Anm, sanzioni a pm? modo per farcela pagare

(ANSA) - ROMA, 20 LUG - "Ci risiamo con le leggi ad personam. Non c'è altro modo per spiegare in questo momento la riesumazione della proposta Costa. Infatti, dopo l'approvazione nel 2024 del ddl Nordio, che ha escluso la possibilità per il pubblico ministero di impugnare le sentenze di assoluzione per i reati punibili con una pena non superiore a quattro anni, il numero dei ricorsi in appello si è drasticamente ridotto. Non si comprende, perciò, quale efficacia dovrebbe avere una soluzione di questo tipo". Lo afferma il segretario generale dell'Anm, Rocco Maruotti secondo il quale "non potendo riproporre l'eliminazione totale del potere di impugnazione del pubblico ministero, già dichiarata incostituzionale dalla Consulta nel 2007, si pensa, evidentemente, che il modo migliore per dissuadere il pubblico ministero dal proporre appello sia quello di prevedere conseguenze negative sul suo percorso professionale. L'importante è che il messaggio arrivi in modo forte e chiaro: se non riesco ad impedirtelo almeno te la faccio pagare". Per il vicesegretario del sindacato delle toghe, Stefano Celli, la "lettura distorta del 'ragionevole dubbio', fatta propria dal ministro, dimentica che il ricorso per Cassazione serve ad applicare in maniera eguale per tutti il diritto, e non c'entra nulla con il ragionevole dubbio. Oltre tutto è previsto dalla Costituzione, e la maggioranza finora non ha neanche detto di volerlo cambiare". Dal canto suo Paola Cervo, componente della giunta, "l'iniziativa sembra sganciata dalla riforma costituzionale in corso di approvazione ma in realtà tradisce la cultura che la sorregge: intimidire la magistratura che si limita ad esercitare le sue prerogative, ogni volta che questo esercizio non è ossequiente al potere". (ANSA).
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