Basket Serie A, ecco quali sono le favorite e le rivali a Nordest

Treviso, Udine e Venezia: il punto all’inizio del campionato 

Fabrizio Brancoli Federico Bettuzzi
Darren Valentine, ex Trieste, una delle punte dell’attesissimo reparto esterni della Reyer. Foto Lorenzo Porcil

Bologna e Milano super. Trapani terza forza e un poker di alternative

Amedeo Della Valle (Brescia) è probabilmente l’attaccante italiano più forte della lega
Amedeo Della Valle Pallacanestro Germani Brescia - EA7 Emporio Armani Olimpia Milano FrecciaRossa LBA Supercoppa 2025 - Finale LBA Legabasket Serie A Unipol 2025/2026 Milano, 28/09/2025 Foto ClaudioDegaspari / Ciamillo-Castoria

Milano e Bologna restano le corazzate nel mare dei nostri canestri, ma arrivano a questo pronostico attraverso percorsi opposti. La Virtus punta al bis tricolore con il blocco storico che ha conquistato lo scudetto 17, mentre Milano si presenta come una macchina nuova di zecca. La Serie A 2025-26 promette spettacolo e colpi di scena.

Coach Ettore Messina ha rivoluzionato il roster dell’Olimpia con arrivi di peso come Guduric, Quinn Ellis e Totè; e il mercato non è chiuso ermeticamente. Le uscite di Mirotic, Causeur e Gillespie hanno lasciato vuoti importanti ma l’Olimpia ha un roster chilometrico. La Virtus del minaccioso Dusko Ivanovic, dopo due addii – quello al basket di Marco Belinelli e quello alle Vu Nere di Toko Shengelia, ha scelto Vildoza (dall’Olympiacos, difensore molto efficiente, soprattutto nelle situazioni statiche) e poi c’è il formidabile ed energetico Carsen Edwards, prelevato dal Bayern. Ha anche messo a segno delle conferme d’impatto, come quella di Pajola. Il pacchetto italiani (Niang in orbita) è il più forte.

Alle spalle, la muta di inseguitrici è pronta. Quante sono? Diciamo quattro. Trapani, Trieste, Venezia e Brescia.

In questo poker c’è una outsider... più uguale delle altre, come direbbe George Orwell, famosa ala Nba della letteratura mondiale. La terza forza annunciata è Trapani – anch’essa in Champions, come Trieste – che pianifica un assalto tutt’altro che velleitario al titolo: Repesa guida un gruppo impreziosito da Ryan Arcidiacono, alla prima apparizione europea, affiancato da Jordan Ford e Cappelletti, esterni che con il confermato estroso Notae, sesto uomo dell’anno, comporranno una forte pattuglia di incursori. Sotto canestro emerge Adama Sanogo, centro maliano, atletico e con mani sapienti, che si annuncia potenzialmente devastante in attacco.

Brescia sogna con il ritorno di CJ Massinburg, già protagonista di Coppa Italia e premi individuali, autentico simbolo della squadra e attesissimo nel tandem con Della Valle che resta, a parere di chi scrive, il più forte attaccante di passaporto italico.

Sotto ci sono Tortona, Sassari (con un elenco non indifferente di new entry, da Johnson a Mezzanotte), Napoli (con Mitrou-Long), Reggio Emilia e Trento (con scelte prospettivche, come DYJ Steward e Andrej Jakimovski, e il giovanissimo fratellino di Niang): tutte possono giocarsi la zona playoff. Cantù, matricola ambiziosa, non vuole fare la comparsa: tornano in Italia Gilyard e Bowden, occhio a Bortolani. La lotta per non retrocedere, alla vigilia, chiama in causa Udine, Treviso, Varese e Cremona. Rotazioni e infortuni avranno un impatto forte. La LBA si preannuncia intensa e spettacolare. —

Reyer Venezia: lagunari per il riscatto meno sospiri, più triple ed esterni pirotecnici

Darren Valentine, ex Trieste, una delle punte dell’attesissimo reparto esterni della Reyer. Foto Lorenzo Porcil
Darren Valentine, ex Trieste, una delle punte dell’attesissimo reparto esterni della Reyer. Foto Lorenzo Porcil

La Reyer si rimette in viaggio ma non sarà un ritmo lento, da vaporetto con tante fermate: l’obiettivo è una velocità da motoscafo e la rotta desiderata è quella della riscossa. Dopo una stagione di rincorse affannate, di playoff intercettati in extremis e di un’EuroCup durata quanto un’ombra al bancone di un bàcaro, gli orogranata devono tornare a fare sul serio. E serve anche un po’ di show, perché in laguna la bellezza non è mai un accessorio.

