In memoria di Sergio Campana, il tutore dei calciatori

Fondò l’Associazione italiana calciatori nel 1968. Pasqualin:«Era un autentico e illuminato maestro di vita»

Alberto Bertolotto
L'ex presidente dell'Associazione italiana calciatori, Sergio Campana
L'ex presidente dell'Associazione italiana calciatori, Sergio Campana

Non sono soltanto i giocatori a fare la storia del calcio. A scriverla anche figure impegnate fuori dal campo, che ricoprono un ruolo apparentemente secondario, ma in realtà determinante. Sergio Campana faceva parte di questa famiglia. Ed è per questo che, ieri, il mondo del pallone ha salutato con grande dispiacere la scomparsa dell’avvocato bassanese, 90 anni, fondatore dell’Associazione Italiana Calciatori dopo essere stato attaccante di Lanerossi Vicenza e Bologna.

Era il 1968, l’anno delle rivoluzioni, quando il legale, smessi i panni dell’atleta, pensò di istituire il primo sindacato dei calciatori, con l’idea di tutelare i loro diritti. Rimase al vertice dell’associazione sino al 2011, per poi lasciare spazio al corregionale Damiano Tommasi (poi sostituito dal ligure Umberto Calcagno).

Al fianco di Campana, sin dai primi anni dell’Aic, l’avvocato udinese Claudio Pasqualin, procuratore che a inizio anni ‘70 assunse il ruolo di segretario del sodalizio, lasciando la città friulana e trasferendosi a Vicenza, dove tuttora vive.

Campana, Pasqualin, Mazzola, Rivera e Giacomini all’Aic nel 1973
Campana, Pasqualin, Mazzola, Rivera e Giacomini all’Aic nel 1973

«Un autentico magister vitae – ha ricordato –. Un grande maestro di vita, che con la sua classe (e non intendo, quella calcistica, che pure aveva in abbondanza), ha saputo porsi come un faro illuminante per il futuro non solo per la categoria dei calciatori ma per l’intero calcio italiano. Persona dai modi gentili ma decisi e dalla smisurata umanità – ha continuato Pasqualin –, Campana ha saputo interpretare con grande capacità e con un imprescindibile rigore morale riforme e cambiamenti che hanno caratterizzato un periodo nel quale non solo la categoria dei calciatori ha trovato riconoscimento giuridico e sociale, ma il nostro calcio era preso d’esempio e il nostro campionato considerato il più bello del mondo».

Per il legale friulano la svolta fu rappresentata dalla sua tesi di laurea in diritto sportivo, dal titolo “La trasformazione delle associazioni calcistiche in società per azioni”. Studente di giurisprudenza, già calciatore nelle fila della De Martino dell’Udinese, per cercare di mettere in piedi questa tesi chiamò proprio lo studio Campana di Bassano, ricordandosi di questo ex giocatore dottore in legge. Da lì la conoscenza dal vivo e, successivamente, l’ingresso nel 1972 nella neo-costituita Aic come segretario. Della stessa Pasqualin diventò vice-presidente, per poi avviare dopo una decina d’anni l’attività di procuratore.

«Ero lo scudiero di Campana – ha sottolineato l’avvocato friulano. “Il nostro è un sindacato di tutti, non solo dei campioni”, diceva Campana, che tra le varie conquiste annoverò l’abolizione del vincolo sportivo. Al tempo un giocatore era legato per sempre alla società che ne deteneva il cartellino. L’avvocato introdusse il contratto a scadenza».

«È stato un faro – ha detto di lui Damiano Tommasi, ora sindaco di Verona e suo successore nel 2011–. Campana è stato una presenza saggia e non ha mai fatto mancare anche quel senso di rigore e di fermezza che ha saputo trasmettere a tutti noi, pur con semplicità e leggerezza».

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