Beni durevoli, in Fvg bruciati 116 milioni di consumi nel 2020

Secondo i dati Findomestic a pagare il dazio più pesante alla crisi fosse stato il mercato dei motori: male le auto nuove (-7%), male le due ruote (-7,8%), malissimo l’usato (-12,1%). Atteso anche l’andamento brillante dell’elettrodomestico (+6,8%) e della tecnologia, con i Pc portatili e l’informatica che, spinti da Dad e smart working
Riccardo De Toma
Shopping in corso Buenos Aires all’ apertura dei saldi, Milano, 7 Gennaio 2021. Ansa/Matteo Corner
Shopping in corso Buenos Aires all’ apertura dei saldi, Milano, 7 Gennaio 2021. Ansa/Matteo Corner

TRIESTE. Poteva andare peggio? Sì, e il confronto con il resto del Paese lo conferma: i consumi di beni durevoli in Friuli Venezia Giulia, infatti, fanno segnare un calo che si ferma a un -7,3%, con un taglio di 116 milioni rispetto al 2019, ma con una flessione meno pesante rispetto alla media nazionale (-10,3%). Anche il reddito medio delle famiglie tiene meglio, in flessione a 2.566 euro, l’1,3% in meno dell’anno precedente, contro il -1,8% dell’Italia e in controtendenza con il Nordest, dove il calo è stato del 2%.
Visto dall’osservatorio di Findomestic, l’effetto Covid sulle condizioni delle famiglie della nostra regione non lascia spazio a molte sorprese ed è sostanzialmente in linea, nelle dinamiche di settore, con i dati nazionali. Era noto che a pagare il dazio più pesante alla crisi fosse stato il mercato dei motori: male le auto nuove (-7%), male le due ruote (-7,8%), malissimo l’usato (-12,1%). Atteso anche l’andamento brillante dell’elettrodomestico (+6,8%) e della tecnologia, con i Pc portatili e l’informatica che, spinti da Dad e smart working, hanno sottratto ai telefonini il segno più (+5,8% per l’elettronica, il 23,9% per l’information technology) e il primato della crescita.

Meno attesa la brusca frenata del mobile, che nel 2020, secondo Findomestic, ha registrato in regione una flessione di 42 milioni nelle vendite, pari al 12,4% in meno rispetto ai volumi del 2019. Un calo che sorprende molto più di quello della telefonia (-3,5%), tanto più se inquadrato in una tendenza generale che ha visto tenere o anche crescere spese e investimenti sulla casa (il cosiddetto effetto bunker).
Guardando ai dati territoriali, le province confermano l’analisi di una tenuta migliore rispetto al quadro nazionale. Meglio di tutte però fa Trieste, che limita le perdite al -5,9%, seguita da Udine (-7,3%), Pordenone (-7,7%) e Gorizia (-9,2). In termini di reddito, invece, si è difesa meglio Udine, con un calo dell’1%, contro il -1,4% di Trieste e Gorizia e il-1,6% di Pordenone. Lasciando da parte le variazioni per guardare ai valori assoluti, la provincia più ricca si conferma Trieste, che con 24.278 a famiglia è ai primissimi posti (il 7°) in Italia. Molto distanti Udine con 21.428 euro, Pordenone con 20.220 e soprattutto Gorizia, ultima per distacco a 19.717 euro.


 

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