Gas Jeans a rischio fallimento, la lettera di DeA Capital che riaccende le speranze dei lavoratori
Il fondo del gruppo De Agostini ha riaperto un canale di comunicazione con i 200 dipendenti dell’azienda di Chiuppano. Spunta anche il nome di un possibile investitore

VICENZA. La risposta di DeA Capital riaccende le speranze dei 200 dipendenti di Gas jeans, marchio di abbigliamento casual del gruppo Grotto, che rischiano il posto di lavoro dopo l’omologa mancata del piano concordatario presentato dall’azienda di Chiuppano, causata proprio dall’astensione di DeA che non votando il piano lo ha di fatto condannato. Salvo sorprese, nei prossimi giorni il Tribunale di Vicenza fisserà la data per l’istanza di fallimento che potrebbe esser dichiarato a qui a un mese.
Ma sorprese, in queste ultime ore, qualcuna va detto ce n’è. Anzitutto un nome, riportato oggi dal Giornale di Vicenza. Quello dell’imprenditore bellunese Walter Maiocchi, che alle vicende Gas non è del tutto nuovo. Nel 2019 aveva firmato infatti una lettera d’intenti con Grotto, salvo poi il gruppo cambiare strada e optare per la procedura concorsuale. Un tentativo ricordato pure da DeA Capital nella lettera inviata giorni fa ai dipendenti di Gas jeans in cui la società (che detiene la maggioranza del debito) pur non citando esplicitamente Maiocchi, conferma: “Nel 2019 abbiamo dato il nostro assenso all’investitore individuato dalla famiglia Grotto che avrebbe immesso importanti risorse a tutela della continuità aziendale e dei posti di lavoro, ma la proprietà ha improvvisamente rifiutato di formalizzare l’intesa da essa stessa inizialmente sottoscritta, avviando la procedura concordataria che ha contribuito a depauperare il valore aziendale rendendo più fragile la tenuta della base occupazionale”. Nella stessa lettera, DeA ricorda che poi, “all’interno della procedura di concordato, la società ha presentato una pluralità di piani mai reputati fattibili dagli organi della procedura” quindi che “la proprietà e l’attuale gestione hanno rifiutato anche durante il concordato di ricercare soluzioni costruttive nell’interesse della società e dei posti di lavoro, arrivando ad impedire ai creditori, nonostante un provvedimento ad hoc del tribunale, di poter analizzare i dati societari”.
Nella stessa missiva, DeA Capital si dice disponibile a incontrare i rappresentanti dei lavoratori al tavolo ministeriale “per la ricerca di soluzioni che possano concretamente mirare al salvataggio dell’azienda. Noi abbiamo sempre dato la nostra disponibilità alla società e ai suoi professionisti ma fino ad oggi senza esito” conclude non prima di ricordare le aziende messe in sicurezza, assieme alla forza lavoro, nel corso degli ultimi anni: dalle Cartiere Paolo Pigna a Snaidero e Targetti.
Ricevuta la risposta di DeA Capital, ieri i lavoratori hanno ripreso in mano “carta e penna” per chiedere “all’attuale gestione e alla proprietà un riscontro immediato, affinché il quadro sia chiaro e completo e si possa arrivare, con il supporto dei sindacati, delle istituzioni e di tutte le parti coinvolte, a comporre un tavolo di confronto che porti ad una soluzione costruttiva e ci permetta di guardare al futuro con maggiore serenità”.
Il Tribunale di Vicenza fisserà a breve un’udienza per decidere il da farsi. Gli scenari possibili sono di fatto tre come ha già chiarito Federico Casa, l’avvocato della procedura concordataria per la Grotto Spa: «Consentire il deposito di un altro piano in continuità aziendale, disporre il fallimento con prosecuzione dell’attività d’impresa o in terza ipotesi il fallimento con liquidazione dei beni. L’amministrazione di Grotto S.p.A. si augura che siano prese in considerazione le prime due possibilità, contemplando entrambe, anche se in modo diverso, la possibilità di proseguire l’attività d’impresa e la gestione aziendale».
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