Confindustria lancia il nuovo indice del Pil: «Il Nord Est segna +1,8%»

Le imprese italiane chiudono il 2023 meglio delle previsioni, anche grazie al Nord Est. È quanto emerge da un nuovo indicatore economico al quale ha lavorato – tra gli altri – la triestina Modefinance
Luigi Dell’olio
Engineer working in a factory
Engineer working in a factory

L’economia delle imprese italiane ha chiuso il 2023 meglio delle previsioni, anche grazie al Nord Est, che ha saputo mostrare segnali di resilienza nonostante i venti contrari. È quanto emerge da un nuovo indicatore economico al quale ha lavorato – tra gli altri – la triestina Modefinance. Con l’amministratore delegato Valentino Pediroda che ieri è intervenuto alla presentazione di Rtt (Real time turnover), messo a punto dai Giovani Imprenditori di Confindustria in collaborazione con Teamsystem (controllante di Modefinance). Uno strumento in grado di stimare la dinamica dell’attività economica, in tempo reale, a partire dal fatturato di 200 mila imprese, con focus dedicati a macro settori, territori e dimensioni aziendali. Il nuovo indice affiancherà l’Indagine rapida del Centro Studi Confindustria sull’attività delle grandi imprese industriali, con l’elaborazione dei dati e l’analisi degli stessi affidata a Modefinance. L’indice esordisce registrando a dicembre una crescita nell’ordine dello 0,8% per l’economia italiana, sostenuta da servizi (+2,7%) e costruzioni, nonostante la flessione nell’industria (-2,8%).

Nell’ultimo trimestre 2023, l’Rtt indica una dinamica del Pil migliore del periodo luglio-settembre e si tratta di un esito tutt’altro che scontato a considerare il pessimismo diffuso intorno all’economia nazionale. L’area che ha fatto segnare la crescita maggiore (a doppia cifra) è il Mezzogiorno, che tuttavia a livello di economia delle imprese ha un peso marginale rispetto al totale a livello nazionale. Mentre il Nord Est ha messo a segno una crescita dell’1,8%, che è risultata tre volte superiore a quella del Nord-Ovest e il doppio rispetto a quella del Centro. Il calo nell’industria segnalato da Rtt è coerente con i risultati della ”Indagine rapida CSC sull’attività delle grandi imprese industriali”, che segnala come a dicembre sia maggiore la quota di imprese che si aspettava una riduzione della produzione, rispetto a quelle che ne prevedevano un aumento. A gennaio 2024 quasi la metà del campione di grandi imprese industriali associate a Confindustria si attende un livello di produzione stabile rispetto a dicembre (47,1% dal 33,4% nel mese precedente). Mentre è negativa la percezione su aumento dei costi di produzione, condizioni finanziarie, disponibilità di materiali, impianti e manodopera. «Il digitale dovrà avere un ruolo di traino della nostra economia nei prossimi anni», sottolinea Daniele Lombardo di TeamSystem.

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