Nautica a gonfie vele: fatturato a 6 miliardi venti di ripresa a Nordest

Dalle barche da diporto ai megayacht Trieste e Monfalcone

guidano la rinascita del settore. Ritorno alla crescita pre-Covid

Piercarlo Fiumanò

TRIESTE. Industria nautica a vele spiegate nel post-pandemia. Il Paese cerca di sfruttare sul mare il vento della ripresa. Si spiega così la crescita record dell'industria nautica che nel 2021 arriverà a quota 6 miliardi con un +23,8%, molto oltre il rimbalzo post lockdown registrato dall'industria italiana.

In ripresa anche l’occupazione per un settore che impiega complessivamente e direttamente quasi 22.000 lavoratori dipendenti (contro i 21.460 dell’anno precedente). Parliamo di un’industria che a Nordest ha le sue roccaforti a Trieste, Venezia e Monfalcone grazie alla presenza industriale di Fincantieri, che funziona da traino creando competenze e tecnologia. Per approdare in Friuli ai superyacht di Solaris ad Aquileia.

Sono i dati della nuova edizione del rapporto La nautica in cifre, presentato al Salone Nautico di Genova. Per la nautica la parola resilienza è destinata a entrare nel gergo marinaro. Non si tratta infatti di un rimbalzo dopo un anno in netta perdita, ma di crescita ulteriore di un valore chiuso in un anno di resistenza. Il fatturato complessivo si è attestato a 4,66 miliardi di euro in lieve flessione e nel dettaglio il comparto della produzione cantieristica è cresciuto dell'1,36% grazie alla riapertura anticipata delle attività industriali.

Sempre per il 2020 ci sono inoltre due indicatori molto positivi: gli addetti diretti sono cresciuti del 2,4% superando quota 24 mila, ed è aumentato il peso del contributo al Pil dell'industria nautica, dal 2,2% al 2,37% con una performance migliore rispetto all'economia nazionale.

L’industria italiana della nautica ha avuto una bilancia commerciale di 2,4 miliardi di dollari, un valore che è il doppio di quello dei Paesi Bassi con quota di export pari al 19,7%). Complessivamente, il parco nautico censito risulta in crescita rispetto al 2018, superando i 33 milioni di unità. Nell’ambito del continente europeo, la Francia passa al primo posto, superando Norvegia e Svezia, con oltre 1 milione di unità. Al quarto posto l’Italia, con 576.611 imbarcazioni.

Il rapporto analizza la ricettività delle regioni italiane per il 2019 in termini di infrastrutture e posti barca a disposizione dei diportisti. La regione con il più alto numero di posti è la Liguria (21.851), seguita da Sardegna, Toscana, Sicilia e Friuli Venezia Giulia, tutti sopra ai 15.000 seguito dal Veneto con 13.112. Riguardo alla distribuzione dei posti barca fra le singole tipologie di infrastrutture si può notare come i posti barca nei marina siano concentrati in Liguria (7.546 posti), Friuli Venezia Giulia (5.469), Sardegna (4.999) e Toscana (3.999): queste quattro regioni insieme offrono il 50% dei posti complessivi nei marina italiani. I

A conferma della leadership del nostro Paese nel settore specifico delle barche e yacht da diporto con motore entrobordo il Global Order Book 2021, una speciale classifica elaborata annualmente dalla rivista Showboats International, posiziona l’industria italiana al top mondiale per ordini di maxi-yacht, con 14.994 metri complessivi commissionati e 407 yacht in costruzione. L’eccellenza nelle barche a vela e nel segmento a target elevato degli yacht di lusso vede il Friuli Venezia Giulia ai primi posti grazie a realtà importanti come l’aquileiese Solaris e i francesi di Montecarlo Yachts (gruppo Beneteau) a Monfalcone.

Con un fatturato che nel 2020 ha sfiorato i 40 milioni di euro Solaris Yachts è la prima azienda italiana per fatturato riferito al segmento delle imbarcazioni a vela. Ma ci sono anche il gruppo marchigiano Filippetti Yachts già presente con una base logistica a Muggia fino a Italia Yacht che produce barche a vela con il simbolo del Leone di San Marco con sede a Chioggia ella veneziana Arzanà Navi all’Arsenale

Riproduzione riservata © il Nord Est