Il grande Palazzo o Santa Marta: c’è l’incognita della residenza del nuovo Papa
Leone XIV potrebbe seguire la scelta di Francesco oppure fare ritorno nell’elegante edificio del Bramante. L’albergo dei cardinali è composto di 105 suite, 26 stanze singole e un appartamento

Tradizione o continuità, ritorno al passato o conferma delle decisioni più recenti. Tra le incognite che accompagnano il nuovo pontificato c'è anche quella legata alla scelta che il Leone XIV farà riguardo la sua residenza, ovvero del luogo nel quale vivrà all’interno delle mura vaticane.
Sono in molti a chiedersi se sarà un ritorno alla solenne austerità del Palazzo Apostolico che era stato per molti decenni il luogo eretto a residenza o, invece, un proseguimento nel più domestico e semplice appartamento di Santa Marta, nel solco aperto dal suo predecessore Francesco con una scelta rivoluzionaria che fu solo il primo atto di uno stile francescano perseguito per tutto il suo pontificato.
Una scelta che potrebbe sembrare di poco conto, ma che dà un'idea in qualche modo dell'immagine che il nuovo Pontefice vorrà dare di sé al mondo, fatto salvo che comunque la decisione dipenderà non solo dallo «stile» ma da tantissime variabili di diverso tipo, da quella logistica a quella di opportunità e organizzazione.
L’hotel
Domus Sanctae Martae è l’hotel del cardinali, l'edificio alberghiero che ospita i porporati non solo per i loro viaggi a Roma, ma anche - e soprattutto - durante il blindatissimo conclave, quando i cardinali fanno la spola dalla Cappella Sistina all’albergo dove mangiano e dormono.
La struttura, con il classico prospetto ad H, si trova a due passi dalla basilica di San Pietro ed affaccia proprio su piazza Santa Marta. Fatto costruire da Giovanni Paolo II tra il 1992 e il 1996 sul sito dove sorgeva il 'Pontificium Hospitium Sanctae Marthae' del 1891, l'albergo è composto da 105 suite, 26 stanze singole e un appartamento di rappresentanza disposti su cinque piani. Ogni stanza ha camera da letto, studio privato, salottino e bagno, in sostanza tutto ciò che possa essere funzionale alla vita quotidiana di un cardinale.
Durante il conclave è il luogo di convivenza e incontro dei cardinali, all'interno del quale prestano il loro servizio decine di suore e inservienti. Qui, nel 2013 - subito dopo la sua elezione - decise di vivere papa Bergoglio, con un'inedita modifica del protocollo. Si trasferì nella suite 201 ma, per ovvie ragioni, gli venne poi riservato l'intero piano, prima per staff e assistenti, poi anche per sanitari e strutture mediche.
«Sono abituato a vivere in comunità, ho bisogno di stare insieme agli altri», sono sempre state le parole di Bergoglio che, con la sua decisione, tracciò il primo passo del suo Pontificato. La scelta avvenne piano piano, ma già nei primi giorni Francesco lasciò intendere che difficilmente si sarebbe spostato nel Palazzo Apostolico, che era stato preparato di tutto punto.
La magnificenza
Dalla parte opposta di piazza San Pietro si staglia infatti con la sua magnificenza il Palazzo Apostolico del Bramante, l'edificio dove ogni domenica si affaccia il Papa per il tradizionale Angelus.
È l'unica residenza papale dalla presa di Roma con la breccia di Porta Pia del 1870, anno prima del quale esistevano diversi palazzi dei Papi, dal Quirinale al Laterano. Il Palazzo, che si trova nell'area di sinistra guardando la basilica di San Pietro, è molto complesso e comprende anche i Musei vaticani, la Biblioteca, numerose cappelle e un migliaio di stanze che ospitano molti uffici, compresi quelli non direttamente collegati al Papa.
Francesco era solito utilizzare l'edificio solo per le attività formali e ufficiali, come i vertici o gli incontri con i capi di Stato che si tengono tradizionalmente al secondo piano. Nella stessa stanza dove avvenne qualcosa di veramente unico: fu qui che Benedetto XVI annunciò al mondo le sue dimissioni che hanno colto di sorpresa tutta la cristianità e non solo.
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