Torna Wine2wine e apre le frontiere extra Ue

Oltre cento esperti italiani ed internazionali, più di 40 incontri per scoprire i molteplici mercati del vino e come promuovere il made in Italy. A Verona il 2 e 3 dicembre

Una due giorni a tutto business per il mondo del vino con personaggi che è raro incontrare tutti in una volta in Italia su settori che spaziano dal commercio dei vini, prima voce dell'export alimentare italiano con 5,1 miliardi di euro lo scorso anno, alla comunicazione. Torna alla Fiera di Verona il 2 e 3 dicembre Wine2Wine (W2W), appuntamento che, con concretezza, mette a confronto gli imprenditori del made in Italy su temi vitali per lo sviluppo del giro d'affari della propria azienda vitivinicola: scenari di mercato, tecniche di marketing e comunicazione, normativa e finanza, viticoltura, mercato internazionale.

"Dopo l'edizione zero del 2014 che ci è servita per testare la nostra nuova idea di servizio alle imprese - afferma Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere -, quest'anno presentiamo Wine2Wine nel pieno delle sue potenzialità, in linea con l'esigenza di innovare il nostro prodotto fieristico".

Un centinaio di esperti italiani ed internazionali coinvolti nell'innovativa piattaforma formativa con più di 40 incontri a numero chiuso che, in meno di 60 minuti e persino in alcuni speed dating, danno il quadro dei molteplici mercati del vino canadese per fornire, ad esempio, le dritte»su come vendere il proprio vino in Canada e su come entrare nel più esteso monopolio del mondo, il mercato svedese.

A svelare i segreti di un brand di successo saranno poi imprenditori del calibro di Andrea Illy e Nicolò Incisa della Rocchetta, mentre a far il punto sulle tendenze dei consumi e le prospettive di mercato sarà Federvini insieme a Ismea. Sulla viticoltura Wine2Wine apre un confronto sull'importanza del biodinamico nell'era dei vini naturali per poi esplorare l'enoturismo, anche negli aspetti fiscali e di marketing, fino a delineare l'impatto della dematerializzazione dei registri di cantina nel quotidiano dell'imprenditore che lamenta da sempre un eccessivo carico burocratico. C'è attesa infine per l'incontro su Vino e Finanza, due mondi sempre più vicini, e per i focus su «come sopravvivere nel mondo digitale» e la trasformazione digitale di un'azienda.

"Il tasso medio annuo di crescita delle importazioni di vino nei Paesi terzi tra il 2004 e il 2014 è stato del +7,7%, quasi il triplo rispetto agli acquisti nell'Ue - spiega la ceo di Business Strategies, Silvana Ballotta -, nonostante questo fatturiamo quasi il 40% in meno rispetto alle esportazioni dei francesi e soffriamo sui nuovi mercati. È arrivato il momento di uscire dai claim autoreferenziali e puntare decisamente su una promozione ragionata in grado di assecondare la qualità del nostro prodotto".

Il 3 dicembre la scrittrice e giornalista del Financial Times, Jancis Robinson fornirà una panoramica sull'internazionalizzazione extra-Ue. Le 400 griffe enologiche assistite da Business Strategies, producono complessivamente oltre 100 milioni di bottiglie all'anno e esportano il 70% nei principali mercati stranieri come Usa, Cina, Russia, Giappone, Canada, Svizzera, Brasile e Sud est asiatico (Singapore, Malesia, Vietnam e Tailandia) per un valore complessivo di circa 500 milioni di euro (+15% nei Paesi obiettivo).

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