Venezia, arriva il mini-Mose di vetro per proteggere la Basilica di San Marco

Intervento da 3,5 milioni di euro affidato a due aziende locali: sarà realizzata una barriera fissa alta un metro e venti centimetri per impedire che l’acqua entri nell’area tra la facciata e le navate, dove sono presenti i mosaici

Nicola Brillo

VENEZIA. Una barriera di vetro proteggerà dall’acqua alta uno dei gioielli di Venezia. Tra poco inizieranno i lavori per la posa delle balaustre attorno alle facciate della Basilica di San Marco. Il progetto della Provveditoria di San Marco ha passato il vaglio della Soprintendenza ai Beni culturali e del Provveditorato alle opere pubbliche e nelle prossime settimane inizieranno i lavori. Ad aggiudicarseli l’associazione temporanea di imprese (Ati) composta dalle veneziane Kostruttiva e Rossi Renzo Costruzioni. L’intervento si aggira sui 3,5 milioni di euro.

La facciata della basilica sarà protetta da lastre di vetro trasparente fisse alte un metro e 20 centimetri e comprende anche i due lati corti. Nei varchi di ingresso verranno posizionate delle balaustre mobili. Una soluzione che permetterà di scongiurare, grazie anche al Mose, che l’acqua entri nell’area tra la facciata e le navate, dove sono presenti i mosaici. Solo a novembre scorso l’area è rimasta sommersa per oltre 250 ore, creando disguidi e danni.

«Il progetto è stato realizzato dalla Procuratoria e prevede una protezione dell’importante monumento - spiega il presidente di Kostruttiva, Devis Rizzo – attraverso l’installazione di un telaio in acciaio supportato da supporti, dove all’interno vengono sistemate le lastre in vetro trasparente. La realizzazione avverrà in 120 giorni, ma dipende dai tempi di fornitura del materiale. Non nascondo che ci sono delle difficoltà di approvvigionamento dei vetri e acciaio. In questo periodo i fornitori lamentano problemi nel reperire la materia prima. Formalmente stiamo ancora attendendo l’inizio lavori».

Piazza San Marco e la basilica hanno bisogno delle balaustre per difendersi dalle maree, anche nel caso in cui il Mose non intervenisse: il punto più basso della città è infatti la piazza, che si bagna già con una marea di 85 centimetri. All’interno della basilica i problemi nascono già con 66 centimetri di marea. L’obiettivo è rendere operativa la nuova opera prima di novembre, solitamente il mese che porta con se maggiori maree.

«La balaustra sarà fissa – prosegue Rizzo – con uno scavo di 50 cm daremo stabilità ai pilastrini. Vengono mantenuti i varchi per consentire l’accesso alla basilica, e quando ci sarà l’acqua alta quei varchi verranno chiusi con paratoie mobili, simili a quelle utilizzate nelle case dei veneziani. La caratteristica dell’opera è che deve essere tutto sigillato perfettamente».

Intanto proseguono le trattative, seguite dei legali, per sbloccare i fondi del Mose. «Gli incontri stanno andando avanti – conclude il presidente Rizzo – la discussione è in corso, siamo moderatamente ottimisti che si possa trovare una soluzione, che ad oggi però non c’è. L’auspicio è che si arrivi ad un accordo in tempi rapidi, perché ne va del bene delle imprese, dei lavoratori, del Consorzio che deve risolvere la sua crisi e soprattutto del bene dell’opera e quindi della città: se la situazione dovesse precipitare l’opera sarebbe fortemente a rischio».

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