Violenza sulle donne: quando il braccialetto elettronico non basta

Presentato come la soluzione alla tragica scia di femminicidi che insanguina l’Italia, ha rivelato di non essere sufficiente a tutelare le vittime di stalking. Vi spieghiamo perché

Alessia De Marchi
Tutti i limiti del braccialetto anti-stalking previsto da Codice Rosso

La scia di sangue è lunga e non pare destinata a esaurirsi. Anzi: la lista dei femminicidi in Italia si aggiorna con una cadenza che spaventa. 

Tre femminicidi

L’ultima vittima a Nord Est in ordine di tempo è stata tra il 27 e il 28 ottobre scorsi Jessica Stappazzollo Custodio de Lima, 33 anni, uccisa dall’ex compagno, Douglas Reis Pedroso, 41 anni, a Castelnuovo del Garda, nel Veronese.

Uccisa con un “numero imprecisato, ma comunque smisurato di coltellate”, riporta la nota della Procura. Uccisa da chi non avrebbe dovuto neppure avvicinarla essendo sottoposto all’obbligo di indossare il braccialetto elettronico antistalking che lancia l’allarme quando la distanza tra il molestatore e la vittima è inferiore a 500 metri (dal 25 novembre salirà a mille metri).

Eppure è successo perché lui, Douglas Reis Pedroso, si era tolto il dispositivo. E quello di lei è stato ritrovato in un garage  a una decina di chilometri di distanza dal luogo in cui è stata accoltellata a morte.

Mia sorella poteva essere salvata. (Laiza Stappazzollo)

All’’incirca sei mesi prima, il 17 aprile, a Udine, analoga sorte era toccata a Samia Bent Rejab Kedim, 46 anni, uccisa a coltellate dall’ex marito, Mohamed Naceur Saadi, 59, condannato a 5 anni e 4 mesi per maltrattamenti, lesioni e violenza sessuale aggravate nei confronti della donna.

Scontava la pena ai domiciliari con il braccialetto elettronico e due “allontanamenti autorizzati” senza dispositivo a settimana per esigenze personali: spesa o visite mediche dalle 9 alle 11.  Proprio durante uno di questi permessi ha lasciato Monfalcone, dove viveva, ha percorso 40 chilometri in auto fino a Udine e qui ha accoltellato l’ex. Poi ha preso l’auto di lei e si è andato a schiantare volontariamente contro una betoniera. 

La mamma voleva solo essere libera e felice. Non è stato fatto abbastanza per aiutarla. (Miriam Saadi, figlia di Samia)

In questi primi undici mesi del 2025 oltre alle due vittime a Nord Est, anche una a Nord Ovest, legate al malfunzionamento del braccialetto elettronico.

Tiziana Vinci, 54 anni, è stata uccisa a coltellate il 13 agosto a Portovenere (La Spezia) dall’ex marito Umberto Efeso, 57, nella villa in cui lavorava. L’ex  era stato obbligato a indossare un braccialetto antistalking per monitorarne gli spostamenti, ma da una decina di giorni non funzionava bene«Guasto prontamente segnalato» dai carabinieri alla azienda fornitrice del servizio, ma, è evidente, non altrettanto prontamente risolto.

«Buongiorno, ho ucciso la mia ex moglie. Sto andando a costituirmi alla stazione dei carabinieri di Ceparana». (Umberto Efeso)

Il braccialetto che non funziona è l’incubo delle vittime.

Una diciannovenne vicentina, per esempio, deve fare i conti con le molestie di Zeus, l’ex ventenne di Ferrara che lo scorso il 3 maggio l’ha  picchiata e minacciata con un paio di forbici in casa della zia nel Veneziano dove la giovane si era rifugiata.

Il tribunale gli ha ordinato di tenersi lontano dalla ex e dai familiari di lei, obbligandolo a indossare un apparecchio di sorveglianza che certifica la distanza. Approfittando del malfunzionamento del braccialetto, lui è tornato a molestare la ragazza.

