Occupati, l’industria rallenta frenata di moda e meccanica

Nei primi cinque mesi dell’anno l’andamento del lavoro dipendente in Veneto rimane positivo, ma mostra un nuovo rallentamento dei livelli di crescita rispetto allo stesso periodo del 2023. In particolare il settore industriale (al netto delle costruzioni) ha evidenziato una progressiva riduzione del ritmo di crescita. Nel confronto gennaio-maggio 2022-2024 il saldo positivo dei rapporti di lavoro dell'industria veneta passa infatti da 14.358 a 7.663.
Veneto Lavoro ha diffuso ieri i nuovi dati degli occupati nella regione. Per l’agenzia regionale il diffuso “raffreddamento” della crescita occupazionale registrato nell’industria è ricollegabile soprattutto a una flessione della domanda di lavoro, nello specifico alla diminuzione delle nuove attivazioni contrattuali a fronte di una sostanziale stabilità delle cessazioni. La progressiva contrazione della crescita interessa in maniera selettiva alcuni ambiti del made in Italy e, trasversalmente ai diversi comparti, il metalmeccanico. Nel mese di maggio il mercato del lavoro veneto ha fatto registrare un saldo positivo per 18.500 posizioni lavorative dipendenti, che portano il bilancio occupazionale complessivo da inizio anno a più 63 mila posti di lavoro. Si tratta di un risultato lievemente inferiore a quello dello scorso anno (più 65.500), ma superiore a quello osservato nel 2019 prima dello scoppio della pandemia.
Il settore più in difficoltà si conferma quello industriale: il bilancio è infatti positivo (più 7.700), ma in netto peggioramento rispetto all’ultimo biennio, con un calo del 7% delle assunzioni. Tale andamento è determinato prevalentemente da alcuni comparti del made in Italy (in particolare il sistema moda) e dal metalmeccanico, che presenta un saldo (più 1.600) più che dimezzato rispetto al 2023 (più 4 mila) e un risultato prossimo allo zero nel mese di maggio.
In controtendenza occhialeria, industria farmaceutica e costruzioni, che vedono aumentare sia il numero di posti di lavoro che quello delle assunzioni. Stabile l’andamento nei servizi, un settore che continua a essere trainato dal turismo (più 31 mila posti di lavoro) e che mostra andamenti positivi anche nel commercio, nei servizi finanziari, attività professionali e servizi di pulizia.
A livello territoriale il saldo dei primi cinque mesi dell’anno è positivo in tutte le province tranne che a Belluno (-2.400). La provincia nella prima parte dell’anno risente degli effetti della chiusura della stagione invernale, ma contestualmente mostra un incremento delle assunzioni (+6%), così come Verona (+2%) e Rovigo (+3%). Bilancio occupazionale in diminuzione rispetto all’analogo periodo del 2023 a Padova, Treviso e Vicenza, con la provincia berica che registra anche il più vistoso calo nel volume di assunzioni (-4%). Venezia mantiene un saldo positivo e sostanzialmente invariato rispetto allo scorso anno (+30.600 posti di lavoro), ma evidenzia un lieve calo delle attivazioni contrattuali (-3,5%).
Gli ingressi in condizione di disoccupazione nei primi cinque mesi dell’anno sono stati complessivamente circa 50 mila, il 2% in più rispetto a quelli registrati nell’analogo periodo del 2023. —
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