Longarone Fiere, porta delle Dolomiti: «Le Olimpiadi un trampolino di lancio»

Parla la presidente Caterina Carrer: «Il 6 giugno con Ride the future esploreremo la nuova frontiera dell’innovazione del mondo bike»

Francesco Dal Mas
Non solo fiere: Longarone Fiere sfrutterà l’appuntamento olimpico per allargare il proprio raggio d’azione
Non solo fiere: Longarone Fiere sfrutterà l’appuntamento olimpico per allargare il proprio raggio d’azione

«Le manifestazioni che hanno caratterizzato, fino a ieri, la fiera di Longarone, non sono più sufficienti per rispondere alla domanda di chi vuole partecipare a eventi culturali, sociali, non solo economici. Specie in un territorio attrattivo come quello delle Dolomiti. E siccome abbiamo la straordinaria opportunità di essere raggiunti facilmente da Venezia e dal resto del Veneto e, al tempo stesso, di essere ai piedi delle montagne più belle al mondo, la Fiera di Longarone di sta ripensando in una prospettiva nuova».

La “proiezione” è della neopresidente, Caterina Carrer. Detto, fatto. Il primo appuntamento della fase nuova sarà il 6 giugno.

Caterina Carrer
Caterina Carrer

Che cosa accadrà il 6 giugno?

«Ospiteremo un evento di “Sport Business Forum”, in particolare il convegno su Ride the future: la nuova frontiera dell’innovazione del mondo bike».

Interverranno Luciano De Propris, head of Open Innovation & Sustainability Elis Innovation Hub, Gabriele Paglialonga, direttore generale Industrio Ventures, Federico Smanio, amministratore delegato Wylab e program director WeSportUp, Alberto Baban, presidente VeNetWork e presidente Fondazione NordEst. «Con questo evento cominceremo a dare un’immagine diversa della Fiera. A partire dalla struttura logistica».

Quali saranno le novità per il visitatore?

«L’ingresso a nord, anziché a sud, quindi vicino al grande parcheggio».

Che sarà il parcheggio scambiatore delle Olimpiadi. Quindi vi state già preparando strutturalmente per i Giochi?

«Il nostro ruolo preciso non è stato ancora definito. Ma sicuramente saremo l’hub logistico delle Olimpiadi e Paralimpiadi di Cortina. Metteremo a disposizione i nostri parcheggi. Ma funzioneremo anche da stazione di interscambio, con tutta l’accoglienza possibile».

Longarone Fiere, dunque, si presenterà all’appuntamento olimpico come la vetrina delle Dolomiti. Ed è questo il ruolo che svolgerete anche in futuro, dopo i Giochi? Agevolati dalla nuova variante che proseguirà di fatto la “comodità” dell’autostrada fino all’ingresso della Fiera.

«Proprio così. La Fiera di Longarone non vuole essere solo una serie di esposizioni, seppur importanti, ma che la animano soltanto per un numero limitato di fine settimana nel corso dell’anno. Vorremmo essere la porta d’ingresso delle Dolomiti. A un passo da Venezia, da quel Veneto che con i suoi numerosi siti Unesco attrae oltre 70 milioni di turisti l’anno da tutto il mondo. Non rinneghiamo niente del passato, continueremo a portare avanti gli eventi fieristici che comunque hanno registrato grandi seguiti. Ma integreremo questa attività con altri momenti: manifestazioni culturali, mostre, concerti. Ospiteremo prossimamente il Museo Itinerante, che si fermerà tre mesi».

Oggi le Dolomiti sono molto frequentate, in particolare dagli stranieri, perché consentono il turismo lento, soft, quello che consente esperienze emozionali. Potrebbe accadere che in futuro Longarone Fiere si consolidi come hub logistico dove si lascia l’auto e il turista prosegue con navette per le destinazioni dolomitiche senza impattare per ore e chilometri le snervanti code d’auto?

«Sì, certo, certo. Cortina stessa, peraltro, si sta trasformando in questa prospettiva. La Fiera di Longarone è quindi destinata ad un’altra configurazione. Che pur comprende, lo ribadisco a scanso di equivoci, le manifestazioni espositive già sperimentate e magari altre di nuove».

A questo punto si pone il tema delle alleanze. Avanti da soli o con chi altro? Vicenza e Rimini piuttosto che Verona?

«La nostra prospettiva è sicuramente quella di creare delle alleanze. E questo perché oggi vince lo spirito di squadra. Le soluzioni individuali non portano da nessuna parte. Tengo comunque a chiarire subito che le future alleanze non porranno Longarone in secondo piano rispetto a fiere. Anche se dovessimo collaborare con fiere ben più importanti…».

Vicenza e Rimini?

«Sì, ma non solo. Longarone si riserverebbe comunque la caratteristica della tradizione, dell’identità territoriale, della nicchia valoriale».

La Mig, ad esempio, la Mostra internazionale del gelato.

«Pensiamo appunto al gelato. È evidente che Rimini non può essere paragonata sotto certi profili a Longarone, ma è altrettanto pacifico che Longarone ha la storia, la tradizione da proporre, l’identità, i valori appunto».

La fiera o la vetrina delle specificità, dunque?

«Un ruolo, questo, che esalterebbe, anziché mortificare la nostra».

Lei è una trevigiana prestata al Bellunese. Longarone potrebbe costituire un polo con le fiere di Santa Lucia di Piave, di Godega, e finanche con quella di San Donà di Piave?

«Io davvero ci credo. E sto già lavorando in questa direzione».

Quali sono stati i primi passi del nuovo consiglio di amministrazione?

«Intanto va detto che tutti i consiglieri sono operativi, anche se abbiamo un amministratore delegato. In questi mesi ci siamo attivati per conoscerci tra noi e coi collaboratori, che riteniamo la nostra risorsa più preziosa. Abbiamo riflettuto sulle capacità e le potenzialità di ciascuno per ricavare il meglio e metterlo a disposizione del programma che andremo a perfezionare. Anche attraverso le nuove integrazioni. Ovviamo tenendo d’occhio le disponibilità finanziarie. Intanto, alcuni di noi consiglieri si stanno relazionando con soggetti, anche istituzionali, che possono meglio accompagnarci in questa fase di rilancio».

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