Di Maio incontra le categorie economiche

Dopo il gelo dei mesi scorsi il Vicepremier e Ministro dello Sviluppo si è confrontato con gli imprenditori.
«È stato un incontro cordiale, con una grande disponibilità da parte del Ministro Di Maio ad ascoltare le richieste del Veneto, in cui abbiamo avuto modo e tempo di approfondire i temi strategici e le criticità evidenziate nelle scorse settimane per la competitività delle imprese» dice una nota

VENEZIA. Distanti per mesi, sulle ricette per rilanciare l'economia, gli imprenditori del Veneto e il vice premier e ministro dello sviluppo economico Luigi Di Maio hanno avuto oggi un primo incontro, riservato, a Treviso. «È stato un incontro cordiale, con una grande disponibilità da parte del Ministro Di Maio ad ascoltare le richieste del Veneto, in cui abbiamo avuto modo e tempo di approfondire i temi strategici e le criticità evidenziate nelle scorse settimane per la competitività delle imprese sia manifatturiere che dei servizi, in particolare quelli contenuti nella Legge di Bilancio», dice una nota congiunta dei presidenti Matteo Zoppas (Confindustria), Agostino Bonomo(Confartigianato), Massimo Zanon (Confcommercio) e Cristina Giussani (Confesercenti). «Ci è stato confermato - prosegue la nota - rispetto e riconoscenza verso la classe imprenditoriale e le difficoltà, i rischi e i sacrifici di cui, insieme ai dipendenti, ci facciamo carico».

«Abbiamo ricordato al ministro Di Maio - proseguono i vertici degli imprenditori veneti - che l'imprenditore è un portatore di valori per la società e il territorio. L'impresa crea e distribuisce benessere e lavoro, contribuendo a determinare il Pil, in particolare in questa parte del Paese. La politica non può prescindere dalla conoscenza, dal dialogo con chi fa impresa e con chi la rappresenta». I problemi che industriali e artigiani hanno sottoposto al vicepremier sono quelli incentrati sulla competitività dell'impresa e del lavoro.

«Abbiamo convenuto - prosegue la nota - che vanno disegnati insieme obiettivi precisi di competitività, con numeri che abbiano ricadute dirette sui bilanci aziendali». Per i rappresentanti delle imprese venete «serve un piano di sviluppo industriale del Paese, a medio termine con una visione di 5/10 anni. Questo significa avere idee chiare sul recupero della competitività e su quali fattori produttivi lavorare per raggiungere questi risultati».

«Ci attendiamo - proseguono - proposte che vadano in questa direzione. Il Paese deve avere obiettivi di crescita a medio termine, incidere sul debito pubblico, attivare una concreta spending review, dare prospettive ai giovani». I temi concreti sui quali operare riguardano, per gli industriali veneti, i fattori produttivi, a partire dal costo del lavoro, dal costo della burocrazia, dalle infrastrutture materiali e immateriali (le grandi arterie stradali e ferroviarie), dal sostegno ai processi di internazionalizzazione per accrescere gli scambi commerciali.

«Pur avendo chiarito alcuni punti e su questi ottenuto aperture - concludono -, permangono le criticità di fondo sull'impostazione della manovra, le stesse sollevate dalle iniziative nazionali programmate nei prossimi giorni. Ci è stata quindi assicurata l'intenzione di rimettere l'impresa al centro degli interessi economici affinché possa svolgere il proprio ruolo di motore dell'economia da cui discendono sviluppo e occupazione».

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