Panama Papers, nei file 5 imprenditori del Nordest: 4 veneti e un udinese

E’ L’Espresso stamani in edicola a pubblicare in esclusiva i primi cento nomi di italiani coinvolti nei Panama Papers, ovvero negli oltre 11 milioni e mezzo di documenti dello studio Mossack Fonseca, fabbrica di società offshore. In totale, oltre a leader politici di mezzo mondo e le loro famiglie, in queste carte spuntano anche 800 italiani con i soldi in Paradiso.
Nei primi cento ci sono finanzieri, imprenditori, manager, avvocati, stilisti e sportivi. Anche mafiosi. E ci sono anche uomini del Nordest. Tutti imprenditori
Cinque quelli che appaiono in lista. Un solo padovano, Mauro Carturan che viene definito commerciante di gioielli ma che intercettato al telefono da Il Mattino di Padova ha smentito di essere coinvolto, spiegando che in realtà si occupa di design, produzione e marketing di accessori di viaggio. In realtà l'azienda Tribe at work di cui risulta titolare da visura camerale si occupa anche di commercio di orologi.
C’è un altro gioielliere in lista, Adriano Chimento di Vicenza dell'omonima maison Chimento che ha sede a Grisignano, con sedi anche in Florida e in Giappone. Fondata nel 1964 la gioielleria è da sempre in mano alla famiglia ed esporta gioielli di lusso nel mondo.
Sempre da Vicenza gli fa compagnia nei Panama Papers anche Walter Marin, procacciatore d’affari: nel suo profilo Linkedin appare come proprietatrio di BPNet-expert. C’è quindi il bellunese Abramo Da Vià, imprenditore informatico che risulta titolare di una società oggi in liquidazione. E anche l’udinese Pantaleo De Carlo, attivo nel settore della grande distribuzione.
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