Trentatré anni fa la strage di via D’Amelio: una serie tv racconta Eddie Cosina
Sabato sera in prima serata su Raitre l’episodio della serie “I ragazzi delle scorte” dedicato anche al poliziotto muggesano

«O vai avanti, o soccombi: la vita è questa». Le parole della sorella di Eddie Walter Cosina, il poliziotto muggesano morto il 19 luglio 1992 assieme al giudice Paolo Borsellino e ai colleghi della scorta in via d’Amelio, sintetizzano tutto.
Tra le vittime delle stragi non ci sono solo i morti, ci sono anche i vivi: dai familiari più stretti, fino alle persone che, per un motivo o per un altro, sono direttamente o indirettamente coinvolte. Andare avanti non è facile: Edna Cosina lo sa bene e, come lei, bene lo sanno anche Roberto Adamo e Vanni Gori, gli ex colleghi del poliziotto ucciso dalla mafia.
Saranno loro tre, sabato sera, i testimoni della puntata della serie “I ragazzi delle scorte” prodotta da 42° Parallelo in collaborazione con il Ministero dell’Interno che, in occasione del trentatreesimo anniversario dalla strage di via D’Amelio, verrà trasmessa sabato su Raitre in prima serata a partire delle 21.15.
Il primo episodio racconterà la storia di Fabio Li Muti, il più giovane della scorta del giudice Borsellino, la seconda ripercorrerà proprio la vicenda di Cosina.
Il 19 luglio 1992, Eddie Cosina non solo non doveva essere in servizio al fianco del giudice Paolo Borsellino, non doveva neppure essere a Palermo. In Sicilia c’era andato al posto di Roberto Adamo, da poco diventato padre, e il suo turno di scorta, in ogni caso, avrebbe dovuto concludersi alcuni giorni prima, ma l’avvicendamento con Vanni Gori era stato ritardato. La partenza del collega da Trieste era stata rinviata perché era estate e non si trovavano voli per Palermo.
Vedendo poi Gori stanco per il viaggio, la mattina del 19 luglio, Cosina si era offerto di coprire ancora un turno. In fondo, doveva essere un lavoro breve: si trattava solo di accompagnare il giudice in aeroporto. Quella che doveva essere un’attività di routine, invece, si è trasformata in una trappola mortale.
Gori, aveva sentito l’esplosione, ma all’inizio non sapeva cosa fosse successo né sapeva cosa fare: ha saputo solo dopo diverse ore il destino del collega che lo aveva sostituito. «Verso sera – il suo racconto – ho saputo che Cosina era morto. Credo d’aver avuto mille pensieri e oggi non ne ricordo uno. Sicuramente ho avuto un po’ di senso di colpa perché se fossi arrivato 4 o 5 giorni prima, forse non sarebbe successo niente. Ho vissuto per un periodo questo tipo di dilemma interiore. Cercavo di darmi una spiegazione. Di capire».
«L’impatto emotivo è stato tremendo anche per quello che c’era stato prima – ricorda dal canto suo Adamo –: “Parto io, tranquillo”. Ma perché? Perché è accaduto questo?». Domande a cui è impossibile dare una risposta.
«Quella di Eddie – sottolinea dal canto suo Mauro Parissone, direttore editoriale di 42° Parallelo – è una storia potente, è la storia di un’amore per l’Italia. Cosina era un generoso, aveva un grande cuore: gli piaceva il suo lavoro e lo sapeva fare anche bene. E con il suo sacrificio ha salvato non una, ma due persone. Ora la domanda è: cosa resta a distanza oltre trent’anni ai familiari e agli amici?».
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