A Oderzo frutteti ed erbe aromatiche, ma niente piante di Prosecco

La Seven Estate trasformerà un terreno di 56 mila metri in azienda agricola. La società non punterà sull’industria vitivinicola ma su coltivazioni alternative
ODERZO.Erbe aromatiche, erbe officinali e frutteti e neanche una pianta di Prosecco. È questa la decisione presa da “Seven Estate srl”, realtà legata al gruppo “Setten Genesio”, che mercoledì sera si è vista approvare dal consiglio comunale un accordo pubblico privato che trasformerà un terreno di 56mila metri quadri in una grande azienda agricola che si dedicherà per intero alla coltivazione di erbe e frutta.
 
Una scelta in netta controtendenza all’interno di un territorio in cui i vigneti e in particolare il Prosecco la fanno nettamente da padrone, tanto da poter vantare la presenza ravvicinata di due veri e propri colossi nel panorama dell’industria vitivinicola trevigiana: le cantine “Viticoltori Veneto Orientale” di Salgareda (nel 2018 ricavi per quasi 102 milioni di euro) e “La Marca” di Oderzo (ricavi per 140 milioni due anni fa). La “Seven Estate srl” ha chiesto e ottenuto dall’amministrazione di rivedere la delimitazione del terreno demarcato dalla Postumia, da via Girardini e Tonello e dalla frazione di Fratta. 
 
Un enorme prato verde che ora potrà essere sfruttato almeno per una parte: l’eccessiva grandezza di quella porzione di terreno aveva impedito per decenni di trasformare quello spazio.
 
La struttura non sarà alta più di sette metri e mezzo e, ha assicurato il vicesindaco e assessore all’urbanistica Vincenzo Artico, si sposerà al meglio con l’ambiente circostante: «L’edificio si estenderà su 2.500 metri quadri e avrà una cubatura di 3mila metri cubi: il resto dello spazio sarà dedicato alle colture», ha annunciato in consiglio comunale.
 
In cambio il Comune incamererà 56mila euro che serviranno a valorizzare la pratica sportiva all’interno della frazione di Fratta: servirà del tempo perché il Comune decida in che modo muoversi in questo senso: «Se l’ambito fosse rimasto grande 200mila metri quadri avremmo ampliato il centro sociale di Fratta, ma qui si tratta di un quarto di quel grandissimo terreno. Abbiamo preferito chiedere soldi cash e ora decideremo come intervenire sulla frazione», continua Artico. 
 
Il voto del consiglio sblocca una partita ferma da molto tempo, rallentata dalle vastissime porzioni di terreno che avevano sconsigliato agli imprenditori di investire: «Non stravolgiamo le indicazioni date nei decenni scorsi: abbiamo solo stralciato una parte del terreno. Ritengo sia un progetto che migliora la qualità del vivere: è un intervento molto avveniristico che lega gli edifici costruiti ai luoghi in cui si trovano», conclude il vicesindaco. —
 
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