Fondazione Cariverona va al ricambio, Bruno Giordano presidente

Imprenditore nel campo dell’energia, è stato indicato dall’uscente Mazzucco. La decisione nel  corso del Consiglio generale
Edoardo Bus
Il nuovo presidente di Fondazione Cariverona è l’imprenditore legnaghese Bruno Giordano
Il nuovo presidente di Fondazione Cariverona è l’imprenditore legnaghese Bruno Giordano

Dopo più di tre ore di Consiglio generale è finalmente arrivata la fumata bianca: il nuovo presidente di Fondazione Cariverona è l’imprenditore legnaghese Bruno Giordano. Giordano è stato eletto a larga maggioranza e non all’unanimità, come successe per l’ormai ex presidente Alessandro Mazzucco, ma comunque l’applauso che ne ha sottolineato l’elezione lo hanno sentito distintamente anche i passanti in via Forti, sede della Fondazione.

Il nuovo presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Verona Vicenza Belluno e Ancona era tra i presenti, dal momento che era già membro del Consiglio generale, e ha quindi accettato subito la nomina. È un “fedelissimo” di Mazzucco, tanto che tempo fa il presidente scelse proprio Giordano tra le personalità sottoposte al Consiglio dal Comune di Legnago. Inoltre recentemente il professore, tracciando un identikit del suo candidato ideale, disse che lui voleva “volare alto” puntando su una personalità di rilievo. Ed ecco Giordano.

Estroverso, vulcanico, capelli lunghi e larghi sorrisi, questo sessantunenne ingegnere (è del 14 agosto del 1962) risiede a Villa Bartolomea, da dove gestisce il Gruppo Giordano, che opera nelle energie innovative. È anche consigliere delegato di Confindustria nazionale per l’Innovazione e le Startup, fornendo supporto alle idee e ai migliori progetti.

Il Consiglio generale in questa stessa seduta ha anche approvato il bilancio d’esercizio 2023. Tra i principali dati un avanzo d'esercizio di 35,3 milioni (+66%), un attivo patrimoniale finanziario a valori di mercato di fine 23 pari a 1,932 miliardi (+19%), che oggi diventa di 2,1, principalmente per la crescita di valore della quota UniCredit. Le erogazioni deliberate nel 2023 sono state pari a 31,1 milioni (+22%) per 216 progetti (+28%).

Un bilancio quindi positivo per Mazzucco, per questi dati e per il consuntivo dei suoi otto anni in cui sono stati portati avanti ben 21 mila progetti ed è stato quasi raddoppiato il patrimonio, portandolo a due miliardi dopo averlo “messo in sicurezza” diversificando. Mazzucco ha poi effettuato 370 milioni di erogazioni sul territorio, distribuendo fondi quasi solo attraverso bandi e con procedure trasparenti. Inoltre, il professore è riuscito a far nominare il “suo” candidato che – fino all’ultimo – è stato in competizione con Andrea Bolla, imprenditore nel settore del gas ed ex vicepresidente nazionale di Confindustria.

Nel corso della seduta di ieri è stato anche nominato il nuovo consiglio di amministrazione, il collegio sindacale e il nuovo consiglio generale, che andava rinnovato per quindici dei 25 consiglieri, scelti dal Consiglio stesso fra le terne indicate dai “grandi elettori” della Fondazione.

Ora quindi tocca a Bruno Giordano, per il prossimo quadriennio, guidare la Fondazione che opera sui territori storici di Verona, Vicenza, Belluno (qui in otto anni circa 800 progetti per 50 milioni di erogazioni), Ancona e Mantova. Dovrà placare l’anima antagonista che, in qualche modo, si è palesata anche ieri e chiede più attenzione a Verona. Inoltre, come ha detto il direttore generale Filippo Manfredi qualche settimana fa, dovrà far «crescere ricavi e utili e aumentare la sostenibilità anche finanziaria delle erogazioni». È ritenuto molto adatto a portare nuove idee, a puntare sui giovani e a incrementare il ruolo di motore si sviluppo della Fondazione. L’ultimo grande feudo finanziario di Verona, dopo gli addii di Banco Popolare e Cattolica, ha un nuovo gran capo.

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