Futura, uno spettacolo per raccontare il passato delle donne guardando al domani
L’artista di Asolo Olga Scalone debutta nel Trevigiano con un lavoro dedicato all’universo femminile: non una rivendicazione ma piuttosto una presa di coscienza del valore dell'essere donna

Salperà venerdì 3 ottobre alle 15.30 da San Zenone degli Ezzelini (centro polivalente La Roggia) il viaggio di “Futura”, lo spettacolo dedicato alle donne, scritto e interpretato dall’artista asolana Olga Scalone con la partecipazione dei musicisti Daniele Capuzzo (pianoforte), Riccardo Paolini (percussioni) e Claudio Cecchetto (fisarmonica). Dalle terre trevigiane partirà per raggiungere altri luoghi di cultura, ascolto e condivisione del Nord Est.
E’ un racconto di parole e musica sull’universo femminile. Il titolo riprende quello della canzone capolavoro di Lucio Dalla: "Futura”, appunto, il cui testo è nato sotto il muro di Berlino nel 1979, dieci anni prima della sua caduta.
«La scrissi a Berlino», raccontava, infatti, il cantautore bolognese, «Non avevo mai visto il muro e mi feci portare da un taxi al Checkpoint Charlie, punto di passaggio tra Berlino Est e Berlino Ovest. Mi sedetti su una panchina e mi accesi una sigaretta. Poco dopo si fermò un altro taxi. Ne scese Phil Collins, si sedette sulla panchina accanto alla mia e anche lui si mise a fumare una sigaretta. In quei giorni a Berlino c’era un concerto dei Genesis, che adoravo». I due non si parlarono, ma in quella mezz’ora di casuale vicinanza Dalla scrisse “Futura”.
Una canzone a cui Scalone è molto legata.
Perché questo spettacolo sulle donne? Così risponde la stessa Scalone.
«Le donne non hanno un passato, una storia, una religione, non hanno come tutti i lavoratori una solidarietà di lavoro e di interessi.
Anche le donne di ieri e di oggi note per le loro abilità e determinazione, sono rarità di cui ci si dimentica sempre troppo presto e vengono guardate e giudicate con sospetto.
Le donne vivono disperse in mezzo agli uomini, legate ad alcuni – padri, compagni o mariti - più strettamente che ad altre donne.
Oggi vivono ancor più isolate, le nuove tecnologie di comunicazione le tengono ancor più lontane dalla conoscenza della loro storia imbevendole di realtà virtuali e molte volte offendendole crudelmente con finte opportunità.
Com’è cominciata questa storia? Perché l’uomo ha vinto in partenza? Questa diversità deve perpetuarsi?
I libri arrivano, a volte come doni. Scrittrici di rilievo internazionale hanno dato risposta a quell’unica domanda che sin da bambina mi sono ossessivamente posta: “Perché sono nata femmina?”.
Ho iniziato a darmi delle risposte con il mio primo spettacolo, “Il soldato innamorato”, proposto durante la ricorrenza del centenario della “Grande Guerra”. Con quel lavoro ho intravisto l’inizio di quella che è stata definita “emancipazione femminile”, però il forte taglio maschilista dei testi non mi aggradava e mi sono messa a cercare altro. Dovevo scavare verso le origini di quel mondo che dava peso e rilevanza diversi tra uomini e donne; è iniziato il mio viaggio straordinario nella storia delle donne; viaggio che ha ispirato questo spettacolo intitolato “Futura” che a noi donne è dedicato.
Citando Simone de Beauvoir nel suo libro “Il secondo sesso”:
“In realtà nell’uno e nell’altro sesso si svolge lo stesso dramma della carne e dello spirito, del finito e del trascendente; ambedue sono rosi dal tempo, spiati dalla morte, hanno uno stesso essenziale bisogno l’uno dell’altro; potrebbero trarre dalla loro libertà la stessa gloria; se sapessero goderne non sarebbero più tentati di disputarsi falsi privilegi; e la fraternità potrebbe nascere tra loro.”
In questo mio nuovo spettacolo ho voluto pensare a una “Futura Generazione” dove tale rispetto e fraternità possano davvero realizzarsi. Testi e canzoni raccolgono infinite sfaccettature del mondo femminile e lo evidenziano con la naturale dolcezza che la natura ci consente di avere.
Utopia? No, anche nella probabile leggerezza di uno spettacolo si può trovare stimolo per approfondire questo determinante aspetto della socialità.
A noi donne il compito di tornare ad amarci».
Riproduzione riservata © il Nord Est