Le magnifiche Top 100 del Nord Est: tra le new entry Morellato, De Rigo e Piovan Group

Due gruppi legati al mondo del lusso le principali novità: occhialeria e gioielli fra le specializzazioni produttive del Nord Est. L’esordio di Serenissima Ristorazione Salvagnini, Man Truck & Bus Italia, Vega Coop e AutoBrennero

Luigi Dell’ Olio
Un negozio Morellato
Un negozio Morellato

In alcuni casi si tratta di novità “tecniche”, legate all’assenza in passato di informazioni adeguate. In altri, invece, il segnale dei trend emergenti sul mercato. Anche nell’edizione 2025 di Top 100 non mancano le novità all’interno di una classifica che è guidata da Hera Trading, davanti a Eurospin e Volkswagen Group Italia. In linea di massima quello nordestino resta un tessuto imprenditoriale dominato da piccole e medie imprese, ma la crescita dimensionale è una tendenza che dura da tempo per la necessità di difendere i margini in uno scenario sempre più competitivo e di liberare risorse per gli investimenti.

Tra le principali novità di questa edizione ci sono Morellato e De Rigo, due aziende a diverso titolo legate al mondo del lusso. Si tratta di un aspetto interessante, considerato che il settore non sta vivendo un periodo propriamente brillante, soprattutto a causa del calo della domanda da parte dei consumatori cinesi, come racconta Gianluca Toschi, ricercatore senior della Fondazione Nord Est, che ha effettuato lo studio. Le due società entrano rispettivamente al 70° e al 90° posto, con la prima che vede quasi raddoppiare i ricavi da 392 milioni del 2022 a 738 del 2023 e la seconda che passa da 505 a 562 milioni.

Morellato è il più importante gruppo italiano di gioielleria e orologeria, leader mondiale nel settore dei cinturini per orologi di alta gamma. Fondato a Venezia nel 1930 come laboratorio di orologi e gioielli, che presto si specializzò nella produzione di cinturini in pelle per orologi da polso, sotto la guida di Massimo Carraro ha conosciuto una grande espansione anche a livello internazionale. In una recente intervista l’imprenditore ha detto di attendersi per la chiusura dell’ultimo esercizio (terminato a fine febbraio) un fatturato tra 740 e 750 milioni e di attendersi un 2025 complicato, pur conservando un ottimismo di fondo grazie a un approccio basato su qualità, valore e innovazione. Tra le ultime novità, da segnalare la partnership con Karl Lagerfield. La collaborazione comprenderà due uscite all’anno, seguendo i ritmi della moda, primavera-estate e autunno-inverno, e spazierà dai gioielli agli orologi per l’uso quotidiano a modelli più audaci e per occasioni speciali fino, senza dimenticare le possibili edizioni limitate.

Quanto a De Rigo, è stata fondata nel 1978 a Pozzale di Cadore dai fratelli Walter ed Ennio De Rigo e oggi opera a Longarone nella produzione e distribuzione di occhiali. Ilgruppo ha anche una divisione refrigerazione. Ma è l’occhiale l’attività in cui l’impresa familiare bellunese è più conosciuta. In questo ambito opera con i marchi Lozza, Police, Sting e Yalea e le licenze per distribuire – tra gli altri - i brand Blumarine, Chopard, Diff Eyewear, Escada e Furla.

La crescita è proseguita anche nel 2024, con ricavi per 536,8 milioni di euro. «I primi sei mesi dell’anno avevamo una crescita a doppia cifra. Purtroppo qualcosa è cambiato nella seconda parte», ha raccontato in proposito Maurizio Dessolis, executive vice chairman di De Rigo. Particolarmente significativa è stata la crescita in mercati strategici come Turchia, Stati Uniti, Spagna, Brasile e Germania. Il segmento dei marchi di fascia alta ha trainato la crescita, beneficiando dell’integrazione di Porsche Design nel portafoglio del gruppo.

Un’altra novità della classifica di quest’anno è la Massimo Zanetti Beverage Group, ma – spiega Toschi – ci sarebbe stata anche lo scorso anno, tuttavia in primavera non era ancora disponibile il bilancio. Tra le altre new entry figurano Italscania, Pregis, Vertiv (azienda che produce sistemi per i datacenter, un settore sotto i riflettori in questo periodo per il boom dell’intelligenza artificiale) e la veneziana Piovan, con sede a Santa Maria di Sala, attiva nello sviluppo e nella produzione di sistemi per l’automazione dei processi produttivi per lo stoccaggio, il trasporto e il trattamento di polimeri, polveri plastiche e alimentari. La crescita recente è passata soprattutto attraverso l’internazionalizzazione: solo negli ultimi mesi vi sono stati l’espansione dello stabilimento indiano e l’inaugurazione di un impianto in Cina. La nuova sede da 15 mila metri quadri e 10 milioni di investimento farà da capofila nella produzione di impianti, nelle consulenze ingegneristiche e nell’assistenza post vendita per tutte le filiali del gruppo nell’area Asia e Oceano Pacifico. A marzo la società si è delistata da Piazza Affari, dopo l’esito positivo dell’Opa lanciata dal private equity Investindustrial, insieme alla famiglia Piovan.

Non si tratta di un fatto isolato. Negli ultimi anni sono state molte le società che hanno lasciato Piazza Affari o perché scontente della valutazione fatta dal mercato o per la necessità di crescere senza l’ansia dei risultati di breve. In questo caso per il gruppo con circa 1.800 dipendenti e il 90% dei ricavi realizzati al di fuori dell’Italia, l’obiettivo è soprattutto la crescita sui mercati internazionali.

Tutte nuove le ultime cinque posizioni della Top 100. È il caso di Serenissima Ristorazione, Salvagnini Holding, Man Truck & Bus Italia, Vega Società cooperativa e Autostrada del Brennero, con quest’ultima a chiudere il novero delle principali aziende nordestine grazie a un fatturato di 514 mila euro. 

Luigi dell’Olio

 

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