Il dg di Federmeccanica: «La crisi tedesca senza soluzioni a breve

Franchi ha incontrato in Confindustria Udine le imprese del settore. Illustrata la proposta per il Ccnl: a Nord Est interessa 330 mila addetti

Maura Delle Case

Parola d’ordine: sostenibilità. Anche per i contratti di lavoro. A sposare la filosofia che ormai pervade sempre più le aziende è il futuro contratto dei metalmeccanici, almeno così come proposto da parte datoriale che ieri lo ha illustrato in Confindustria Udine – nell’unico incontro organizzato in regione –, presente il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi: «La proposta di realizzare un Ccnl Esg unisce due necessità imprescindibili: quella della sostenibilità economica e sociale e quella della competitività»-

Diverse le novità che la proposta targata Federmeccanica si propone d’introdurre. Dal sesto livello all’anticipazione degli scatti di anzianità passando per un premio di risultato “istituzionalizzato” dal Ccnl da riconoscere ai lavoratori laddove non ve ne sia uno e l’azienda possa vantare un Ebitda superiore al 10%. E ancora, interventi a favore della non autosufficienza, più assistenza integrativa per le fasce deboli e più assistenza complementare per donne e neoassunti giovani. Più occupazione femminile nei livelli direttivi, più formazione, più risorse per l’occupabilità dei lavoratori a termine, più sicurezza sul lavoro e flexible benefits.

Tra le maggiori novità rientra la modalità di erogazione degli scatti di anzianità, «pagati tutti subito, a inizio biennio, anziché al termine del due anni su base mensile. Questo – ha spiegato Franchi – per garantire alle persone maggiori disponibilità finanziarie». Un esempio? Nel caso di un livello C3 – a metà strada tra il più basso D1 e il più alto A1 – l’elemento di continuità professionale – così sono stati ribattezzati gli aumenti periodici di anzianità – vale al primo biennio 780 euro per arrivare a 4 mila 420 euro al sesto.

C’è poi il premio di risultato che come detto viene previsto dalla proposta contrattuale di Federmeccanica laddove già non esista, per un importo pari a 700 euro, da riconoscere agli addetti occupati in aziende che abbiano un margine operativo lordo superiore al 10% del fatturato e che sia incrementale rispetto all’anno precedente. «Sempre più aziende hanno introdotto il premio di risultato, laddove questo non ci sia e le imprese vantino una buona marginalità riteniamo giusto – ha spiegato il direttore – che questa venga redistribuita». E poi ci sono le misure più “sociali”. Come le risorse per l’autosufficienza: una copertura integrativa gratuita per i lavoratori metalmeccanici che, dovessero ritrovarsi a fare i conti con una condizione di non autosufficienza, potrebbero contare su 600 euro mensili netti.

A Nord Est il rinnovo riguarda complessivamente 328 mila 900 addetti (4 mila 300 in Fvg e 264 mila 300 in Veneto) occupati in 28 mila imprese (4 mila 300 in Fvg e 23 mila 700 in Veneto). Un settore che pesa per circa un terzo del totale delle aziende manifatturiere e per quasi la metà degli addetti e che sta facendo i conti con una congiuntura economica «molto difficile» a detta sia di Franchi che del capogruppo di Confindustria Udine, Davide Boeri, affiancato ieri dal dg dell’associazione friulana, Michele Nencioni. «Quanto sta accadendo in Germania, primo Paese per le nostre esportazioni, ci preoccupa molto. Anche perché non prevediamo un miglioramento nel breve termine: le indagini a sei mesi – ha concluso il Dg – non mostrano luce in fondo al tunnel». —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © il Nord Est