Benetton pronta al ricambio, per l'ad spunta la short list

TREVISO Sessant’anni fa fu tutto più semplice. Gilberto era l’uomo dei conti, Luciano il creativo, Giuliana e Carlo i tecnici. Oggi, con la terza generazione, la famiglia conta oltre 50 Benetton. Una crescita esponenziale che va gestita. A mesi, o forse settimane, in ogni caso entro fine anno, si compirà un ulteriore passo verso la definizione del ruolo della famiglia in Edizione Holding, la Srl che racchiude i diversi business e che è controllata al 25% dai fondatori. Fonti autorevoli spiegano che la situazione è fluida; ma ci sono due certezze: le uscite di Gilberto da presidente della Holding e di Gianni Mion, fedele manager da oltre 30 anni nonché uomo cardine del percorso di diversificazione del Gruppo, dal ruolo di ad. Mion è, da luglio, presidente della Bpvi. Per Gilberto la scelta è dettata da motivi personali, anagrafici (ha 75 anni) e da un disegno strategico che guarda al futuro del Gruppo. L’azienda non smentisce i rumor attorno alla figura di Fabio Cerchiai, oggi presidente della controllata Atlantia e di Autostrade per l’Italia. «Un personaggio che ha lo standing, la fiducia, l’equilibrio e l’esperienza» spiega chi lo conosce bene. Il suo potrebbe anche essere un ruolo di transizione alla presidenza, in attesa della “promozione” di un nuovo membro di famiglia.
Lo statuto, modificato pochi mesi fa, prevede l’ingresso ai vertici di «laici», ovvero di non componenti della famiglia. Ma le regole possono cambiare e c’è già chi fa notare che Alessandro Benetton, figlio di Luciano, impossibilitato anni fa nell’espletare un ruolo esecutivo nel business storico che è quello tessile, ha di certo maturato con la sua 21 Investimenti più di un “certo fiuto” per gestire le partecipazioni. Per il suo ingresso, forse, c’è solo bisogno di compattare la famiglia (cugini compresi) verso una nuova leadership. Che ci siano spaccature a Ponzano, qualcuno lo dice e altri lo escludono. Di certo qualche tensione c’è sempre. Ed è nel corso delle cose, delle speranze e delle simpatie. Questa di Cerchiai è comunque una strada più che possibile.
Quanto al ruolo di ad, le voci che giungono da Ponzano confermano che la ricerca è in corso, siamo in fase di short list. C’è chi fa il nome ancora di un interno al gruppo come l’attuale dg di Edizione, Carlo Bertazzo, che tra l’altro era stato lanciato proprio da Mion quando comunicò il suo addio al Gruppo a febbraio 2016. Bertazzo sarebbe un uomo di continuità. «I nuovi manager saranno più bravi di me, ne sono certo» aveva detto Mion. «Nella vita ho fatto molti errori, ma credo di avere una dote: quella di saper scegliere i giovani, li ho trovati sempre più bravi e intelligenti di me». Non è escluso dal ventaglio neanche Giovanni Castellucci, oggi ad di Atlantia e Autostrade. Ma se passerà l’ipotesi Cerchiai presidente, ci sembra dannoso svuotare un business che funziona molto bene, come quello delle autostrade e aeroporti, di due manager capaci.
Quello che è certo è che Edizione, nata nel 1986, sta affrontando una trasformazione profonda che in questo 2016 ha portato al rinnovo del Cda con soli 4 membri di famiglia: 2 della prima e 2 della seconda generazione, ma è ipotizzabile a breve anche un nuovo board senza la prima generazione. Ma, ancor prima, c’è stato il patto di sindacato per la gestione delle quote di famiglia nelle 4 controllanti di Edizione. Firmati davanti al notaio una decina di anni fa, i patti rappresentano ancora oggi il primo grande step per la ridefinizione del controllo e per mantenere il patrimonio stabile.
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