Il ritratto di Gianpietro Benedetti, sessant’anni di lavoro poi la discesa in campo: una vita alla Danieli ora la svolta più inattesa
Dall’esordio nel gruppo siderurgico di Buttrio da disegnatore tecnico all’uscita dalla crisi al fianco dell’allora presidente Cecilia Danieli

UDINE. Una lunga carriera e nessuna intenzione di appendere, metaforicamente, il lavoro e l’impegno quotidiano al classico chiodo, nonostante il giro di boa dei 60 anni di lavoro celebrati peraltro pochi giorni fa, a cui potrebbe sommarne uno tutto nuovo: la presidenza di Confindustria Udine. Se verrà eletto, ovviamente.
Gianpietro Benedetti, classe 1942, è tutt’ora alla guida, come presidente, di una delle aziende Top del Friuli Venezia Giulia, anzi di un Gruppo, il Gruppo Danieli: 2,7 miliardi di ricavi, oltre 8.600 addetti nel mondo di cui circa 6.000 - tra diretti e indiretti - in regione, tra i leader mondiali nella progettazione e costruzione di impianti siderurgici e tra i primi tre produttori europei di acciaio, che da solo vale il 40% dell’export della provincia di Udine e il 20% di quello regionale. Ed è in Danieli che un giovanissimo Gianpietro Benedetti fa il suo esordio nel mondo del lavoro come disegnatore tecnico nel ’61.
«E il primo giorno - racconta in occasione della consegna di un riconoscimento per i 60 anni di anzianità - venni rispedito a casa perché non avevo portato con me i compassi».

Al tecnigrafo trascorre alcuni anni poi diventa project manager di piccoli impianti, quindi si candida volontario per andare ad avviare impianti con problemi irrisolti in giro per il mondo per circa 5 anni, da Brescia al Sudafrica, dalla Grecia a Singapore, dalla Malesia a Israele e negli Usa. Una formazione “sul campo”, come la definiremmo oggi, e un’esperienza crescente che lo condurranno, a 30 anni, a diventare responsabile dell’ufficio tecnologie di laminazione calibrature per la definizione dei layout degli impianti.
E, ancora, nel ’76 diventa responsabile tecnico commerciale dell’ufficio vendite a cui, nell’80, si aggiunge la direzione tecnica che includeva anche il centro ricerche, quindi project management. Avanzamenti che si sussegono nel momento in cui la Danieli scommette su una trasformazione cruciale: da produttrice di macchinari per l’industria siderurgica a fornitore di impianti chiavi in mano.
Nell’86, nell’era di Cecilia Danieli diventata presidente e amministratore delegato, Benedetti viene nominato direttore generale del Gruppo. Insieme, inseguendo un disegno strategico, riuscirono a portare fuori l’azienda dalla crisi che aveva colpito il settore siderurgico.
Dagli anni 90 in poi il Gruppo ha proseguito la crescita anche attraverso importanti acquisizioni di aziende estere. Dopo la scomparsa di Cecilia Danieli, Benedetti diventa presidente e amministratore delegato nel 2003, carica, quella di Ad, che lascia nel 2018 a Giacomo Mareschi Danieli, figlio di Cecilia, mentre alla vicepresidenza del Gruppo c’è la maggiore delle due figlie, Camilla Benedetti.
Numerosi i riconoscimenti: è cavaliere del Lavoro dal 2006 e gli vengono conferite due lauree e un diploma in M.B.A ad honorem. Riservato per quel che riguarda la propria vita privata, non si sottrae mai a domande che riguardino il futuro, soprattutto dei giovani. Grazie a lui Danieli ha istituito prima l’asilo nido, poi la scuola primaria e ora la secondaria; sotto la sua spinta è nato l’Its Malignani e la Fondazione per formare i super-tecnici di cui l’economia del territorio ha bisogno.—
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