La rivoluzione dei 45 gradi di Fantoni entra nella storia. A Roma inaugura Identitalia

L’angolo a 45 gradi, introdotto da Fantoni nel 1968 su disegno dell’architetto Gino Valle è valso all’azienda di Osoppo la chiamata dal ministero delle Imprese e del Made in Italy a rappresentare, insieme a un altro centinaio di aziende, il meglio della manifattura italiana nella mostra “Identitalia - The iconic italian brands” che sarà inaugurata oggi a palazzo Piacentini a Roma.
Nata per celebrare i 140 anni dell’ufficio italiano marchi e brevetti, l’esposizione – aperta fino ad aprile – mette insieme marchi e storie aziendali di tutti i settori merceologici. Compreso quello del mobile nel quale accanto a Fantoni esporranno i propri prodotti nomi del calibro di Cassina, B&B, Kartell e Flou.
Nel caso dell’azienda friulana l’elemento d’innovazione che farà bella mostra di sé a Roma sarà la giunzione a 45 gradi, un elemento costruttivo ideato 55 anni fa dall’industria di Osoppo e ancor oggi in produzione per alcune sue collezioni più iconiche di mobili da ufficio.
«Dal 1968 a oggi il taglio a 45 gradi è un elemento distintivo della nostra azienda ed è diventato un elemento di riferimento del mondo del design – spiega con orgoglio per l’invito ricevuto dal ministero, Paolo Fantoni, attuale presidente del gruppo industriale –. Questa innovazione ha fatto parte del primo importante progetto su cui mio padre Marco e Gino Valle lavorarono assieme, ovvero quello per la collezione di mobili inizialmente commissionati dalla Rinascente di Milano e poi realizzati per la sede della Zanussi di Porcia. Fu una collezione rivoluzionaria, non soltanto perché utilizzava una giunzione dei pannelli appunto a 45 gradi, ma anche perché per la prima volta aboliva qualsiasi gerarchia all’interno del personale: dirigenti e impiegati avevano tutti lo stesso tipo di mobili».
La soluzione valorizza la superficie più che il volume, il piano anziché lo spessore e riduce il numero delle linee di giuntura. «L’effetto visivo finale – continua Fantoni – è una sorta di smaterializzazione del mobile che diventa così più leggero. Ancora oggi – conclude – è una soluzione adottata in due nostre collezioni».
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