Al timone resta Neven Spahija: terzo anno per il croato di Sebenico (città sacra al basket, la città di Drazen Petrovic che resta piantato come una spada nei cuori di tutti gli appassionati). Il coach conosce bene l’arte veneziana del restauro. Non serve demolire: si aggiustano le crepe e si inseriscono i pezzi giusti, come se fosse un mosaico della Basilica di San Marco. Sei giocatori confermati per dare stabilità, e attorno a loro una serie di innesti pensati per alzare l’asticella. Vedremo se funzionerà; altrimenti il club si rafforzerà ulteriormente, come ha fatto negli ultimi anni.

Il reparto piccoli sembra uscito da un catalogo di fuochi d’artificio. Cole e Bowman promettono ritmo e spettacolo, ma a Trieste gli occhi si accendono soprattutto per Darren Valentine, che diventa avversario. Lo scorso anno ha lasciato il segno al PalaTrieste con la sua combinazione di punti, energia e personalità (anche follia, per certi versi).

Il vero cantiere si è aperto sotto canestro. Kabengele è partito verso nuovi lidi e al suo posto ecco Horton, da Trapani: meno carro armato, più atleta da corsa, capace di dare mobilità e iniziativa. Accanto a lui, Nikolic con la sua annunciata versatilità, buona per diversi ruoli. Non sarà la batteria lunghi più imponente della lega, ma sono clienti scomodi.

Il rebus resta la chimica di squadra. Spahija dovrà orchestrare questo roster, armonizzare veterani e nuovi arrivi, evitare che infortuni e le rotazioni sbagliate riportino a galla i fantasmi di pochi mesi fa.

Sulla carta gli obiettivi sarebbero chiari: top 5 in classifica, semifinali scudetto come traguardo da porsi, e poi quegli ottavi di EuroCup che sembrano maledetti (martedì c’è stata subito una sconfitta interna con l’Aris), anno dopo anno. Insomma, vere ambizioni. Una competitrice diretta per Trieste, che ha mire simili.

Per riuscirci, la Reyer ha bisogno di talento, continuità e un pizzico di faccia tosta. Magari potrebbe essere utile un po’ di leggerezza. Se a Venezia si è imparato a convivere con l’acqua alta, perché non dovrebbero riuscire a domare anche le onde del campionato? Una cosa è certa: quest’anno, al Taliercio, il gondoliere non canterà nenie malinconiche. Si va per alzare il volume.

Prima sfida contro Trieste: 18 ottobre ore 20, terza giornata, al Taliercio.

 

Tvb Treviso: Obiettivo emozioni e riflettori sulla regia con Ragland e Torresani

Un’incursione di Joe Ragland durante un test di precampionato. Foto Tvb Treviso
Un’incursione di Joe Ragland durante un test di precampionato. Foto Tvb Treviso

Esperienza collaudata, lotta dura su ogni possesso, più trattatori di palla contemporaneamente in campo e tanta voglia di voltare pagina. La nuova Treviso, la prima del tandem Pasquini-Rossi, è riassumibile così.

Lasciata Sassari dopo tre lustri, il dirigente ferrarese ha optato per una filosofia basata su giocatori maturi che conoscono il basket europeo e il campionato italiano, affidando il timone a un allenatore semi-esordiente in LBA ma preparato e reduce dalla medaglia d’oro agli Europei Under20.

Alessandro Rossi ha già esplicitato la propria idea di pallacanestro che prevede una grande attenzione difensiva, rapidità di esecuzione, l’utilizzo di lunghi di raccordo col reparto perimetrale e l’affidamento delle chiavi di regia al veterano Joe Ragland.

L’ex Cantù, Milano e Avellino è indubbiamente il giocatore chiave. A dispetto delle trentasei primavere, Ragland si candida a miglior assistman del campionato grazie a una visione di gioco eccezionale che gli permette di trovare ribaltamenti di lato e di innescare i lunghi. In prestagione il suo feeling con DeShawn Stephens (un vecchio pallino di Pasquini che lo ebbe a Cagliari e Sassari) è stato subito evidente, così come la facilità nell’innescare i tiratori in angolo.

In attesa del rientro di Brianté Weber che ha subito un infortunio a metà settembre, come back-up di Ragland avrà spazio e responsabilità David Torresani che ha dimostrato di saper giocare da guardia assieme allo statunitense. Ma anche Muhammad-Ali Abdur-Rahkman, tiratore visto a Pesaro tre anni fa, potrà aiutare la regia senza rinunciare alla possibilità di ricavare copiosi bottini offensivi.

