Dar, dalle moto allo spazio: ecco il museo degli airbag per gli umani

VICENZA. «Le guardavo fin da piccolino quelle tute, perché erano quelle dei campioni. E oggi posso dire che quelle tute hanno salvato buona parte delle mie ossa e della mia pelle». È diventato un uomo Valentino Rossi, anche se il suo viso è sempre quello del ragazzino nato per correre su due ruote, il pluricampione del mondo, nove titoli in tutta la carriera, sei in MotoGP e l’unico del Motomondiale ad aver vinto in quattro classi differenti. È sempre lui, “the doctor”, il genio con l’istinto e il talento furente per la velocità. E con lui che è diventata grande anche la Dainese.
Lino Dainese il vulcanico fondatore del gruppo, nato negli anni Settanta nel Vicentino, ne è consapevole. «È stato un grande compagno di viaggio», ha detto all'inaugurazione del Dar, due anni fa a Vicenza, l’archivio dove sono conservate le tute, gli studi, i primi modelli e l’evoluzione di un’azienda unica che ha fatto la storia degli sport dinamici, del design e della bellezza italiana.
Quando Lino andò da Vale per dirgli che stava studiando un airbag per le tute, anche il ragazzo d’oro della MotoGP era scettico, «per noi piloti la tuta è sacra», racconta. Ma quell’intuizione incredibile ha cambiato tutto e non solo nel motociclismo, ha cambiato tutto per tanti sport dinamici, lo sci, la vela, l’equitazione. Ora quelle tecnologie Lino vuole portarle nel mondo reale, per proteggere i lavoratori, gli anziani, per rendere più sicuri i bambini in auto. Già le ha portate nello spazio, con le tute per gli astronauti, garantire la protezione anche nella quotidianità sarebbe il coronamento del lavoro di una vita.
Ha lasciato la sua Dainese nel 2015, «l’ho fatto -dice - perché non volevo fare come certi cantanti che poi diventano la controfigura di se stessi». Ma il pallino per l’invenzione non lo ha perso e continua a far esplodere idee di ogni tipo, pensando al futuro. «Per questo è nato Dar, qui si può studiare l’innovazione, è il motivo per cui non abbiamo mai buttato le tute danneggiate in gara, ci servivano per migliorare», dice ancora Dainese.
Dar, Dainese Archivio, un’esposizione permanente fortemente voluta dall’imprenditore vicentino, che presenta le idee, le innovazioni, le persone, i progetti nati dalle suggestioni di un viaggio fatto a fine anni sessanta in giro per l’Europa. Un viaggio avventuroso da cui il ventenne Lino torna e inizia con la sua piccola conquista del mondo. Dar nasce prima di tutto con l’ambizione di fornire alle nuove generazioni uno stimolo a realizzare le proprie idee, a perseguire tenacemente i propri obiettivi, e lo fa presentando le esperienze che iniziano nel 1972 da un garage di Molvena con il primo paio di pantaloni in pelle da motocross e arrivano alle tute per gli astronauti, passando attraverso i piloti, gli atleti, la Ricerca e Sviluppo e soprattutto le persone, che hanno accompagnato il raggiungimento di importanti primati.
«È il lavoro, l’impegno di una vita che prende forma. Dar non è un museo, è l’archivio in divenire di un’azienda che guarda al futuro», dice Dainese. «Quando ho messo piede in azienda quattro anni fa ho subito capito che Dainese ha una grande storia da raccontare che non poteva rimanere chiusa negli archivi interni. Ora che il progetto di Lino è realtà, tutti potranno vedere da vicino quello che Dainese è, è stata e sarà, a partire dal 1972», spiega Cristiano Silei attuale ad del gruppo all’inaugurazione di Dar. Si tratta di un archivio, della memoria di quello che è stato e di quello che potrà ancora essere, proprio come quelle tute che finita una gara, rovinate, strappate, di solito si gettavano. Lino le ha conservate tutte, sapeva che in quel passato che aveva graffiato la pelle c’era scritto cosa bisognava fare dopo.
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