Icop specialista nei microtunnel: ordini per 20 milioni
Le commesse riguardano il nuovo collettore idrofognario di Rimini, un lotto del metanodotto Recanati-Foligno e la rete ferroviaria di Catania.

Microtunnel ancora sulla cresta dell’onda per Icop, che ha ufficializzato l’acquisizione di tre nuove commesse tutte nell’ambito di questo settore, che vede l’impresa di Basiliano tra i principali player europei.
I lavori acquisiti, del valore complessivo di 20 milioni, riguardano il nuovo collettore idrofognario di Rimini, un lotto del metanodotto Recanati-Foligno e la rete ferroviaria di Catania.
Contratti, si legge in una nota dell’azienda guidata da Pietro Petrucco, che «testimoniano l’elevato livello di competenza tecnica e la leadership consolidata di Icop nel realizzare opere complesse e strategiche di portata nazionale attraverso il ricorso alla tecnologia del microtunnelling».
Questa tecnica, che consente di aprire gallerie fino a 3,5 metri di diametro senza scavi a cielo aperto, è particolarmente importante e sempre più ricercata per interventi che interessano aree sensibili per l’impatto abitativo, per la presenza di vincoli di carattere naturale, paesaggistico o artistico.
Quanto ai tre cantieri, uno riguarda il sistema fognario di Rimini ed è inserito in un progetto per la mitigazione del rischio idraulico, tema di assoluta priorità in questo momento per il Paese ma in particolare per l’area emiliano-romagnola.
Durata prevista dei lavori un anno e mezzo, analoga a quella del lotto del nuovo metanodotto marchigiano: Icop lavorerà alla tratta che attraversa la provincia di Macerata, tutta in territorio montuoso e collinare, che richiederà lo scavo di sei tunnel.
Per quanto riguarda infine il nodo ferroviario di Catania, che vede Icop già impegnata nei lavori fondazionali, il microtunnel sarà utilizzato per la posa sotterranea di una condotta senza interferire con il tracciato ferroviario.
«La nostra partecipazione a questi progetti – dichiara Piero Petrucco – conferma la nostra capacità di offrire soluzioni innovative e sostenibili. La nostra priorità – aggiunge l’amministratore delegato – è continuare a coniugare tecnologia avanzata, ambiente e sicurezza, guidando il settore delle infrastrutture e dell’ingegneria del sottosuolo».
Se tunnel e fondazioni sono il core business, a spingere commesse e fatturati di fatturati c’è anche la partnership con Hhla per lo sviluppo del porto di Trieste. La semestrale si è chiusa con 78,6 milioni di volume d’affari, in crescita del 58% rispetto alla prima metà del 2023.
Superata anche la soglia dei 400 dipendenti (oggi sono 405), in un anno che ha già visto la quotazione in Borsa (da luglio, listino Euronext Growth). All’orizzonte anche possibili acquisizioni, in particolare negli Usa, dove Icop conta di far valere la leadership europea nei microtunnel.
Riproduzione riservata © il Nord Est