Massimo Carraro, Morellato e Chiara Ferragni: “Così nasceranno i gioielli del primo brand italiano totalmente digitale”

“Una volta i marchi venivano creati dagli stilisti, da una innovazione stilistica: Dior, Armani, Chanel, etc. Oggi è diverso. Proprio con Chiara Ferragni abbiamo assistito ad una svolta: se hai 24 milioni di follower e sei bravo, nonostante le barriere all’ingresso siano altissime, puoi far nascere un brand e Chiara è già da diverso tempo un’imprenditrice digitale di successo” spiega Carraro

Roberta Paolini

PADOVA. “L’accordo con il brand Chiara Ferragni è la prosecuzione della nostra strategia e del nostro modello di business, che ci porta a sviluppare marchi italiani unici con un capitale italiano”. Così Massimo Carraro racconta in sintesi la partnership che ha da poco siglato il gruppo Morellato, che lui presiede, e la nota imprenditrice digitale. Morellato Group è una piccola Luxottica del gioiello, un modello di business che al suo compimento, circa 14 anni fa, con l’acquisizione di Sector, prima, e Diffusione Italiana Preziosi, poi, rappresentò un unicum in Italia: la produzione, i marchi propri e in licenza, i negozi.

Un modello che si è arricchito notevolmente in questi anni con altre acquisizioni, a completamento del modello verticale, come la piattaforma per l’e-commerce di gioielli e orologi Kronoshop. E nel 2019 il rafforzamento all’estero con l’acquisizione della seconda catena di gioielleria francese: Cleor. L’arrivo di Chiara Ferragni, l’imprenditrice digitale da 24 milioni di follower su Instagram, per la quale Morellato Group produrrà e distribuirà worldwide la linea di gioielli e orologi è una evoluzione naturale di questo modello. Una sfida nuova, ma non nuovissima.

Gli esempi si perdono: Victoria e David Backham hanno creato un impero tra moda, beauty e occhiali, Rhianna ha creato il suo brand Fenty con estensioni in lungo e in largo, dal beauty al fashion. Ferragni, dal canto suo, è un lifestyle brand in tutto e per tutto. Il carnet, o le estensioni del brand, della imprenditrice digitale sono un oceano: dagli abiti alle scarpe, ai costumi, alla capsule di occhiali con Luxottica (che diverrà una licenza vera e propria prima o poi), alla moda bimbi, fino a Nespresso o ai biscotti Oreo brandizzati, dal suo, ormai inconfondibile, occhio azzurro stilizzato. La collezione di gioielli e orologi di Chiara Ferragni, come annunciato, arriverà negli store a ottobre. Il contatto con il team di Ferragni avviene circa un anno fa.

“Far nascere un brand nel nostro settore non è mai stato semplice. Una volta i marchi venivano creati dagli stilisti, da una innovazione stilistica: Dior, Armani, Chanel etc. Oggi è diverso. Proprio con Chiara Ferragni abbiamo assistito ad una svolta: se hai 24 milioni di follower e sei bravo, nonostante le barriere all’ingresso siano altissime, puoi far nascere un brand e Chiara è già da diverso tempo un’imprenditrice digitale di successo” spiega Carraro. Ed è esattamente così da quando, nel 2013, un’era geologica per l’industria digitale, Ferragni ha capito di essere ben più di una splendida donna, ammirata da milioni di follower per il gusto dei suoi outfit, ed ha aperto le sue prime linee di abbigliamento e calzature. Non interpretava più i marchi dei suoi abiti, creando uno stile personale da replicare, era diventata lei il brand.

Poi Forbes, nel 2018, l’ha nominato la più potente fashion influencer al mondo e Instagram stesso ha dichiarato il suo profilo al secondo posto per engagement delle Instagram Stories. Oggi questa imprenditrice è in grado di muovere il mercato, come pochissimi sono in grado di fare.

“Chiara Ferragni ha ispirato e guidato personalmente il percorso creativo dei suoi gioielli – precisa Carraro – ed è molto coinvolta in tutto il processo. Noi siamo al lavoro con la produzione finale e saremo pronti per i negozi ad ottobre”. Top secret la durata della partnership, “ma è una licenza lunga - anticipa Carraro – dalla quale ci aspettiamo risultati importanti”. Si tratterà di collezioni di orologi e gioielli, delle quali Carraro svela alcuni dettagli: “Gli orologi saranno in acciaio, ci sarà molto uso di trattamenti superficiali in oro, di cristalli e pietre colorate, i gioielli saranno in vari materiali, anche qui con molti trattamenti superficiali in oro”.

Saranno oggetti di fascia premium, con uno studio appassionato del design. “Non si tratta di gioielleria tradizionale, ma interpreterà lo stile di Chiara Ferragni, Prodotti di qualità che strizzano l’occhio al lusso, ma con un posizionamento giusto di prezzo. Chiara Ferragni è un brand che nasce interamente digitale, con una cognizione millimetrica del proprio pubblico, che è giovane, tra i 20 e i 40 ed ama la moda. È una bellissima sfida” dice ancora.

Ma perché la scelta del Gruppo Morellato? “Chiara Ferragni è un brand italiano e la nostra è un’azienda italiana con dimensione e distribuzione internazionale” sottolinea Carraro. Gruppo Morellato, che ha chiuso il 2020 con un fatturato consolidato a 208,4 milioni di euro e un ebitda a 53,8 milioni di euro pari al 25,8% dei ricavi, ha una esposizione internazionale importante e punta a raggiungere quota 500 negozi totali tra Italia ed estero nel 2023. “Intendiamo chiudere il 2021 con 150 negozi in Francia e 250 in Italia e poi continueremo al ritmo di 50 all’anno” conclude Carraro.

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