«Il rumore delle parole», il podcast del Cantiere delle donne

Sei puntate, altrettante storie di violenza raccontate in anonimato per testimoniare l’impatto che la violenza di genere ha avuto sulle loro vite. Il progetto presentato a Bruxelles

La redazione
La presentazione del podcast a Bruxelles, quarta da sinistra l'europarlamentare Donazzan
La presentazione del podcast a Bruxelles, quarta da sinistra l'europarlamentare Donazzan

Non si ferma la carica del Cantiere delle donne, associazione veneta che dalla nascita si batte per la parità di genere, l’empowerment femminile e contro la violenza sulle donne.

Dopo aver ideato e promosso, qualche giorno dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin , l’instant book “Il Rumore delle parole, Per Giulia e le Altre”, che raccoglie 38 racconti anonimi di donne e delle violenze, che hanno subito nel loro quotidiano. Di quei racconti sono stati rispettati i contenuti e la spontaneità della forma, i diritti d’autore sono stati devoluti a Casa Elena, la terza casa rifugio per donne vittime di violenza nel territorio padovano, gestita dal Gruppo Polis. Oggi l’associazione ha deciso di usare un altro linguaggio, più universale e immediato, alla portata di tutti, soprattutto dei più giovani, quello del podcast, e di indagare le dinamiche delle storie malate che diventano violente.

A realizzarlo Pamela Ferlin e Micaela Faggiani, quest’ultima presidente dell’associazione. Nel podcast, che riporta lo stesso nome dell’instant book “Il rumore delle parole”, prendono vita le storie vere di sei donne venete che hanno scelto di raccontare in totale anonimato, grazie alla rete del Cantiere delle Donne, l’impatto che la violenza di genere ha avuto nella loro vita.

Il progetto è stato presentato ufficialmente a Bruxelles, nella sede della Regione del Veneto e alle europarlamentari Elena Donazzan ( Fdi) e Alessandra Moretti (Pd), a pochi giorni dalla messa in onda delle prime due puntate, in occasione della visita dell’associazione nella capitale del Belgio assieme al Comune di Limena e alle due associazioni musicali e di danza del comune padovano, Daigo Music School e Danzacity, con le quali l’associazione opera da tempo e con le quali è stata anche alla Camera dei Deputati a presentare proprio l’instant book “Il rumore delle parole” da cui nasce anche il podcast. E con le quali a breve porterà avanti un altro progetto di collaborazione, a partire dalle scuole di Limena.

Queste le parole del Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, già autore dell’introduzione dell’instant book “Il rumore della parole” da cui ha avuto origine tutto: “La Regione del Veneto è da sempre in prima linea nella prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne, con oltre 9 milioni e mezzo di euro del bilancio regionale complessivamente stanziati, a partire dall’entrata in vigore nel 2013 della specifica Legge regionale in materia, a favore del sostegno alla rete territoriale antiviolenza, di cui i centri antiviolenza e le case rifugio sono il fulcro principale”

La rete territoriale antiviolenza veneta, inoltre, a partire da quest’anno si identifica anche nel logo regionale “Sicura, Rete Regionale del Veneto per il sostegno alle donne”.

Sempre Zaia: “Il progetto Il rumore delle parole è un esempio virtuoso di come il Veneto sappia unire cultura, educazione e sensibilizzazione per dare voce a chi troppo spesso rimane in silenzio. La Regione continuerà a sostenere e promuovere progetti come questo, perché solo lavorando insieme possiamo costruire un futuro di rispetto, equità e opportunità per tutti."

Le storie del podcast sono tratte dalle testimonianze anonime giunte al Cantiere, e poi approfondite e rese fruibili ai fini del podcast.

“Questo podcast non nasce per rompere il silenzio attorno alla violenza di genere, perché quel silenzio è già stato infranto da tante e tanti che, con il loro lavoro e il loro impegno quotidiano, stanno costruendo una consapevolezza sempre più solida attorno a questo tema – queste le parole di Pamela Ferlin - Lo facciamo perché sappiamo che è importante continuare a fare rumore, per permettere a tutte e tutti di individuare quali sono le red flag che possono portare un rapporto ad assumere il suo volto più inquietante e pericoloso, fino a sfociare nella sopraffazione e nell’abuso”

Il podcast racconta le storie vere di violenza di donne venete – ragazze, signore, studentesse, mamme – e dei loro compagni. I nomi delle protagoniste sono di pura fantasia per proteggerne l’anonimato, ma di una di loro conoscerete la reale identità, perché non è lei che l’ha potuta raccontare. La sua storia è la più triste e la più nota: si tratta di Giulia Cecchettin.

“Le storie che abbiamo raccontato – spiega Micaela Faggiani - si svolgono nei contesti sociali ed economici più differenti, e le loro protagoniste e i loro protagonisti – diversi per età, classe sociale e livello culturale – rappresentano uno spaccato trasversale della società contemporanea. Nella maggioranza dei casi le donne di cui abbiamo parlato sono riuscite, grazie a diverse risorse o espedienti, a salvarsi e a interrompere la spirale della violenza. Vogliamo contribuire a costruire un clima di fiducia nei confronti della società da parte di chi subisce la violenza, evidenziando allo stesso tempo quali sono i sintomi e i segnali da non sottovalutare, e quali sono i diritti di cui chiunque deve, in ogni situazione, poter godere”.

 

Ogni puntata del podcast è autoconclusiva e racconta una vicenda dall’inizio alla fine, e ogni storia è incentrata su una specifica forma di violenza, spaziando dalla violenza economica a quella fisica, sessuale, psicologica o digitale.

Il contenuto narrativo è arricchito dal contributo di professionisti che consentono approfondimenti puntuali su tematiche specifiche. Psicologi, avvocati, assistenti sociali, operatori delle forze dell’ordine, volontari e politici intervengono come ospiti aiutando ad inquadrare ogni vicenda nel contesto più generale, fornendo anche indicazioni concrete sulle modalità per richiedere consulenza e aiuto.

Il podcast è accessibile gratuitamente tramite tutte le principali piattaforme audio e troverà ampio spazio nei social e in tutti i canali online e offline relativi.

Il progetto è stato portato a termine grazie alla collaborazione con Confartigianato Donne Imprese Veneto e con il contributo della Fondazione Cariparo.

“Con il progetto del podcast Il Rumore delle Parole, il nostro impegno contro la violenza di genere entra in una nuova fase, fatta di voci, emozioni e storie che arrivano dritte al cuore. Come donne imprenditrici, sappiamo quanto la libertà, l’autonomia e il rispetto siano valori fondamentali – non solo nella vita professionale, ma nella vita di ogni giorno -dichiara Barbara Barbon Presidente Donne Impresa Confartigianato Veneto- E sappiamo anche che, per troppe donne, questi diritti non sono ancora garantiti. Per questo sosteniamo convintamente questa iniziativa: perché raccontare è un atto politico, condividere è un atto di responsabilità, ascoltare è il primo passo per cambiare”.

La serie

1. Giada: Figlia di un padre violento

2. Valeria: Storia di ordinaria violenza coniugale

3. Margherita: Non mi ridurrai ad essere Cornelia

4. Paola: La ragazza che ha due compleanni

5. Sveva: Venerdì sera: la discoteca

6. Maddalena: tutte le penitenze finiscono

7. Giulia Cecchettin

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