«Azioni Civibank, Sparkasse offre un prezzo da elemosina»

CIVIDALE. Il Movimento difesa del Cittadino, nelle sue declinazioni veneta e friulgiuliana, si schiera contro l’Opa di Sparkasse su Civibank. I due presidenti del Movimento, Matteo Moschini (Veneto) e Raimondo Englaro (Fvg) hanno reso nota la propria valutazione «estremamente negativa» rispetto al «tentativo di Sparkasse di acquisire il controllo di Civibank» e invitato gli azionisti di Civibank «a respingere l’assalto di Sparkasse e a non accettarne l’elemosina di 6,50 euro ad azione».
Secondo i vertici nordestinii del Movimento, l’iniziativa della banca altoatesina «pare rispondere solo ed esclusivamente alle esigenze di crescita di Sparkasse, non certo a quelle dei circa 15 mila azionisti di Civibank».
I due presidenti si schierano dunque apertamente dalla parte della governance uscente dell’istituto friulano, guidata dalla presidente Michela Del Piero, che promuovono dati di bilancio alla mano, non esitando a definire “elemosina” il prezzo offerto da Sparkasse per azione e invitando come detto gli azionisti a respingere l’offerta. Opa che, ricordiamolo, ottenuto il via libera di Cosob si è aperta l’8 aprile e si concluderà il 6 maggio, incrociando l’assemblea dei soci, convocata il 26 di questo mese al fine, tra l’altro, di eleggere la nuova governance.
«L’iniziativa lanciata da Sparkasse – dichiara Englaro – appare rispondente a finalità della stessa Sparkasse, che intende aumentare il numero dei propri clienti e le masse di denaro amministrate. Riteniamo non sia assolutamente in grado di ricostituire un rapporto di fiducia con la compagine sociale, già gravemente pregiudicata dal rilevante deprezzamento subito dal valore delle azioni emesse da Civibank».
Sulla stessa linea il veneto Moschini: «L’attuale governance di Civibank sta lavorando bene, prova ne sono gli ultimi dati di bilancio, estremamente positivi (utile netto a 14,1 milioni di euro e nuovi finanziamenti all’economia locale per 773 milioni). Riteniamo quindi che Civibank debba rimanere autonoma e che all’attuale management, che ben conosce l’economia locale a differenza di quello di Sparkasse, debba essere consentito proseguire nella propria attività».
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