Nubi sul futuro di Electrolux. Domani sciopero e presidio

Iniziativa di Fim, Fiom e Uilm. Chieste garanzie al gruppo sul mantenimento del patrimonio industriale in Italia. I mercati in calo, la Sole a rischio, l’incubo di un inverno a cassa ordinaria esaurita
Elena Del Giudice
Una foto d'archivio di un presidio davanti all'Electrolux di Porcia
Una foto d'archivio di un presidio davanti all'Electrolux di Porcia

Le rassicurazioni non bastano: la situazione dello stabilimento Electrolux di Porcia è preoccupante, le prospettive nebulose e le azioni in difesa di fabbrica e posti di lavoro inadeguate. Ed ecco, dunque, che in occasione dello sciopero generale nazionale dei metalmeccanici, Electrolux Porcia diventa un simbolo, «l’esempio vissuto delle enormi difficoltà in cui versano le lavoratrici e i lavoratori di alcuni settori industriali, abbandonati a se stessi dalla politica, dall’apatico disinteresse delle istituzioni» che accomuna «siderurgia, automotive, elettrodomestici». Da qui la decisione di Fim Fiom e Uilm di Pordenone, ovvero le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici del territorio, di accogliere l’appello delle Rsu di Porcia e domani, 7 luglio, organizzano un presidio davanti alla portineria nord della grande fabbrica pordenonese per partecipare così alle manifestazioni che i metalmeccanici hanno organizzato nel Paese.

Il presidio punta ovviamente ad accendere i riflettori sullo storico stabilimento pordenonese, richiamando ancora una volta alla solidarietà tutti i lavoratori del territorio, come già accadde nel 2013 quando era a rischio la sopravvivenza della fabbrica poi “salvata” dall’accordo del 2014. Per Porcia Fim Fiom e Uilm chiedono «un rilancio» e a Electrolux «garanzie sul mantenimento del patrimonio industriale in Italia».

Sul fronte cassa integrazione, la prossima settimana è previsto un nuovo incontro azienda-sindacati nel tentativo di trovare un accordo. Electrolux ha avviato in modo unilaterale l’iter per l’ammortizzatore sociale, con la richiesta di 9 settimane, per oltre 750 addetti, sulle 13 ancora a disposizione fino alla fine dell’anno. Fruibili, queste 9 settimane, sia giornalmente che con il meccanismo della riduzione di orario (6 ore al lavoro e le 2 restanti con copertura di cassa integrazione). Una modalità, quella della riduzione d’orario, che ha eroso pesantemente la quota di ammortizzatori autorizzabile perché nel conteggio le 2 ore di cig sono parificate a una giornata intera.

A rendere pressanti le preoccupazioni è il mercato dell’elettrodomestico, in contrazione, senza date certe per una ripresa che i più ottimisti collocano nella primavera 2024. Come affrontare l’inverno se la cassa ordinaria sarà stata esaurita? Le risposte non sono delle più tranquillizzanti. Poi ci sono i volumi, 750 mila la soglia di sostenibilità per Porcia, definita nell’accordo del 2014, rispetto alla quale il saldo di quest’anno si posizionerà molto al di sotto. Da qui i timori – finora non espressi a voce alta – che si possa ripresentare il tema della “sostenibilità” della storica fabbrica ex Zanussi. E per chiudere l’elenco delle questioni spinose, resta lo spettro di una possibile cessione del Gruppo. E se si trattasse di Midea, al “conto” andrebbe aggiunta la chiusura – in prospettiva – della Sole della Comina. In sostanza, le ragioni per “presidiare” Porcia davvero non mancano

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