Morire sul lavoro: i dati degli infortuni in Italia e a Nord Est
I numeri aggiornati al 31 luglio 2025: da gennaio in Italia sono morti 873 operai, 54 tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Le ultime due vittime di 23 e 30 anni nel Veneziano

Ogni sei ore un lavoratore muore, sul lavoro. È questo il dato preoccupante che emerge dall’analisi dei dati degli infortuni e degli incidenti in fabbrica nel 2025.
Le ultime due vittime sul lavoro si registrano nel Veneziano. Giovanissime, avevano 23 e 30 anni, erano all’interno di una vasca per la raccolta dei residui biologici.
L’incidente nel Veneziano
Siamo nella frazione di Veternigo di Santa Maria di Sala (Venezia). Qui a perdere la vita due operai impegnati nella pulizia di una fossa biologica.
L’allarme è scattato intorno alle 10, da via Desnam, dove si sono precipitati i sanitari del 118, i vigili del fuoco, i carabinieri e gli ispettori dello Spisal. Le due vittime, di 23 e 30 anni, erano all’interno di una vasca per la raccolta dei residui biologici quando, per motivi ancora da chiarire, si è verificato l’incidente che è costato loro la vita.
Saranno ora i militari dell’Arma, assieme ai tecnici del Servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro, a cercare di chiarire cosa sia successo: è possibile che le esalazioni presenti nella vasca abbiano soffocato i due operai, ma anche in quel caso sarà necessario verificare la correttezza della procedura di intervento messa in campo dalla ditta.
I dati al 31 luglio
Dal 1° gennaio al 27 giugno 2025, sono già 506 le persone che hanno perso la vita sui luoghi di lavoro in Italia. Se si includono anche le vittime degli incidenti in itinere, ovvero durante gli spostamenti legati all’attività lavorativa, e gli incidenti sulle strade, il bilancio sale a 725 morti, un dato parziale ma già profondamente significativo.
I numeri provengono dall’Osservatorio indipendente delle morti sul lavoro, che a differenza dell’Inail (che registra solo gli assicurati) monitora tutti i casi, compresi quelli di lavoratori non assicurati, irregolari, o coperti da altre forme assicurative.
Le categorie più a rischio
Dall’analisi emerge con chiarezza quali siano le categorie più colpite. In primis, gli ultrasessantenni, che rappresentano oltre cento delle vittime. Spesso sono agricoltori o artigiani che, anche dopo l’età della pensione, continuano a lavorare, spesso da soli, in condizioni precarie e senza le protezioni adeguate.
Cresce anche il numero degli stranieri, la cui età media è inferiore ma che operano nei settori più esposti: edilizia, logistica, agricoltura. Secondo le proiezioni, tra pochi anni saranno la maggioranza delle vittime sui luoghi di lavoro.
A questi si aggiungono gli autotrasportatori, con 75 morti registrati nel 2025, spesso deceduti in incidenti stradali dopo turni lunghissimi, o per colpi di sonno e stanchezza. Non va dimenticato nemmeno l’impatto del superlavoro e dello stress da caldo, che ha causato almeno 65 decessi tra operai, braccianti, autisti, medici, infermieri e altri lavoratori sottoposti a ritmi insostenibili.
I dati del Nord Est
Nel Nord Est, la situazione è particolarmente preoccupante. In Veneto, nei primi sei mesi del 2025, si contano 46 morti sul lavoro, che diventano 62 se si considerano anche gli incidenti in itinere.
A guidare la tragica classifica c’è la provincia di Padova, con 10 vittime. Seguono Venezia con 9 casi, Treviso e Vicenza con 6 ciascuna, poi Verona con 4, e Belluno con 2. I dati relativi a Rovigo, sebbene meno dettagliati, indicano comunque una presenza significativa di incidenti gravi.
Anche in Friuli Venezia Giulia il bilancio è pesante: 9 morti sui luoghi di lavoro, che salgono a 12 considerando gli incidenti in itinere. Il numero più alto si registra a Pordenone, con 4 decessi. A seguire Udine, con 3 casi, mentre Trieste registra una vittima. A Gorizia, pur in assenza di morti ufficiali, si sono verificati diversi incidenti gravi.
L’ultimo incidente nel Pordenonese
Un operaio, Daniel Tafa, di 22 anni di Vajont (Pordenone), è morto in un incidente sul lavoro avvenuto a Maniago. Il giovane, intorno all'1.30, stava operando su una macchina per stampaggio di ingranaggi industriali quando una scheggia incandescente lo ha trafitto alla schiena, uccidendolo all'istante. Le indagini sono condotte dai carabinieri che hanno posto l'impianto sotto sequestro.
L'operaio, che aveva compiuto 22 anni proprio ieri, aveva appena riavviato l'impianto per la produzione quotidiana quando è stato colpito dalla scheggia. Lo stampo sul quale si stava lavorando, a temperature altissime, è andato distrutto e una scheggia lo ha investito. Non è ancora chiaro se è accaduto per un malfunzionamento della macchina oppure per una manovra sbagliata. I colleghi hanno immediatamente lanciato l'allarme al 112.
La centrale operativa Sores Fvg ha inviato sul posto un rianimatore, ma non c'è stato nulla da fare. Le indagini sono ora affidate agli ispettori dell'Azienda sanitaria che dovranno verificare il rispetto delle misure antinfortunistiche assieme ai periti dei vigili del fuoco, intervenuti con una squadra. L'Azienda dove si è verificata la tragedia è la Stm, specializzata in stampaggio a caldo, ricalcatura, stampaggio per estrusione, dove è occupato un centinaio di persone. Il turno della mattina è stato sospeso in segno di lutto e per consentire l'ultimazione dei rilievi. La macchina per lo stampaggio è stata posta sotto sequestro.
Il 2024 l’anno nero
Quello di inizio 2025 è un dato purtroppo in linea con la tragica tendenza del 2024, fotografata dall'Inail: 890 denunce di morti sul lavoro (+2,5%) in 10 mesi, con quasi mezzo milione di denunce di infortunio (+0.4% annuo). Per quanto riguarda le morti, l'Inail registra un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 672 a 657, e un aumento di quelli avvenuti nel tragitto casa-lavoro, da 196 a 233.
Si tratta di più di 4 morti sul lavoro al giorno nel 2024, 30 alla settimana, 123 al mese, per un totale di 1482 a fronte di 1446 nel 2023. Sono questi i numeri "per difetto" sui decessi dei lavoratori, lo scorso anno, secondo il Centro Studi Cub che ha elaborato dati Inail e dell'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre (Venezia).
Gli infortuni non mortali si attestano invece a oltre 540.000. Una "contabilità agghiacciante" e un "annus horribilis", rimarca il sindacato, sottolineando che "la strage sul lavoro" aumenta con un +3,3% nel 2024 rispetto ai 12 mesi precedenti. In particolare, 1055 persone sono decedute sul posto di lavoro e 427 in itinere cioè o svolgendo un lavoro sulle strade (camionisti o conducenti di mezzi pubblici e privati) o andando o tornado da casa.
Dallo scorporo dei dati - osserva il Centro Studi - emergono alcune evidenze: per i lavoratori stranieri il rischio di morte risulta in proporzione oltre che doppio rispetto ai lavoratori italiani (69,1 morti ogni milione di occupati, contro i 26,7) e il settore delle costruzioni rimane quello più falcidiato dagli incidenti mortali, con 147 decessi. La fascia d'età maggiormente colpita è quella tra i 55 e i 64 anni.
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