E ci risiamo.

I braccialetti elettronici, tra le misure individuate da Codice Rosso per tutelare le vittime, stanno rivelando la loro inefficacia.   

L’obbligo che non salva

Il braccialetto antistalking si compone di tre elementi: una sorta di cavigliera che deve indossare il molestatore a cui e anche affidato un apparecchio di tracciamento e un dispositivo di ricezione affidato alla vittima, tutti funzionano a batteria e devono essere sempre carichi.

Il sistema di rilevazione è una sorta di telefonino con Gps e deve essere sempre portato con sè dalla potenziale vittima. Funziona grazie a un doppio dispositivo Gps e a un tracciamento di prossimità, che può essere tarato a seconda delle varie esigenze. 

La legge Roccella, entrata in vigore a dicembre 2023 dopo i femminicidi di Giulia Cecchettin (11 novembre 2023) e Giulia Tramontano (27 maggio 2023), ha portato a  un incremento rilevante delle richieste di attivazione dei braccialetti elettronici, con funzionalità antistalking.

Se a novembre 2023 quelli attivi in Italia per i reati Codice Rosso erano 1018 (su 5.695 totale, esistono anche i braccialetti per gli arresti domiciliari non legati a violenza di genere  ), ora, secondo i dati aggiornati ad agosto dal Ministero dell’Interno, sono 5.929 antistalking, su 12.192 totali.

Il contratto con Fastweb, la società che ha in appalto il servizio, prevede l’attivazione in media di mille braccialetti elettronici al mese, con punte fino a 1.200.

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Le richieste di attivazione sono in aumento. Ma non sempre il braccialetto è attivabile.

«Può mancare l’accettazione di questa misura da parte del molestatore», spiega l’avvocata Aurora d’Agostino, consulente legale del centro Progetti Donna Veneto di Padova, «oppure l’attivazione può non essere fattibile, per esempio per mancanza di copertura nell’area in cui vivono vittima e stalker».

Inoltre si registrano ritardi nell’applicazione dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria, come ha fatto notare la direttrice del Servizio controllo del territorio del Dipartimento della Polizia di stato, Francesca Fava, durante l’audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio lo scorso 29 ottobre.

Posto che sia attivato, il braccialetto può non funzionare. «Il guasto andrebbe risolto in massimo quattro giorni», aggiunge d’Agostino, «Ma i tempi si allungano a settimane e mesi. Spesso vengono forniti apparecchi non nuovi o malfunzionanti». 

Il cattivo funzionamento può comportare allarmi eccessivi in arrivo alle sale operative delle forze dell’ordine, a cui spetta il compito di rilevare il mancato rispetto dell’obbligo di non avvicinamento e di conseguenza intervenire nell’emergenza. 

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«Una mia assistita», racconta D’Agostino, «è stata svegliata in piena notte dalla polizia perché l’allarme suonava in continuazione senza motivo. Pensate all’ansia a cui sono sottoposte le vittime responsabilizzate sulla necessità di controllare h24 i movimenti del loro stalker».

A volte sono le stesse donne a rifiutare la misura del Codice Rosso. «Lo fanno per difendere la loro libertà personale di spostarsi, di vivere, ma anche spinte da necessità economiche e di assistenza. Immaginate la fatica di chi dipende dall’assegno di mantenimento dell’ex e si trova a dover gestire e conciliare figli e lavoro senza alcun aiuto esterno».

La Spagna, tre passi avanti

E all’estero come funziona? «L’esempio da seguire è la Spagna dove i femminicidi sono in calo», risponde D’Agostino, «e lo sono perché sono stati fatti importanti investimenti per creare reti e strutture a protezione delle donne. In Italia sotto la legge contro la violenza di genere c’è è la clausola di invarianza finanziaria...». 

 

Cliccando qui trovi la mappa dei centri antiviolenza in Italia. In caso di emergenza chiama il numero verde 800814681 oppure il 1522

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