Ecco i grandi debitori della Popolare di Vicenza

Molte sono società immobiliari, tante le ditte del Nordest, molte in liquidazione: ecco i primi 30 insolventi della Popolare di Vicenza. C'è anche un Hotel a Cortina, Aeroterminal Venezia finito in tribunale e le cartiere Cariolaro di Padova

PADOVA. Molte società immobiliari, tantissime in liquidazione, oltre un terzo hanno sede a Nordest. «La7» ha scoperto il vaso di Pandora dei grandi debitori della Popolare di Vicenza. La lista dei primi trenta insolventi è diventata pubblica e popolare come la banca che oggi paga il conto di un credito facile affidato a chi, forse, non aveva le carte in regola, o meglio il rating, per riceverlo. La conseguenza è un buco da 542 milioni e i tempi di recupero, con le procedure fallimentari in corso, non si prospettano brevi. Nè è oggi certo il rientro.

Il debito più grosso della Bpvi è di 57,8 milioni in capo a Monte Mare Grado Srl società di Maurizio Zamparini, imprenditore e immobiliarista friulano presidente del Palermo e prima ancora del Venezia Calcio. Quei 57 milioni dovevano finanziare un villaggio turistico nell’ex Valle Cavarera di Grado sfumato nel 2013. Gli enti locali - si era difeso Zamparini - hanno ritardato l’iter, danneggiando gli investitori. Ora ci rimette Bpvi.

Al quarto posto degli insolventi c’è la Capiterlina, gruppo Lch con 29,5 milioni di Thiene che produce laterizi. Fa parte del gruppo vicentino Stabila in amministrazione straordinaria dal 2015. In liquidazione anche la Compagnia Sviluppo immobiliare di Paese (Tv) debitrice per 19,7 milioni. Nelle carte del Tribunale, Bpvi siede nel comitato creditori.

Tra le storie più curiose e forse anche irrecuperabili c’è il debito di 19 milioni dell’Hotel Dolomiti Srl, società titolare dell’omonimo albergo a Cortina. L’imprenditore emiliano titolare, indagato per bancarotta farudolenta, è finito nel mirino della Finanza per aver trasferito in Paesi offshore il denaro sottratto ai creditori dal fallimento.

Non va meglio se si guarda dietro al debito da 8 milioni di Aeroterminal Venezia Spa visto che il Tribunale di Trento ha condannato per bancarotta fraudolenta nel 2010 i due fratelli titolari, Arrigo e Ugo Poletti, accusati di appropriazione indebita di 45 milioni dalle casse della società proprietaria di 20 ettari vicino all’aeroporto di Venezia.

Potrebbe chiudersi meglio, per la Bpvi, il debito da 13 milioni della Consta, il colosso padovano delle costruzioni che fu di Graziano Debellini. La società aveva firmato una maxi-commessa milionaria per ristrutturare la storica ferrovia d’Etiopia finita poi in un braccio di ferro con il governo etiope. Solo nel 2016 si è pronunciata la Corte internazionale di Giustizia condannando l’Etiopia al risarcimento di un danno da 20 milioni. Ma la Consta è fallita, tranne un ramo d’azienda affittato dalla Sertec dei Mantovani. Con l’asta degli immobili quest’anno dovrebbero rientrare a Bpvi 4,5 milioni, altri 6 sono legati al recupero del credito etiope. Resterebbe quindi, se tutto va bene un buco da 2,5 milioni circa.

Tra i debitori più noti anche l’ex compagnia statale Tirrenia Navigazione, la Acqua Marcia (17,3 milioni) di Francesco Bellavista Caltagirone che risulterebbe insolvente per 50 milioni anche con Veneto Banca.

Nella parte bassa della classifica dei demeriti c’è perfino un istituto superiore: il Cardinal Baronio di Vicenza. La scuola deve a Bpvi 11,5 milioni.

@eleonoravallin
 

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