A Sport Business Forum il presidente Pozzo e il futuro dell’Udinese: «Il modello è l’Atalanta»
Il “paron” sul palco di palazzo Fantoni a Gemona ha ripercorso gli anni alla guida della squadra bianconera: «All’inizio acquistare il club non era nei miei programmi»

Le origini della storia si perdono fra i ricordi delle notti in Europa, dietro ai successi, ai campioni eterni, quasi velate da gesta, saluti. Messaggi: d’amore per una città, una terra. La sua, sposata, sportivamente, nel lontano 1986. Trentanove anni dopo, lo sposalizio, sul piano simbolico, è stato rinnovato venerdì sera in occasione della seconda edizione di Sport Business Forum.
Fra i big del calcio, così, il patron dell’Udinese Calcio Gianpaolo Pozzo è salito sul palcoscenico di palazzo Fantoni, a Gemona, per rinfrescare a tutti i presenti la memoria su quella che, ad oggi, risulta ancora esser l’epopea più gloriosa, la più squisitamente romantica, legata al mondo del pallone in bianconero.
Un mondo radicato nella storia del territorio, storia che, proprio a Gemona, parla di eventi ancora vivi nella memoria collettiva del popolo friulano. Il terremoto del 1976, quindi, è entrato a gamba tesa, a inizio appuntamento, a pretendere il suo spazio, quasi cinquant’anni dopo.
Il ricordo
«Mi trovavo in Jugoslavia – il ricordo del “paròn” Pozzo –, stavo giusto rientrando a casa quando, al momento di imbarcarmi, sono stato informato di quanto fosse successo in Friuli. Ho telefonato alla mia famiglia, a Udine, e tutti stavano bene. Ma altrove, come qui, a Gemona, purtroppo era successo il disastro».
Presenti anche loro in veste di ospiti, i campioni dell’Udinese Nestor Sensini e Paolo Poggi, affiancati dal direttore generale bianconero Franco Collavino, hanno condiviso i loro pensieri al riguardo, citando l’orgoglio manifestato dalla gente del territorio, anche negli anni successivi al cataclisma.
L’excursus
Da toni più seri si è quindi passati a excursus più lieti, contraddistinti da scambi frizzanti fra tutti gli interlocutori ben scanditi dal moderatore, il giornalista del Messaggero Veneto Massimo Meroi. «L’Udinese non rientrava nei miei programmi»: pronti via, primo “titolo” della serata, la firma di Gianpaolo Pozzo. Da qui, però, il chiarimento: «Non era nei miei programmi prendere l’Udinese. Ma a un certo punto la proprietà precedente si era trovata nella necessità di vendere. Si parlava di una cordata, ma alla fine sono rimasto da solo. Forse – l’aggiunta, a mo’ di battuta – sono stato un po’ ingenuo».
Le prospettive
Il tempo, comunque, è finito per dargli ragione. Tra una tentazione e l’altra: si è parlato, così, di un accordo saltato con Maurizio Zamparini, «ma ci sono state anche altre occasioni». Inevitabile, quindi l’accenno alle più recenti voci di un acquisto da parte di una nuova proprietà: «Se un giorno venderemo l’Udinese – ha chiarito Pozzo –, lo faremo solo allo scopo di rafforzare il club, per ottenere così degli obiettivi sportivi maggiori». Fragorosi gli applausi in risposta.
«Per una provinciale – ha poi proseguito il “paròn” –, aver fatto 31 anni di serie A è un buon risultato. Ma oggi abbiamo un modello, cioè l’Atalanta, che ci dimostra come, con nuove risorse, si possa puntare più in alto. Questa possibilità ce la può avere anche l’Udinese. Quindi non lo escludiamo: se qualcuno arriva con un progetto ambizioso, serio, noi siamo qua. L’importante è che si migliorino gli obiettivi della squadra. Io, non dimentichiamolo, sono un tifoso. E a me la salvezza non basta». Altri applausi.
Fra presente e passato
A volo di gabbiano, anzi d’aquila, gli ospiti d’onore hanno affrontato tematiche ancora attuali, perlomeno nei loro ricordi nonché in quelli del tifo friulano. «La notte più bella quella con l’Ajax», parola di “Paolino” Poggi; la più brutta? «Forse quella in casa contro il Barcellona», la sentenza di “Nonno” Nestor. Da Barcellona a Barcellona, Pozzo ha spiegato come, prima dell’esodo bianconero al Camp Nou, nessuno, lì, sapesse che lui fosse alla guida di un club di A.
Gli obiettivi
Con lo sguardo al futuro, lo stesso patron si è infine soffermato su quei traguardi che lui stesso, un domani, vorrebbe raggiungere: «Lasciare il progetto di conservazione per fare come l’Atalanta e puntare all’Europa». Al suo fianco, il dg Collavino ha aggiunto: «Che la società resti un punto di riferimento a livello internazionale. Sul piano sportivo, come non pensare all’Europa».
Nell’attesa, occhio al Milan, per la sfida di questa sera: «Puntiamo sempre a vincere. La squadra è partita bene, loro poi sono un club prestigioso e le motivazioni saranno tante. E poi giochiamo in casa».
Orgoglio
Ha partecipato all’evento, manifestando la sua appartenenza ai colori bianconeri, anche l’assessore regionale alle Finanze, Barbara Zilli: «La storia dell’Udinese è un esempio della caparbietà, della lungimiranza dei suoi protagonisti, e di un patron, Gianpaolo Pozzo capace di far crescere la sua squadra come un buon padre di famiglia e la sua società come un’impresa che continua a dare lustro al territorio».
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