Brexit, il "no deal" mette a rischio gli alternatori inglesi di Mecc Alte

L’uscita non regolata del Regno Unito dall’area europea di libero scambio rischia infatti di comportare la reintroduzione delle regole OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio) tra le due sponde della Manica

VICENZA. Sventola ancora la bandiera dell’Unione Europea nella sede di Mecc Alte U.K. Ltd nella contea inglese di Rutham, 170 chilometri a nord di Londra. È dal 1997 che la vicentina Mecc Alte, nata nel 1947, produce alternatori di corrente anche in Inghilterra per i mercati di Nord Europa, Francia, Africa e Medio Oriente.

Nel quartier generale di Creazzo si teme la Brexit senza accordo: dazi e complicazioni doganali che avrebbero un impatto negativo sulla produzione integrata tra gli stabilimenti veneti e quello britannico. L’uscita non regolata del Regno Unito dall’area europea di libero scambio rischia infatti di comportare la reintroduzione delle regole OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio) tra le due sponde della Manica.

Quindi da gennaio 2021 non solo tariffe su import-export ma anche costi per procedure doganali più lente e per l’adeguamento di processi e strumenti di gestione delle filiere internazionali. “Ci sarebbero problemi con la fornitura alla fabbrica inglese di componenti dall’Europa, in particolar modo i lamierini tranciati prodotti nel nostro stabilimento di Bevilacqua nel veronese”, osserva Mario Roberto Carraro, amministratore delegato del gruppo.

“In media dall’Italia ne parte un camion al giorno, e non avrebbe senso adibire in Inghilterra una produzione ad hoc perché i macchinari e gli stampi per questi componenti hanno un ammortamento molto lungo e occorre concentrare l’investimento in un unico sito”.

Carraro non nasconde che se non si trovasse un modo per evitare nel 2021 l’introduzione di dazi e costi vari, in assenza di altri reali vantaggi Mecc Alte potrebbe non considerare più sostenibile la produzione in Inghilterra. “Non è solo per i dazi in un settore così cost-sensitive. Ci sarebbero anche i costi burocratici e gestionali di regimi doganali differenziati”. Carraro, come del resto molti altri imprenditori di aziende italiane che hanno con il Regno Unito importanti connessioni sia commerciali sia di filiera produttiva, ha più motivi di preoccupazione.

“Non da ultimo, l’assoluta incertezza che regna su tempi e modi di adeguamento degli ERP aziendali necessari alla corretta gestione dei processi di passaggio di materie prime, componentistica e semilavorati da e verso il Regno Unito a partire dalla riapertura del 7 gennaio”.

Il gruppo Mecc Alte con un fatturato di 160 milioni nel 2019, in calo del 18% nel 2020 causa Covid, è un importante produttore indipendente di alternatori elettrici in un mercato internazionale dove operano molte multinazionali. Mecc Alte oggi non produce solo in Italia e Regno Unito, ma per il mercato asiatico anche in India e Cina. “Per l’Asia la filiera produttiva è completamente autonoma rispetto all’Europa, perché nel nostro settore per essere competitivi in quei mercati occorre esservi completamente localizzati”, spiega Carraro.

Tre sono le divisioni di mercato: gli alternatori industriali, prodotti in Europa a Creazzo e in Inghilterra, che si suddividono in generatori Prime Power impiegati dove non arriva la rete elettrica (cantieri, navale, rifugi di montagna e aree remote in generale, etc.) e Stand-by utilizzati dove è necessario mantenere una continuità stabile di erogazione (ospedali, data center, etc.); i piccoli portatili venduti attraverso i canali della distribuzione commerciale, assemblati nello stabilimento di Soave; gli alternatori eolici e idroelettrici prodotti nello stabilimento di Montecchio Maggiore.

A questi si aggiungono gli alternatori speciali per saldatrici della controllata Zanardi di Altavilla Vicentina. La questione doganale e fiscale post Brexit è certamente rilevante, perché delle procedure base pur semplificate sarebbero comunque necessarie anche se si raggiungesse un accordo di libero scambio.

Il tema è quindi stato recentemente oggetto di formazione on line di Confindustria con ICE-Agenzia e Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, con centinaia di partecipanti all’ultimo webinar del 10 dicembre coordinato da Confindustra Vicenza.

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