Fresa: «Il giornalismo è verità: Noi, una bussola per orientarsi»

La direttrice artistica della manifestazione si sofferma sulla missione e sui temi dell’11.a edizione di Link media festival, dall’Europa a Trump. «Le fake news, l’Ai: una libertà di stampa ridotta influenzano le persone, ambiando la percezione della realtà»

Sara Varcounig Balbi
Il direttore editoriale dei quotidiani Nem, Paolo Possamai, e Francesca Fresa, direttrice artistica del Link Media Festival
Il direttore editoriale dei quotidiani Nem, Paolo Possamai, e Francesca Fresa, direttrice artistica del Link Media Festival

«Un’agorà». Francesca Fresa – direttrice artistica del Link Media Festival – descrive così la tre giorni di appuntamenti dedicati al giornalismo nel cuore di Trieste. L’undicesima edizione vedrà un’agenda sempre più densa di incontri, divisi tra la Link Arena in piazza Unità e il Salone della Rappresentanza nel Palazzo della Regione Fvg.


Val al sito ufficiale per programma e iscrizioni https://www.ilnordest.it/dossier/link-media-festival


 

Di cosa tratterà l’edizione 2025 del festival?

«Ogni panel, ogni incontro che proponiamo riguarderà tutto ciò che le persone si stanno chiedendo in questi tempi incerti: cosa succederà? Che scenari si aprono? Vorrei che il festival aiutasse il pubblico a prendere consapevolezza di cosa stia accadendo veramente. Perché il giornalismo serve a questo, a raccontare la verità. E lo dico sempre, il festival è come un giornale, sfogliandolo trovi la cronaca del mondo, l’economia, lo spettacolo... ma lo fai dal vivo, sulle questioni più attuali».

Il primo evento si intitola proprio “Il Buon Giornalismo”, cosa si intende?

«Ho voluto aprire con questo perché è la base del festival. Il sottotitolo in realtà sarebbe “è ancora possibile fare del buon giornalismo?” perché non dimentichiamo che il giornalismo è a rischio, soprattutto quello di inchiesta. Le fake news, l’intelligenza artificiale, la riduzione della libertà di stampa influenzano le decisioni delle persone, cambiando la percezione della realtà. In questo panel ci saranno due esponenti del “buon giornalismo”, come Carlo Bonini e Nello Scavo, assieme a Maria Concetta Mattei, direttrice della scuola di giornalismo di Perugia».

Non sarà l’unico evento dedicato a questo tema.

«No, ce ne saranno altri come “Sos Giornalismo” e “Giornalismo Presidio della Democrazia”. Inoltre nell’incontro “Le sfide dei new media” si tratterà anche il tema dell’educazione alle notizie, soprattutto per i giovani. Francesco Cancellato, direttore di Fanpage.it, e Irene Boni, consigliera delegata della fondazione Unhate, parleranno di questo, ma anche dei titoli d’odio lanciati da alcuni giornali».

Sul tema del giornalismo e della democrazia, nei giorni scorsi a Udine il Premio Terzani è stato dedicato “alla memoria delle giornaliste e dei giornalisti palestinesi a Gaza”. A Link si tratterà anche di questo?

«No, non trattiamo il conflitto mediorientale. Una scelta fatta per evitare che il panel diventasse schierato politicamente o si limitasse ad uno scontro tra due posizioni. L’obiettivo del festival è che le persone conoscano i fatti e poi si facciano la propria opinione personale, non voglio che venga imposta una verità. Venerdì però ci sarà l’incontro con Domenico Quirico che presenterà il suo libro sul rapporto tra Islam e Occidente e si parlerà inevitabilmente anche dell’attualità».

Quest’anno molti incontri sono dedicati all’Europa e alle crisi che sta attraversando.

«La questione verrà affrontata in diversi incontri. In “Europa, il tempo delle scelte”, il cui sottotitolo sarebbe “Sveglia Europa!” si tratterà della capacità europea di agire all’interno dell’attuale contesto geopolitico. Un altro panel tratterà il tema del riarmo assieme ad ospiti d’eccezione come Jean-Pierre Darnis, Fernando Gentilini e Marco Varvello, che avrà poi occasione di presentare in anteprima il suo nuovo libro intitolato “Londra, i luoghi del potere”. Quindi si discuterà di tantissimi temi europei, tra cui la Germania, i rapporti con la Nato e le questioni economiche».

Si parlerà del “fenomeno Trump”?

«Sicuramente. Ero certa che ci avrei fatto un panel già prima della sua vittoria, la sua campagna elettorale era da monitorare. La politica di Trump coinvolge tutto e avremmo dovuto fare un dibattito per ogni questione: dazi, democrazia, politiche migratorie ecc. Credo che il suo nome uscirà in molti incontri perché la sua influenza si estende su tutto».

Siamo a Trieste quindi si guarda anche verso Est.

«Un incontro sarà dedicato ai Balcani, la loro guerra mai finita e la loro vulnerabilità politica. Poi il primo giorno ci sarà il panel “Vite di Confine” con Toni Capuozzo. Si parlerà anche della guerra tra Russia e Ucraina, con le presentazioni di “Vite al Fronte” di Luca Steinmann e “Volga Blues” di Marzio G. Mian».

In tempi di incertezza Link vuole essere una bussola?

«Sì. Vogliamo far capire quanto sia importante informarsi correttamente e apprendere la realtà di ciò che accade. Non mancheranno però momenti familiari, leggeri ed emozionali; per questo concluderemo il festival con la storia del legame tra i fratelli Granbassi».

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