Overtourism, assalto al monte Seceda. Auronzo offre il modello Tre Cime
Turisti in coda alla cabinovia in Val Gardena. In massa anche per il lago di Sorapis. Il sindaco di Auronzo corre in aiuto: «Accesso al parcheggio solo su prenotazione»

In coda, alla stazione della cabinovia per salire alla cima del Seceda, in Val Gardena. Sì, lassù dove nei giorni scorsi un allevatore aveva piantato un tornello per contrastare l’assalto degli escursionisti.
Anzi, in verità, per far pagare 5 euro per avere l’opportunità di accedere al fotogratissimo sentiero delle Odle. Una provocazione, durata pochi giorni, ma che è bastata per riportare in fila ancora più curiosi, per ore, fino a pestarsi i piedi all’ingresso della stazione intermedia Furnes.
Siamo in Val Gardena, ad Ortisei, dove mai come in queste settimane si sono visti tanti villeggianti, la maggior parte stranieri; tanti cinesi. Impazza l’overtourism.
Record di turisti
«Il continuo afflusso di visitatori al Seceda ha raggiunto livelli ormai insostenibili», afferma l’assessore provinciale al turismo di Bolzano Luis Walcher.
«Lo sviluppo del Seceda è esemplare di un problema crescente in alcuni dei nostri hotspot turistici. Assistiamo a un evidente sovraccarico che non è sostenibile a lungo termine né per la popolazione locale e gli ospiti, né per la natura e l’agricoltura», insiste, osservando che «un elemento centrale della gestione prevista delle località turistiche sarà in futuro l’obbligo di prenotazione per i visitatori».
L’overtourism, dunque, va alla deriva. Se non viene fermato. O quanto meno controllato.
Il modello Auronzo
Fino all’anno scorso imbottigliava anche il lago di Misurina e la strada delle Tre Cime di Lavaredo. «Possiamo offrire alla Val Gardena il nostro modello», sorride da Auronzo il sindaco Dario Vecellio. «Il modello della prenotazione dei 700 posti di parcheggio ai piedi della “Trinità”. Sale solo chi ha il posto. Chi ne è privo, viene fermato in un parcheggio a valle, oppure attende a Misurina, senza far coda, che nel pomeriggio si liberi qualche piazza. Se negli anni scorsi le file erano lunghe chilometri, quest’estate l’attesa è di una manciata di auto».
Dall’altra parte della valle c’è il Sorapis col lago turchino. Qui, invece, le code ci sono anche in queste settimane. Nonostante che si salga a piedi, i più rapidi in un’ora e mezza. Le Regole di Cortina hanno impedito il parcheggio selvaggio al passo Tre Croci, da cui si parte; sono state organizzate anche nuove aree di sosta. «Ma i curiosi richiamati dai social sono sempre troppi», lamenta il gestore del rifugio Vandelli, Emilio Pais.
Il fermo selvaggio a bordo strada
E fenomeno nuovo di quest’estate è “il fermo selvaggio” dei caravan, dei minivan, delle auto, a bordo delle strade, nei siti più iconici, tanto da far sollecitare da Valentina Coleselli, direttrice Dmo Dolomiti Bellunesi, l’adozione di «provvedimenti di regolamentazione di questi flussi, senza però, allontanarli».
È quanto stanno studiando per i passi sia il sindaco di Livinallongo, Oscar Nagler, per il Pordoi ed il Campolongo, sia il suo collega di Colle santa Lucia, paolo Frena, per il Giau. Parcheggi a valle, posto auto prenotabili a monte. Ma intanto si moltiplica il traffico verso i valichi. Anche di corse d’auto di grossa cilindrata o di motociclette. Ultimo a protestare, in queste ore, il sindaco di Val Zoldo, Camillo De Pellegrin, perché – dice – «non ho agenti da schierare per vigilare».
Tema ancor più presente in provincia di Bolzano se mercoledì 23 luglio il presidente Arno Kompatcher, ha ritenuto di doverne discutere col ministro Matteo Salvini. Kompatscher ha consegnato al titolare dei Trasporti una risoluzione dei sindaci che chiede controlli più severi e autovelox fissi. Il ministro Salvini ha assicurato il suo sostegno. —
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