L’altro bomber designato è il confermato Osvaldas Olisevicius, quarto miglior realizzatore LBA nella passata stagione, ala dalla mano calda il cui unico punto debole è la tendenza a perdere palloni; alle sue spalle Federico Miaschi cerca spazio e opportunità di crescita dopo le sfortunate esperienze di Pesaro e Scafati. Sotto canestro assieme a Stephens e Pellegrino, giocatori soprattutto difensivi, occorrerà il miglior Kruize Pinkins per supportare il talento perimetrale della Nutribullet, mentre Matteo Chillo è rientrato nella Marca con i gradi di capitano e col ruolo di chioccia, di collante nello spogliatoio e di giocatore da contributo qualitativo.

Gli obiettivi dichiarati da TvB sono di tipo emozionale prima che tecnico: «Vogliamo riportare al Palaverde il clima positivo delle origini», hanno dichiarato i presidenti Contento e Fabbrini. In campo si punta a una salvezza comoda, sperando in qualcosa di più.

Prima sfida contro Trieste: 2 novembre, quinta giornata, al Palaverde.

 

Apu Udine: Hickey faro bianconero, Dawkins e Bendzius due scommesse chiave

Aubrey Lafell Dawkins, figlio d’arte, arriva da uno dei templi del basket Usa, Durham. Foto Petrussi
Aubrey Lafell Dawkins, figlio d’arte, arriva da uno dei templi del basket Usa, Durham. Foto Petrussi

L’APU Udine rientra in Serie A con l’entusiasmo di chi ha appena scritto un pezzo di storia e la consapevolezza che ora viene il difficile: salvarsi tra i grandi. La promozione è stata una festa, ma nuove sfide si profilano all’orizzonte. Udine si è attrezzata? Sembra proprio di sì. Sale nell’attico del basket italiano con un’idea chiara: costruire continuità attorno ai protagonisti della cavalcata in A2. Così sono rimasti Hickey, Alibegovic, Ikangi e Da Ros, pilastri ritenuti utili per mantenere identità e affidabilità. La conferma più rilevante in realtà è un’altra: il coach. Adriano Vertemati resterà in bianconero per un altro biennio.

Anthony Hickey, soprattutto, resta il cuore pulsante di questa squadra. Leader tecnico e carismatico, ha viaggiato lo scorso anno al ritmo di 14 punti e 5 assist a partita: la palla continuerà a passare dalle sue mani, e con lui in regia l’APU si sente al sicuro. Accanto a lui c’è Mirza Alibegovic, tiratore esperto che vuole consacrarsi nella massima serie dopo tanto protagonismo in A2. Ikangi, invece, sarà ancora un agente speciale difensivo da inviare sulle tracce delle stelle avversarie.

Il mercato ha portato volti interessanti. Il più atteso è DJ Brewton, classe 2000, combo-guard dal bagaglio tecnico elegante e dalle cifre già impattanti in Lituania: potrebbe essere la vera rivelazione, la spalla ideale di Hickey. Attorno a lui gravitano due scommesse: Aubrey Dawkins, chiamato a rilanciarsi dopo stagioni opache ma dotato di atletismo e tiro, e Damantas Bendzius, talento cristallino che convive da tempo con gli infortuni. Udine sa che l’ago della bilancia passerà molto da loro: se funzionano, la neopromossa alzerà parecchio l’asticella.

Poi, il basket italiano, tutto, terrà d’occhio Andrea Calzavara. Il giovane talento è in crescita verticale e l’APU ha deciso di portarlo in A. Sarà vice-Hickey, ha già dimostrato qualità e ordine.

Sotto canestro si è scelta la solidità: ecco Spencer e Mekowulu, due lunghi già visti in Italia. Il primo porta atletismo e intimidazione, il secondo muscoli e punti spalle a canestro (Mekowulu ha performato in ACB, Lituania e Giappone, stabilizzandosi come punti su una doppia cifra bassa, abbinata a 5 rimbalzi). In due possono garantire equilibrio e “presenza”, merce obbligatoria contro i colossi della LBA.

In sintesi Udine ha fatto un buon lavoro: conferme mirate, innesti di esperienza e un paio di scommesse intriganti. L’obiettivo resta la salvezza; ma questa APU in silenzio coltiva qualche sogno e certe categorie di pronostico potrebbero cambiare. Se Brewton esplode e Bendzius regge, i friulani si candidano a sorprendere.

Prima sfida contro Trieste: 26 ottobre, quarta giornata, al Palatrieste. —

 

 

 

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