Area Science mappa 5 mila aziende: la metalmeccanica in frenata

L’industria metalmeccanica regionale tiene ma sul 2024 ci sono incertezze legate al rallentamento dell’economia e al calo della produzione industriale.
Questo il risultato di una indagine presentata ieri all’Università di Trieste a cura dell’Osservatorio della Metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia che si basa sulle banche dati di Innovation Intelligence Fvg, strumento sviluppato da Area Science Park che ha classificato più di 5 mila aziende.
L’analisi dei dati di bilancio svolta dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa San Paolo, ha preso poi in considerazione un campione di 1.828 aziende del Friuli Venezia Giulia di cui la metà circa appartiene al settore dell’elettromeccanica e delle filiere collegate, per un totale di 11,8 miliardi di euro di fatturato nel 2022 e un margine operativo lordo (Mol) di poco meno di 1 miliardo.
Dallo studio risulta che, per le aziende prese in esame, l’evoluzione del fatturato rispetto al 2021 è stata rilevante e ha segnato una crescita del +14,7%, in linea il dato relativo alla manifattura italiana cresciuta del +15,2% a prezzi correnti: «Se, nel 2022, era prevedibile un aumento dei ricavi, anche alla luce dell’aumento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici, non altrettanto scontata era la tenuta della redditività delle aziende», sottolineano gli analisti di Intesa.
Il risultato dell’analisi mette in luce che il comparto elettromeccanico regionale ha accresciuto il livello aggregato del proprio margine operativo lordo del +14,1%, superando la variazione registrata dal resto del manifatturiero regionale (+11,2%) e rispetto all’andamento del settore elettromeccanico nel resto d’Italia (+7%).
L’Ebidta delle aziende dell’elettromeccanica del Friuli Venezia Giulia si è rafforzato, infatti, il valore mediano è passato nel 2022 al 10,7% rispetto al 10,1% del 2021.
La crescita è diffusa a tutte le dimensioni aziendali e interessa soprattutto le micro e le piccole imprese: «Questi risultati sono la conseguenza di molteplici fattori: è possibile che lo shock dei prezzi e le incertezze negli approvvigionamenti abbiano spinto le imprese a rivedere i propri processi produttivi. Un beneficio importante è certamente frutto dell’autoproduzione di energia che ha confermato come la scelta di investire in rinnovabili sia stata vincente».
«La crescita complessiva della metalmeccanica della Regione è trainata dalle realtà che stanno investendo nella transizione energetica e digitale – sottolinea Francesca Nieddu, direttrice regionale Veneto Est e Friuli Venezia Giulia Intesa Sanpaolo ».
Ieri è stato anche presentato l’instant poll condotto dai dipartimenti di Economia delle Università di Trieste e Udine su un campione di quasi cento imprese regionali operanti nel settore della metalmeccanica: «L’Outlook per il 2024 appare peggiore di quello del 2023 per una parte consistente del campione. Soffre di più l’incertezza chi è esposto ai mercati internazionali», sottolinea il professor Guido Bortoluzzi del Dipartiment Dipartimento di Scienze Economiche Bruno de Finetti dell’ateneo triestino. «In questi momenti che dobbiamo essere pronti a sperimentare, ad adattarci e a innovare», ha concluso Sergio Barel, presidente del Cluster Comet.
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