Lo scultore Sassolino, l’attivista Segantin e il triestino Riccardo Illy. Ecco i vincitori del premio Masi

Valpolicella, la 43° edizione dedicata al circolo virtuoso della bellezza

Boscaini: «Quando firmare una botte significava chiudere un contratto»

Maurizio Cescon
Riccardo Illy
Riccardo Illy

La grande botte celebrativa di legno di rovere, bordata di rosso, troneggia nella cantina cuore della tenuta Masi, a Gargagnago di Valpolicella, nel terroir d’elezione di uno dei vini rossi nobili italiani, l’Amarone.

Si festeggia l’edizione numero 43 del premio Masi, uno dei più antichi legati all’enologia. E i cinque premiati, uno a uno, sotto i riflettori e i flash dei fotografi, si avvicinano per la firma della botte, con in mano il gessetto bianco.

Apre la sfilata un emozionato Riccardo Illy, noto imprenditore vitivinicolo ma anche, in altri tempi, sindaco e presidente del Friuli Venezia Giulia, seguito dallo scultore vicentino Arcangelo Sassolino e dall’attivista e scrittrice ambientalista Sara Segantin, originaria della provincia di Trento, tutti premiati per la “Civiltà veneta”.

Alla firma per la “Civiltà del vino” è poi seguita Donatella Cinelli Colombini, produttrice toscana pioniera nel promuovere movimenti culturali vitivinicoli, e infine per il “Grosso D’Oro Veneziano” l’opera don Calabria, multinazionale del bene nata a Verona, oggi attiva nei 5 continenti, presente l’economo generale, fratel Gedovar Nazzari.

A fare gli onori di casa Isabella Bossi Fedrigotti, Sandro Boscaini e Marco Vigevani – rispettivamente presidente, vicepresidente e segretario della Fondazione Masi – che hanno accolto autorità e molti ospiti.

È stato il dottor Sandro Boscaini a raccontare come sia nata la tradizione della firma delle botti di Amarone, fin dai tempi in cui i compratori di buon vino dalla Svizzera, dall’Austria e dalla Germania, arrivavano in Valpolicella per fare scorta di Amarone. Dopo un assaggio direttamente dalle botti, firmavano quelle che secondo loro erano le migliori, una sorta di contratto definitivo che, dopo una stretta di mano, non aveva più bisogno di altre pratiche.

«Abbiamo dato un motivo conduttore che lega i premiati di quest’anno - ha detto ancora Boscaini - che è il circolo virtuoso della bellezza. La bellezza non è solo estetica, ha un valore civico fondamentale che aiuta a mantenere viva la nostra umanità di fronte alle sfide del progresso».

Illy, Segantin e Sassolino con Isabella Bossi Fedrigotti e Sandro Boscaini
Illy, Segantin e Sassolino con Isabella Bossi Fedrigotti e Sandro Boscaini

«Ringrazio la Fondazione per questo riconoscimento, che mi onora e che sento particolarmente significativo, poiché i valori che esprime fanno parte della mia formazione e visione d’impresa - ha spiegato Riccardo Illy che prosegue la tradizione dei premiati del Friuli Venezia Giulia fin dai tempi della prima edizione quando ricevettero il Masi Elio Bartolini e Biagio Marin - . La ricerca del “buono” e del “bello” ha da sempre ispirato la mia attività d’imprenditore; il Polo del gusto, e Incantalia rappresentano un punto di arrivo e il risultato di un viaggio appassionante nel sistema impresa del nostro Paese, ricco di idee innovative, famiglie tenaci, invenzioni speciali, prodotti unici. Di questo viaggio, il Veneto, e tutto il Nord Est, è stato senz’altro un capitolo fondamentale; è un territorio che conosco bene, soprattutto per quanto riguarda la capacità e creatività imprenditoriale, e di cui ho avuto modo di scoprire e ammirare tante aziende splendide, dedicate, da molte generazioni, alla ricerca del buono e del bello».

«Ricevere questo premio - ha detto lo scultore Sassolino - è per me motivo di onore e soddisfazione. Questo riconoscimento, così strettamente legato alla mia terra d’origine, mi riempie di orgoglio e mi conferma quanto importante sia mantenere un dialogo continuo tra cultura, tradizione, innovazione e impresa. Le mie radici venete sono parte fondamentale della mia ricerca artistica, ho scelto di mantenere il mio studio nel vicentino proprio per poter usufruire delle straordinarie eccellenze del nostro territorio. Credo fermamente che l’arte e l’impresa possano collaborare per generare visioni nuove».

«Sono grata - ha aggiunto Sara Segantin - e auspico che la mia presenza possa accompagnare un percorso concreto e misurabile verso un modello rigenerativo di fare cultura ed economia, qui e nel resto del Paese».

Il presidente del Veneto Luca Zaia, in un messaggio, ha sottolineato il suo «plauso per un appuntamento tradizionale che vede in prima fila la Fondazione Masi».

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