Ceramica Dolomite, c’è l’accordo per un anno di cassa straordinaria

Partirà a settembre e interesserà una settantina di lavoratori su 344, nessuno dell’area produttiva
Paola Dall’anese

Passa per la cassa integrazione straordinaria di un anno con possibilità di uscite volontarie dei personale (una quarantina), per l’aumento di capitale, per la riorganizzazione del lavoro e per gli investimenti pensati per espandersi sui mercati internazionali il piano di rilancio della Ceramica Dolomite di Borgo Valbelluna. È stato sottoscritto ieri dai sindacati di categoria e dalla società alla presenza dell’Unità di crisi della Regione. «Sono state individuate le soluzioni più utili a favorire il percorso di rilancio della fabbrica e del marchio e sostenerne la crescita», fanno sapere Banca Finint, Delfin e Luigi Rossi Luciani Sapa che insieme, nel 2022, hanno rilevato dalla cessionaria Ideal Standard, la fabbrica trichianese dove ora lavorano 344 dipendenti.

La situazione

Attualmente – nonostante i dati parlino di un aumento dei volumi del 73% nel mese di giugno rispetto allo stesso periodo del 2023 – il fattore che ostacola una piena e sicura ripresa sono i costi fissi «ereditati dal passato, che hanno appesantito la ripresa dell’azienda», fanno sapere i soci, che si dicono intenzionati a lavorare, a partire da settembre e per tutto l’anno di valenza della cassa, «per favorire una struttura del lavoro più agile ed efficace, flessibile e resiliente. Questo accordo, infatti, riconosce e supporta tutte le iniziative messe in campo in questi due anni per rilanciare il business».

E le prospettive sono buone visto che «miriamo a concludere un ulteriore accordo con un importante cliente internazionale che ha visitato lo stabilimento e lo ha valutato adatto a produrre prodotti di alta qualità destinati ai mercati mondiali. Ma altri», anticipa la società, «si realizzeranno con il progressivo riallineamento dei prezzi alle medie di settore, dopo le difficoltà incontrate nel reintrodurre il brand Ceramica Dolomite per un lungo tempo scomparso dal mercato, e con la partecipazione a fiere commerciali in Italia e nel resto del mondo», dicono dalla società.

Gli strumenti per il rilancio

Da settembre scatterà la cassa straordinaria per crisi che interesserà 69 dipendenti a rotazione sui 344 totali. «Non saranno interessati i lavoratori della produzione, visto che l’azienda ha necessità di potenziare proprio questo ambito», chiariscono i sindacati di categoria Uiltec Uil, Femca Cisl e Filctem Cgil. Non sono escluse anche delle uscite volontarie o delle ricollocazioni di alcune figure all’interno dell’azienda con nuovi ruoli o all’esterno grazie a percorsi di formazione ad hoc.

I sindacati

I sindacati si dicono pronti a iniziare la trattativa per aiutare l’azienda a gestire questo momento nel migliore dei modi, salvaguardando tutti i posti di lavoro. «Già domani (oggi per chi legge, ndr) inizieremo la discussione. Poi ci sarà il fermo estivo per l’intero mese di agosto, per poi ritrovarci a settembre e proseguire il confronto», spiega Giorgio Agnoletto della Uiltec che, insieme ai colleghi Stefano Zanon della Femca veneta e Gianpiero Marra della Filctem bellunese, non nasconde una certa preoccupazione.

«Veniamo dai contratti di espansione che hanno portato all’uscita di 80 lavoratori nel passaggio alla nuova società. Vediamo, però, che l’azienda si sta dando da fare, ora abbiamo un anno per trovare le soluzioni e uscire da questo impasse», dice Zanon, che crede nelle potenzialità dello stabilimento. Per questo tutti chiedono che «si avvii un confronto serio e trasparente e che l’azienda proceda in modo coerente a quanto detto».

«Noi lavoreremo per evitare qualsiasi esubero: ad eventuali ricollocamenti o anche corsi di formazione ad hoc i lavoratori interessati dalla cassa potranno decidere di aderire o meno sempre su base volontaria», sottolinea Marra, non escludendo che qualche dipendente possa anche decidere volontariamente di andare in pensione o cambiare fabbrica nel corso dell’anno.

La Regione

Anche dalla Regione, che ha sempre seguito questa partita arrivano messaggi ottimistici. A parlare è il presidente Luca Zaia che dice di aver sempre creduto nelle potenzialità di questo stabilimento e nella nuova società arrivata in un momento non favorevole «ma nonostante questo ha raggiunto importanti risultati con le nuove collezioni e l’efficienza delle produzioni». Tramite l’Unità di crisi, la Regione si impegnerà «a monitorare la situazione con nuovi incontri e valutare l’impiego di strumenti per limitare il rischio esuberi».

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