Calcio da profiler: la scienza va in campo e studia le differenze

Nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale per elaborare la data analysis, scovare nuovi talenti, analizzare i video dei match ed estrarre (incrociandoli) una miniera di dati

Giovanni Armanini

C’è un dato che emerge in tutte le analisi calcistiche ed è la staticità di quello che si rileva, legato per lo più al qui ed ora: dall’osservazione classica al risultato di una partita, la più grande difficoltà degli addetti ai lavori è quella di allargare i propri orizzonti.

Il futuro, tuttavia, porterà ad una realtà più dinamica ed in divenire, per cogliere gli aspetti predittivi e non solo, attraverso tecnologie come l’Intelligenza artificiale e la realtà virtuale.

Lo hanno testimoniato Aldo Comi (Soccerment) e Michele Crestani (Sics), due società italiane che recentemente si sono fuse per unire know how complementari, ma anche Tom Vincent (Rezzil) che ha parlato a nome della sua società specializzata in realtà virtuale e capace attraverso i propri sistemi di supportare i club nello scouting, nel recupero dagli infortuni ma anche nell’analisi delle partite. In cosa consiste il dinamismo?

«Un esempio - spiega Comi - è il clustering, un nostro metodo di rilevazione che fotografa un giocatore non più per la sua posizione in campo ma per la sua attitudine, per come si muove e fa muovere il pallone. Due terzini come Azpilicueta e Trent Alexander-Arnold, per fare un esempio, hanno posizionamento simile ma funzioni diversissime».

Un altro aspetto lo coglie Vincent: «Lo scouting attraverso la realtà virtuale guarda alla capacità di un giocatore di apprendere, di trovare soluzioni veloci ed efficaci. Ci dice in altre parole che il giocatore che stiamo osservando è parte di una traiettoria professionale che può crescere o decrescere. Ed in questo modo diventa più consapevole la scelta che si fa su di lui».

Un approccio basato sull’IA, altro aspetto dinamico, è personalizzabile: «Ci siamo fusi con Soccerment - aggiunge Crestani - per lavorare sullo scouting sapendo che attraverso l’intelligenza artificiale possiamo fornire soluzioni molto più targettizzate alle esigenze dell’allenatore e del suo modo di vedere il calcio. Questa attenzione al singolo club ha sempre caratterizzato il nostro servizio, ora tocchiamo un livello superiore».

«Anche se - chiude Vincent - io che lavoro a Dubai riscontro che in Arabia come in Italia il problema non sono mai i soldi a disposizione ma la propensione culturale a spenderli in un certo modo». —

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