Obiettivo "smart city": rendere Venezia la più antica città del futuro
Intelligenza artificiale per città più smart e vivibili: il Veneto grazie a tecnologia e digitale supera la prova Covid-19

Interpress\M.Tagliapietra Venezia 13.04.2020.- Domenica di Pasqua. Ponte di Rialto.
VENEZIA. Infomobilità, geolocalizzazione dei veicoli nei parcheggi, monitoraggio dei flussi dei passeggeri, analisi dei livelli di inquinamento, controllo dei consumi degli edifici storici, queste sono solo alcune delle informazioni che l’Intelligenza Artificiale (IA) è in grado di mettere a sistema per rendere le città sempre più vivibili e smart.
La rilevanza sempre maggiore di tecnologia, reti e uso intelligente dei dati il Veneto l‘ha toccata con mano nel 2020 anche in ambito sanitario, adottando un sistema di biosorveglianza capace di fornire modelli sulla diffusione del Coronavirus, prevederne gli effetti e suggerire azioni preventive per governare il sistema di emergenza. Inoltre, l’Intelligenza artificiale è già realtà per i cittadini veneziani che ormai da due anni usufruiscono quotidianamente di servizi telefonici e digitali gestiti dalla piattaforma intelligente DIME.
È quanto è emerso oggi, venerdì 4 settembre, dal panel “Gli impatti di IA e di Blockchain sulle Smart Cities” all’interno dello Strategy Innovation Forum (SIF) di Università Ca’ Foscari Venezia, organizzato da Carlo Bagnoli, Professore Ordinario di innovazione strategica e fondatore e ideatore del SIF.
“Innovazione e tecnologia sono destinate ad entrare sempre di più nel vissuto quotidiano dei cittadini, ma per accelerare i processi tecnologici è necessario fare di più” spiega il Professor Bagnoli. “Grazie al fondo Next Generation EU (noto in Italia come Recovery Fund) il Paese sarà dotato di una capacità finanziaria di circa 209 miliardi (di cui 81 miliardi a fondo perduto). La metà, quindi oltre 100 miliardi, saranno indirizzati a favorire la transizione digitale, in particolare l’economia dei dati, l’intelligenza artificiale, la blockchain e il cloud. Una strada che il Veneto e Venezia hanno già imboccato, ma sulla quale si potrà e dovrà velocizzare la corsa. Il nostro obiettivo è fare di Venezia una vera e propria Smart city, farla diventare la più antica città del futuro” conclude l’ideatore del SIF.
In Veneto infatti l’epidemia da Coronavirus è stata fronteggiata con l’utilizzo di nuove tecnologie che hanno permesso di portare in due mesi l’indice di contagiosità da 3,4 a 0,7 utilizzando un sistema di analisi dati e IA – Eng-DE4Bios sviluppato da Engineering per Regione Veneto e Azienda Zero – che si è dimostrato un supporto decisivo per la task force regionale incaricata del contenimento dell’epidemia.
“L’emergenza Covid-19 ci ha fatto toccare con mano l’importanza delle reti, della tecnologia e dell’uso intelligente dei dati” afferma Alessandra Poggiani, Direttore Generale di Venis, relatrice nella sessione dedicata agli impatti di IA e Blockchain sulle Smart Cities. “Se ci fosse già stato uno spazio comune europeo di dati sanitari, e un uso integrato di applicazioni IA, le autorità sanitarie mondiali avrebbero avuto gli strumenti per utilizzare i dati come una risorsa essenziale per fronteggiare più tempestivamente il propagarsi del virus. Ecco perché – continua Poggiani – la crisi scatenata dal Covid-19 deve darci una spinta all’implementazione di IA e integrazioni dati”.
Tecnologia e IA sono una realtà quotidiana per i cittadini del Comune di Venezia che già dal 2019 possono usufruire di un sistema multicanale e multipiattaforma di CRM (Customer Relationship Management, ovvero di gestione delle relazioni con i cittadini), chiamato DIME che interagisce su canale telefonico e digitale con i cittadini per segnalazioni e informazioni ed eroga oltre 70 servizi digitali. Un vantaggio tecnologico che ha permesso ai cittadini di rimanere in contatto con la propria amministrazione durante il lockdown e di usufruire i servizi comunali.
“Durante i tre mesi di lockdown a Venezia sono state registrate oltre 180 mila interazioni con DIME (77 mila al numero unico telefonico, oltre 100 mila sul canale digitale) – spiega Poggiani – sono state oltre 10.500 le segnalazioni circa il decoro urbano, le transizioni per pagamenti di multe e gli accessi a pratiche. Durante la serrata da Covid DIME ha permesso l’emissione di oltre 4 mila certificati anagrafici e ha fornito servizi interamente digitali per la ricerca di esercizi con consegne a domicilio e per la richiesta di contributi alimentari. L’emergenza ha spinto significativamente la diffusione dell’utilizzo dei servizi in remoto da parte dei cittadini veneziani. Nel periodo del lockdown c’è stato un incremento medio delle interazioni del 150% rispetto allo stesso periodo nel 2019”.
Per accelerare i processi e rendere gli obiettivi di innovazione tecnologica una realtà sempre più diffusa non è possibile prescindere dalla capacità delle infrastrutture, di calcolo, ma soprattutto di rete. Non solo le applicazioni di intelligenza artificiale hanno bisogno di reti maggiormente performanti e capillari come il 5G, ma lo stesso 5G per funzionare al meglio avrà bisogno di applicazioni di IA e machine learning. Le reti 5G che connetteranno milioni di oggetti (dagli smartphone alle automobili, dagli smartwatch ai droni, dai semafori alle videocamere, dagli impianti di illuminazione pubblica a quelli di riscaldamento privato, ecc.) richiederanno un elevatissimo livello di automazione, con sistemi in grado di apprendere e modificare dinamicamente le regole di funzionamento.
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