso i 300 milioni».
Cosa vi ha spinto ad aderire a Elite?
«La decisione si inquadra nel percorso di crescita aziendale, che tra le altre cose sta consolidando il suo peso negli Stati Uniti e ha lanciato un prodotto dedicato al settore alimentare sul mercato cinese. Di pari passo stiamo riorganizzando internamente la struttura per renderla sempre più performante e connessa con le necessità del mercato e siamo impegnati per accelerare il nostro impegno in chiave sostenibile. In questa cornice, Elite ci ha dato modo di compiere un percorso formativo di alto livello che ha permesso di far crescere all’interno di Fitt le competenze necessarie a centrare gli obiettivi prefissati. Inoltre, offre molteplici opportunità per fare network, che per noi oggi ha un valore fondamentale da più punti di vista: permette lo scambio di esperienze e di know-how sui temi del fare impresa, specialmente quelli legati allo sviluppo di un business che possa accogliere le priorità ambientali e sociali senza perdere competitività e capacità di crescita».
In concreto come è cambiata la vostra relazione con il mercato?
«Oggi la distribuzione tende a scegliere fornitori partner globali che sappiano reagire alle avversità esterne, con un’organizzazione industriale e logistica internazionale e grande solidità patrimoniale e finanziaria. La capacità di proporre al mercato una strategia orientata alla sostenibilità, con prodotti innovativi attenti a preservare l’ambiente, fanno percepire al cliente che con noi si può costruire una partnership a medio/lungo termine».
La partecipazione a Elite è un primo passo verso un’ulteriore apertura sul fronte del capitale o del debito?
«Per il momento non stiamo valutando questa evenienza. Se decideremo di farlo per i nostri progetti di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti, macchinari o siti produttivi, andremo a prediligere istituti e partner con una forte impronta Esg. Da luglio siamo diventati una società benefit: da qui si spiega la centralità della sostenibilità nelle scelte strategiche, di business e nei confronti dei partner, non solo tecnici o scientifici, ma anche del mondo economico e finanziario».—
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