Sport Business Forum: a Trieste Tania Cagnotto, la tuffatrice più titolata di sempre. «A 30 anni il vero trionfo. Ora tifo Sinner»

La vicepresidente della Federnuoto oggi opera nel tempo libero come mental coach, è mamma di due splendide bambine, ed è anche influencer

Riccardo Tosques
Tania Cagnotto
Tania Cagnotto

La tuffatrice azzurra più titolata di ogni epoca.

Esattamente 65, questo lo straordinario numero di medaglie che Tania Cagnotto è riuscita ad appendersi al collo in una carriera sportiva con pochissimi eguali in Italia e non solo.

La 40enne bolzanina – ancora oggi la tuffatrice europea ad aver centrato il maggior numero di medaglie in carriera – è una vera leggenda dello sport azzurro tanto da essere entrata dal dicembre del 2023 nel firmamento italiano facendo il proprio glorioso ingresso nella Walk of Fame del Foro Italico di Roma.

Tania Cagnotto
Tania Cagnotto

È stata un enfant prodige prendendo parte alla sua prima Olimpiade a soli 15 anni e mettendo nel proprio curriculum qualcosa come cinque partecipazioni ai Giochi (Sidney 2000, Atene 2004, Pechino 2008, Londra 2012, Rio de Janeiro 2016).

Oggi è vicepresidente della Federnuoto, opera nel tempo libero come mental coach, è mamma di due splendide bambine, ma è anche influencer: la sua pagina Facebook vanta oltre 246mila follower.

A Sport Business Forum interverrà come ospite d’onore dell’incontro “La signora dei tuffi: tra successi, famiglia e sogni”, giovedì 29 maggio a Trieste intorno alle 18, intervistata da Giovanni Marzini, giornalista, editorialista del Piccolo e direttore IES Magazine.

 

 

Cagnotto, nella sua invidiabile carriera ha vinto decine di titoli italiani ed europei. Ha dovuto però attendere di compiere 30 anni prima di salire sul tetto del mondo e 31 per conquistare una medaglia, anzi, due, alle Olimpiadi. Nello sport, come nella vita, chi la dura la vince?

«Assolutamente vero, non bisogna mai mollare ma perseguire il proprio obiettivo, sempre e sino in fondo. Nel mio percorso agonistico, dopo tante soddisfazioni a livello nazionale e continentale, sono riuscita a raggiungere l’apice all’età di 30 anni conquistando prima il Mondiale (ed è l’unica atleta italiana ad averlo fatto, ndr) e poi due medaglie olimpiche, dopo quattro Giochi senza podi».

Tania Cagnotto
Tania Cagnotto

 

Nel 2020 si è ritirata dalle competizioni ma ora sta vivendo lo sport da un’altra angolazione: dietro la scrivania, in qualità di vicepresidente della Fin. Più complicato fare la tuffatrice o fare politica?

«Il 28 ottobre scorso ho ricevuto questa importante nomina all’interno della Federnuoto. Essere vicepresidente in rappresentanza degli atleti è un onore ma anche un onere. Oggi posso dire che fare la tuffatrice era molto più semplice rispetto ad un ruolo del tutto nuovo per me. Sto facendo più fatica rispetto a quando facevo l’atleta, ma tempo al tempo».

Tra le sue nuove attività c’è anche quella di mental coach.

«Mi piace l’idea di lavorare sulla testa degli sportivi per poter far ottenere loro dei buoni risultati in campo agonistico. Purtroppo sto ricavando poco tempo per questa attività. Però è molto stimolante e gratificante».

La famiglia ha avuto un ruolo importante nella sua vita da atleta. Consiglierebbe ad un atleta di farsi allenare da un proprio genitore?

«Mamma Carmen è stata la mia allenatrice per i primi anni della mia carriera. Poi è subentrato papà Giorgio. Dal lato della mia esperienza direi che è compatibile che all’interno di una famiglia si crei il rapporto allenatore-atleta. Ci vuole però intelligenza. Da entrambe le parti».

Suo padre Giorgio è stato un modello a cui ispirarsi in piscina oppure una figura così di valore da poter risultare “ingombrante”?

«No, mio papà non è stato assolutamente una figura pesante nella mia vita. Anzi: entrambi miei genitori hanno sempre funto da stimolo per me. Sapevo perfettamente quello che avevano fatto nelle loro rispettive carriere. Io, in serenità, ho tracciato la mia strada».

Che futuro sportivo vede per le sue due figlie?

«Maya si sta divertendo molto a fare tennis e mi fa molto piacere. Lisa invece è ancora piccolina (ha 4 anni, ndr) per capire quale sia la sua propensione. Per me, comunque, l’importante è che facciano sport. E naturalmente che siano felici».

Dopo di lei è emerso un altro fuoriclasse sudtirolese dello sport azzurro, Jannik Sinner. Vi siete conosciuti?

«Sì, ho avuto la fortuna di conoscerlo ed in un’occasione è stato ospite a casa nostra. Penso che sia una bellissima persona e un tennista straordinario. Provo molta stima per le sue qualità e faccio davvero il tifo per lui: è un ragazzo che merita ogni bene».

Oltre ai tuffi, c’è qualche sport che segue in particolare? Si dice che lei sia una tifosa juventina. ..

«Simpatizzo per i colori bianconeri, questo è vero. Non posso però definirmi una grande appassionata di calcio. Guardo molto volentieri le partite di tennis e naturalmente tutti gli sport legati al mondo della Federnuoto, come il nuoto, il nuoto artistico, la pallanuoto, e sì, ovviamente, anche i miei tuffi».

 

Riproduzione riservata © il Nord Est