Nasce il big data per i capannoni, vuole mappare un patrimonio di aree dismesse per quasi 4 miliardi

L’iniziativa di Assindustria Venetocentro. Il data base in progress contiene al momento la mappatura di circa 2.000 ettari di aree produttive delle province di Padova e Treviso (su 14.200) per un numero di capannoni profilati pari a 12.376 (6.451 nel Trevigiano, 5.925 nel Padovano) su oltre 32mila, il 34,8% del Veneto

PADOVA. La rigenerazione del territorio comincia dai capannoni. Trasformare aree produttive, capannoni oggi dismessi o degradati, da costo ambientale, sociale ed economico a patrimonio da rivitalizzare (stimato in 3,9 miliardi) attraverso la riqualificazione e riuso o demolizione.

In un Veneto che conta più di 92mila capannoni industriali (32mila a Padova e Treviso), sparsi in 5.679 aree produttive (per 41.300 ettari di terreno), che coprono il 18,4% della superficie ‘consumata’. Molti dei quali (11mila, il 12% del totale) dismessi e inutilizzati.

È il fulcro del progetto Capannoni On/Off promosso da Assindustria Venetocentro e realizzato in partnership con le Province e le Camere di Commercio di Padova e di Treviso e il Consorzio Bim Piave, per la ricognizione capillare, la mappatura e la ricerca online delle aree ed edifici produttivi, attivi o dismessi e da riqualificare delle due province, con annessi stato, sottoservizi, infrastrutture materiali e digitali, piani urbanistici.

Il risultato è un inedito Big Data con grandi masse di dati e informazioni per la prima volta connessi, normalizzati e disponibili in un unico geoportale che fa dialogare le banche dati di enti, pubbliche amministrazioni, multiutilities: dal Catasto all’Agenzia Entrate, Comuni, Province, Registro imprese camerale, gestori di reti come Tim, fornitori di utilities come AcegasApsAmga, Ascopiave, Etra, Contarina, etc. L’architettura ‘aperta’ del Big Data consentirà di completare la mappatura e di tenerlo aggiornato, anche con nuove classi di dati.

I risultati di Capannoni On/Off e il nuovo geoportale sono stati presentati a Palazzo Giacomelli a Treviso dal Presidente di Assindustria Venetocentro Leopoldo Destro insieme alla Vicepresidente per l’Edilizia, il Territorio e le Infrastrutture Paola Carron, da Francesco Calzavara Assessore al Patrimonio e Innovazione Digitale della Regione del Veneto, i Presidenti delle Province di Padova e di Treviso Fabio Bui e Stefano Marcon, i Presidenti delle Camere di Commercio di Treviso-BellunoǀDolomiti e di Padova Mario Pozza e Antonio Santocono e da Cristina Da Soller Presidente del Consorzio Bim Piave. In collegamento Sindaci e Amministratori dei Comuni dei due territori.

Attraverso la nuova piattaforma ‘abilitante’, Capannoni On/Off punta a favorire la rigenerazione e riassetto del territorio, superando l’occupazione estensiva e frammentata ereditata dal passato. Un nuovo modello di insediamento e di gestione del suolo più razionale e sostenibile, per le attività produttive ma anche per la residenzialità e le altre funzioni economiche e sociali. Il data base in progress contiene al momento la mappatura di circa 2.000 ettari di aree produttive delle province di Padova e Treviso (su 14.200) per un numero di capannoni profilati pari a 12.376 (6.451 nel Trevigiano, 5.925 nel Padovano) su oltre 32mila, il 34,8% del Veneto.

I big data entrano così nella programmazione territoriale, a disposizione delle Amministrazioni per i piani di riassetto e rigenerazione urbana, infrastrutturazione digitale, ambientale ed energetica. Di imprese, progettisti e operatori delle costruzioni per il recupero e riuso degli edifici dismessi e per ridurre il consumo di suolo, in linea con le disposizioni che si è data la Regione Veneto. Ma anche della multinazionale che ricerchi un’area in cui insediarsi (o da riqualificare). L’accesso al portale (www.capannonionoff.it) consente in modo rapido e intuitivo ricerche online mirate per Comune, superficie, stato dell’edificio, dotazioni e servizi.

Sulle aree produttive e i capannoni l’attenzione di Assindustria è stata particolarmente presente, fin dalla redazione a inizio anni ’90 del primo Atlante delle aree industriali, poi nel decennio successivo il progetto QUAP (Qualità Urbana Aree produttive) fino alle ultime iniziative sulla rigenerazione, riuso (o demolizione) degli spazi produttivi.

Capannoni On/Off riprende questa esperienza e la aggiorna insieme alle Istituzioni del territorio, con uno strumento ‘abilitante’ che segna il passaggio dalla cartografia alla geolocalizzazione, dalla dispersione all’interoperabilità dei dati, sempre aggiornati, agevolando la ricerca online.

«È, crediamo, il primo progetto in Italia che mappa aree, edifici e attività produttive, stato, utilizzo attuale, tanto più in un territorio così esteso - dichiara Leopoldo Destro, Presidente di Assindustria Venetocentro -. Il progetto è importante anche perché nasce dall’alleanza tra Pubblica Amministrazione e rappresentanza delle imprese, oggi più che mai Alleati per competere, come recita anche il PNRR, per riprendere un messaggio che ha accompagnato molte iniziative della nostra Associazione. Insieme, realizziamo un servizio che finora non c’era, specifico per gli edifici e le aree a destinazione produttiva, con dati uniformi e aggiornati da cui attivare le politiche urbanistiche per la competitività e sviluppo al territorio. Lo facciamo da una dimensione associativa ampia, quella di Assindustria Venetocentro, tra Padova e Treviso, un territorio dove vivono 1,8 milioni di persone, con la forza di rappresentare 3.500 imprese con 180mila collaboratori. E in questa fase, segnata da una pandemia lunga più di due anni e ora da un grave conflitto nella nostra Europa, Capannoni OnOff propone un segnale di rinnovamento nel segno della condivisione e della collaborazione per un nuovo sviluppo sostenibile. Queste sono le linee guida del nostro impegno come imprese e come Pubblica Amministrazione per lo sviluppo e il benessere comune».

«Con Capannoni OnOff - spiega Paola Carron, Vicepresidente di Assindustria Venetocentro - ci proponiamo di trasformare aree produttive, capannoni industriali oggi dismessi o degradati, dal costo ambientale, sociale ed economico a patrimonio da rivitalizzare in vista anche della ripartenza dopo la pandemia. L’obiettivo è riuscire a rigenerare il più possibile l’esistente ed evitare nuovo consumo di suolo, nel rispetto degli obiettivi comunitari a cui si è allineata la Regione Veneto con la legge regionale in materia di contenimento del consumo di suolo e per utilizzare al meglio le potenzialità dei crediti edilizi».

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