L'effetto Covid e le conseguenze sul turismo in Fvg: la pandemia mette a rischio 5 milioni di euro

UDINE. La forte contrazione del movimento turistico ha un impatto diretto anche sulle casse degli enti locali. L’effetto più immediato riguarda l’imposta di soggiorno, introdotta da 9 tra i Comuni più turistici del Friuli Venezia Giulia.
La Fondazione Think Tank Nord Est ha analizzato i bilanci di previsione dei Comuni per valutare la portata di questo mancato introito: a inizio 2020, in una situazione pre-covid, si stimava un incasso complessivo di quasi 5 milioni di euro per gli enti locali del Friuli Venezia Giulia.

La maggior parte di queste risorse riguarda il litorale ed il capoluogo. Infatti, 2 milioni di euro sarebbero stati incamerati dal Comune di Lignano Sabbiadoro, 1,7 milioni da Trieste e 1 milione da Grado. Più contenuti gli incassi previsti nelle altre località: 100 mila euro a Duino Aurisina, poco più di 50 mila ad Aquileia, tra 18 e 25 mila ad Arta Terme, Forni Avoltri, Sauris e Ravascletto.
Nei giorni scorsi, il Governo è venuto incontro ai Comuni turistici destinando 100 milioni di euro quale ristoro parziale delle minori entrate derivanti dall’imposta di soggiorno. Il riparto del fondo è stato effettuato in proporzione al gettito di ciascun ente e per il momento sono stati distribuiti 90 milioni di euro.
Circa 735 mila euro sono stati ottenuti dalle località del Friuli Venezia Giulia: una cifra che però copre solo il 15% del gettito previsto prima del coronavirus. Di conseguenza, i Comuni del Friuli Venezia Giulia dovrebbero recuperare più di 4 milioni di euro: una cifra impossibile da raggiungere con gli scarsi flussi turistici del 2020. Il ristoro maggiore va a Trieste, con quasi 300 mila euro, poco più di 250 mila euro a Lignano Sabbiadoro, mentre Grado ha ottenuto circa 160 mila euro.
“Quest’anno sarà difficile incassare anche solo la metà di quanto preventivato dai Comuni a inizio 2020 - spiega Antonio Ferrarelli, presidente della Fondazione Think Tank Nord Est - ma le amministrazioni locali non devono rinunciare ad investire nel settore turistico. Al contrario, se non vogliono compromettere anche le prossime stagioni, è necessario che le poche risorse a disposizione vadano destinate a progetti in grado realmente di aumentare la competitività delle destinazioni turistiche. In questa situazione di difficoltà per il turismo - conclude Ferrarelli - pubblico e privato devono lavorare insieme su progettualità di area vasta per mettere a sistema e valorizzare tutte le eccellenze del territorio.”
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